Il Presidente della Repubblica auspica una soluzione condivisa ed equilibrata che porti ad una buona legge sul testamento biologico. Lo fa mentre sul sito del Quirinale compare una comunicazione in risposta alle lettere arrivate al Colle sul caso di Eluana Englaro. “In relazione alla dolorosa vicenda di Eluana Englaro, la Presidenza della Repubblica ha ricevuto migliaia di messaggi tra lettere, mail, fax e telegrammi. Il numero eccezionale di coloro che hanno voluto esprimere un parere sulla vicenda, con valutazioni e considerazioni di segno diverso, mostra quanto essa abbia toccato nel profondo la sensibilità degli italiani” si legge, “Nell’ impossibilità di rispondere direttamente e personalmente a ognuno, la Presidenza della Repubblica intende esprimere comunque un ringraziamento a tutti per il contributo offerto e per lo spirito di partecipazione democratica che li ha animati”.
Presidenza della Repubblica
Prodi e il caso Mastella: “Questa non è politica”
La notizia della migrazione di Clemente Mastella alla corte berlusconiana provoca il commento ironico di Romano Prodi. “Non la considero questa una politica” dice infatti l’ ex premier, intercettato al telefono da Radio Capital. E aggiunge che la vicenda è purtroppo “un segnale di continuità con la tradizione e che comunque lui è lontano mille miglia da queste cose”, compresa l’ inevitabile scia di sospetti che accompagna il nuovo matrimonio politico dell’ uomo che un anno fa fece cadere il governo dell’ Unione. Contrario a qualsiasi discorso che riguardi la politica italiana, l’ ex premier ha fatto una piccolissima eccezione durante un recente viaggio in Messico. Interrogato sui motivi della caduta del suo governo, ha dovuto ammettere “che non è stato sempre agevole spiegare perché l’ Ulivo sia prematuramente appassito”.
Non è chiaro se, con il termine Ulivo, Prodi intendesse riferirsi all’ insieme della sua esperienza di governo o piuttosto alla scarsa incidenza della filosofia ulivista nel Pd veltroniano. La sostanza comunque non cambia: “Io, per questa politica, non voglio esistere” ha più volte confidato ai suoi.
Intercettazioni: indagato Gioacchino Genchi
Un italiano su dieci nell’ archivio Genchi. Anche per quattordici utenze fisse del Quirinale, Gioacchino Genchi, (ex) consulente tecnico dell’ (ex) pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, ha chiesto le intestazioni anagrafiche, per conoscere l’ identità, le generalità, il codice fiscale, il ruolo svolto da chi aveva la disponibilità di quelle utenze della Presidenza della Repubblica. Durissima la denuncia del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che all’ unanimità ha approvato e poi consegnato ai presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, una relazione sul cosiddetto archivio Genchi (lo stesso consulente ha ammesso nella sua audizione a palazzo San Macuto di aver trattenuto copia integrale del materiale). Il vicequestore Genchi ha sviluppato tabulati telefonici, schede anagrafiche, tracciati dei cellulari di molti cittadini apparentemente estranei all’ inchiesta giudiziaria, tra i quali anche parlamentari e soggetti che rivestono ruoli istituzionali.
Cgil in piazza, a Roma, sotto il logo “unità anticrisi”
Venerdì 13 febbraio sciopero generale dei metalmeccanici e dei lavoratori del pubblico impiego della Cgil. Fiom e Fp. Per otto ore hanno protestato contro la politica economica del governo per fronteggiare la recessione in atto. Ma anche per altri temi: dalla riforma sullo sciopero abbozzata dall’ esecutivo alla riforma del modello contrattuale chiusa senza la firma della Cgil, dalla politica sull’ immigrazione alla difesa della Costituzione.
E venerdì, sotto il logo “unità anticrisi”, hanno sfilato insieme, tute blu e ministeriali, in una manifestazione a Roma che per gli organizzatori si annuncia “partecipata”: la dignità del lavoro è un bene pubblico, basta precarietà, più salari, più diritti, legalità, recita lo slogan principale. Tre cortei hanno confluito nella storica piazza di S. Giovanni per ascoltare il triplice comizio finale dei leader sindacali, Gianni Rinaldini, Carlo Podda e Guglielmo Epifani, il segretario generale della confederazione di Corso Italia.
