“Il risveglio dall’ulteriore illusione berlusconiana sarà brusco. Noi dovremo farci trovare pronti, essendo noi stessi e pensando a noi stessi. Dobbiamo rappresentare la grande riserva di pulizia e speranza della società italiana”. Lo spazio dibattiti della Festa dell’Unità di Roma è gremito. Finalmente, dopo un mese di interviste, discussioni, dibattiti politici, tocca al segretario del Partito Democratico Walter Veltroni parlare davanti al popolo del Pd capitolino. Per l’ex sindaco è un ritorno a casa, un bagno di folla prima tra gli stand della festa e poi, appunto, nello spazio adibito ai dibattiti politici.
Ad intervistare il leader democratico, c’è, sul palco insieme a Riccardo Milana, il direttore del Tg1 Gianni Riotta. Dopo l’inno di Mameli – un omaggio a tutti quegli italiani che non tollerano che venga gettato fango sui simboli del proprio Paese – un lungo colloquio in cui Veltroni va a toccare alcuni dei temi di più stretta attualità politica, dalla giustizia, alla manovra economica, dalla questione delle alleanze a quella del dialogo con la maggioranza.
La manovra d’estate del governo Berlusconi “è depressiva, non trasparente e umilia il Parlamento”. Questo è il giudizio del ministro dell’Economia per il governo ombra Pierluigi Bersani, nella dichiarazione di voto alla Camera dei deputati che conferma il no del Partito democratico alla fiducia chiesta dal governo sulla finanziaria 2009.
A dire di no ai tagli targati Tremonti sono state proprio le forze dell’ordine. Una grande manifestazione di protesta organizzata unitariamente da tutte le sigle sindacali della Polizia di Stato, della Polizia Penitenziaria, del Corpo Forestale e i Cocer dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dell’Esercito, della Marina Militare e dell’Aeronautica è stata organizzata davanti a Palazzo Chigi alla Camera, al Senato “per avvertire i cittadini delle conseguenze nefaste che rischiano di avere sulla sicurezza e sulla difesa i pesantissimi tagli contenuti nella manovra finanziaria emanata per decreto dal Governo, attualmente all’esame del Parlamento per la conversione in legge”.
“Il Pd nasce per fare l’agenda di questo paese”. Ne è convinto Francesco Rutelli sul palco di Montecatini durante il convegno dei coraggiosi, dove ha illustrato idee e proposte per far crescere il Partito Democratico. Per Rutelli è impensabile che il “PD rimanga fermo immaginando una crisi di consenso nei confronti di Berlusconi, una crisi che spiani la strada a un suo ritorno’. “No, non ci sono scorciatoie – ribadisce Rutelli – spetta al Pd scrivere l’agenda per cui gli italiani debbano appassionarsi, dividersi, fino a condividerla”. Ma per fare questo osserva ”il PD deve attendersi anche di avere un dissenso, deve fare discutere”.