Sanità sotto accusa: scatta l’ allarme corruzione
Truffe nei settori della spesa farmaceutica – sanitaria. Dalla relazione del pg della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, emerge un quadro di mala amministrazione: sperperi dei contributi comunitari, opere edilizie incompiute, uso sconsiderato dei prodotti finanziari derivati, dipendenti pubblici che hanno intascato mazzette, consulenze indebite. Il 2008 è stato l’ anno degli atti di citazione in giudizio per un totale di circa 1 miliardo e 700 mila euro di danni e in 561 sentenze di condanna in primo grado.
La Corte dei conti condanna la gestione “allegra” della spesa in campo sanitario e farmaceutico, un terreno fertile, per il procuratore generale della magistratura contabile, per comportamenti truffaldini o comunque per lo sperpero di risorse pubbliche. Moltissimi gli illeciti denunciati: incarichi illegittimi al personale estraneo alle aziende sanitarie, doppi compensi percepiti dai medici di base, irregolarità sulla esenzione dai ticket, doppia o fraudolenta fatturazione della spesa. E non solo: il procuratore generale segnala anche il caso di patologie indicate in cartelle cliniche che, diagnosticate correttamente, avrebbero determinato un rimborso considerevolmente inferiore.
Antonio Di Pietro si autoassolve. E si candida alle elezioni europee
Il leader dell’ Italia dei valori è stato iscritto nel registro degli indagati per aver violato l’ articolo 278 del codice penale, ovvero per vilipendio all’ onore e al prestigio
Estero news: Obama stoppa gli eccessi di Wall Street
Tetti agli stipendi degli executives delle aziende salvate con l’ aiuto del denaro pubblico: non potranno guadagnare più di 500 mila dollari al mese, equivalenti a circa 30 mila euro.
Il Presidente Napolitano rivolge gli auguri ai militari impegnati nelle missioni all’estero
“Le capacità di difesa, sicurezza, assistenza, sostegno alla ricostruzione che le Forze Armate italiane garantiscono sono una risorsa unica e vitale per il Paese e per la Comunità Internazionale, una
Caso De Magistris, Mancino mette le mani avanti. Napolitano chiede gli atti
I latini dicevano “excusatio non petita…”, ma in politica si sa che è così. Quindi non stupisce, anzi avrebbe stupito il contrario, che dopo la pubblicazione di alcune indiscrezioni di stampa su un suo possibile coinvolgimento nell’inchiesta della Procura di Salerno sul tentativo di delegittimare l’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, il vice presidente del Csm Nicola Mancino va all’attacco. “Non vorrei che su di me ci fosse l’ombra del sospetto – ha detto -. Se una campagna di stampa dovesse incidere sulla mia autonomia, non esiterei a togliere l’incomodo”.
Lo sfogo di Mancino è avvenuto durante la riunione del plenum del Csm. Il vice presidente ha espresso “stupore e amarezza” per la vicenda e ha incassato la solidarietà dei consiglieri di tutti i gruppi togati e laici. Al suo intervento è seguito un dibattito nel corso del quale non sono mancati toni molto preoccupati.
“C’è un attacco fortissimo al Csm come Istituzione costituzionale”, ha detto Giuseppe Maria Berruti di Unicost, che ha parlato di “un mix oggettivo di cattivi magistrati e cattiva politica che rifiutano i percorsi della democrazia”. “C’è un attacco al sistema delle regole e ci sono magistrati che guardano con sospetto ai controlli”, ha aggiunto con parole che sembrano riferirsi alla Procura di Salerno.
Napolitano: Il mezzogiorno faccia autocritica
Ancora una volta nella sua città, Napoli. E ancora una volta lancia messaggi. Se il Mezzogiorno non fa una ”autocritica e un’autoriflessione” sulla amministrazione della cosa pubblica, non puo’ fare sentire la sua voce rispetto a scelte politiche che lo penalizzano, neanche ”sulle interpretazioni piu’ perverse del federalismo fiscale”, ha detto il presidente della Repubblica alla Fondazione Mezzogiorno-Europa
”Non voglio aggiungere nulla – ha detto Napolitano, in un breve intervento a braccio – a cio’ che ho detto pubblicamente. Sono persuaso che se oggi non si da’ il senso di una forte capacita’ di autocritica e di autoriflessione nel Mezzogiorno, poi la partita per fare passare politiche corrispondenti alle esigenze del Mezzogiorno stesso, diventa enormemente difficile. Si possono denunciare rischi, paventare esiti infausti, ma se ci si sottrae a un esercizio di responsabilita’ per quello che riguarda l’amministrazione della cosa pubblica nel Mezzogiorno, non si hanno titoli per resistere anche a interpretazioni le piu’ perverse del federalismo fiscale”.