Veltroni (PD): A cose fatte non si chiede la collaborazione su ricette crisi

 No grazie, non in questo modo. È la risposta del Partito democratico all’appello di Silvio Berlusconi a «collaborare nell’interesse di tutti» per uscire dalla crisi. «Se davvero lo si vuole, se ne ascoltino le proposte e si concordino i provvedimenti», ha dichiarato Walter Veltroni «Non è immaginabile che l’opposizione venga semplicemente invitata a ratificare decisioni già prese senza alcun coinvolgimento. Le proposte anti crisi presentate dal governo sono purtroppo del tutto insufficienti: non c’è nulla di strutturale, nulla che riguardi i redditi e le pensioni, nulla che riguardi il precariato, molto poco per le piccole e medie imprese. Il governo si mostra ancora una volta inadeguato rispetto alla gravità della situazione, ma in Parlamento il Pd si muoverà come sempre nell’interesse del Paese».

TENSIONE – Secondo il segretario del Pd, «la maggioranza e il presidente del Consiglio con dichiarazioni e comportamenti tendono a inasprire i rapporti sociali e politici, un atteggiamento che appare tanto più irresponsabile vista la pesantezza di una crisi che il governo ha prima negato e che ora non riesce a fronteggiare». Veltroni rilancia infine una proposta: un tavolo con le parti sociali in cui sia presente non solo Confindustria, ma anche le piccole e medie imprese: «Invito il governo a non continuare sulla strada irresponsabile della divisone tra sindacati, un comportamento che non potrà che generare altro conflitto».

PD: Dal Governo solo una mancia

 Berlusconi certifica lo stato di crisi in una conferenza stampa. Tremonti parla per oltre due ore snocciolando i numeri del pacchetto anti-crisi con l’obiettivo di portare il rapporto tra il debito pubblico e il PIL sotto il 100%, difendendo l’operato del governo e soprattutto la finanziaria d’estate votata con la fiducia in soli 9 minuti. Chiedono la collaborazione ignorando le proposte avanzate dal PD.

Un pacchetto provvisorio e un po’ accampato per aria che richiede della collaborazione di tutti. Il premier chiede l’interruzione del “perenne” clima elettorale che sta vivendo la politica italiana e l’avallo da parte dell’opposizione. Un po’ della serie “me la canto e me la suono” visto che chiede il sostegno a giochi fatti.

A parte gli auto-elogi che Berlusconi fa a se stesso e al suo governo, il succo del discorso è in mano a Tremonti che punto per punto elenca un piano da 80 miliardi di euro. Il ministro dell’Economia conferma il bonus per i redditi più bassi, il calmiere per i mutui e una riduzione degli acconti Irpef e Irap pari al 3%.

PD: La Direzione nazionale si riunirà il 19 dicembre

 Appuntamento al 19 dicembre con la Direzione nazionale. L’ha deciso il coordinamento del PD e sarà l’occasione per una proposta forte di innovazione per affrontare i mesi fino alle europee di giugno. Una relazione già ribattezzata dai cronisti la “Lingotto 2”, riferendosi al discorso con il quale Veltroni accettò la candidatura alle primarie del PD. Il dibattito in direzione verificherà se sulla relazione ci sarà un ampio consenso o se si dovrà ricorrere ad un congresso anticipato, che però ad oggi tutti vogliono riconfermato all’autunno 2009.

Il segretario ha incentrato il suo discorso su due idee guida: innovazione e coesione. Rispetto a quando è nato il partito lo scenario politico è completamente cambiato. La crisi finanziaria internazionale ha messo sotto gli occhi di tutti che l’ideologia iper-liberista è stata un inganno ed ha prodotto macerie; la vittoria di Barack Obama ha sancito questa sconfitta innanzi tutto culturale oltre che politica; e ora anche l’opinione pubblica europea e italiana sta maturando la bocciatura del pensiero della destra.

Il presidente della Sardegna Soru lascia per contrasti con il Pd

 Un vero e proprio colpo di scena. Il presidente della Regione Sardegna si è dimesso dall’incarico con una comunicazione in Consiglio regionale che stava per approvare la nuova legge urbanistica. Le dimissioni saranno formalizzate mercoledì con una lettera che sarà inviata al presidente dell’Assemblea sarda, Giacomo Spissu.

LA VICENDA – La situazione politica in Sardegna era diventata in serata molto tesa dopo che il Consiglio regionale aveva bocciato a scrutinio palese (con 55 contrari e solo 21 a favore) la prima parte di un emendamento fortemente voluto dallo stesso governatore a uno degli ultimi articoli della nuova legge urbanistica, argomento sul quale si erano registrate divisioni e forti contrasti nel gruppo del Pd. Non appena il presidente dell’Assemblea ha comunciato l’esito della votazione, Soru ha lasciato l’aula e si è chiuso con i più stretti collaboratori in un ufficio. Il clima è poi diventato «incandescente» quando alla ripresa momentanea dei lavori, l’assessore dell’Urbanistica al quale il presidente si era rivolto per chiedere il parere della giunta su un altro emendamento in discussione, ha spiegato di non ritenere di poter esprimere nessun parere perchè «il presidente sta assumendo delle decisioni».

PD: Ricostruire la Giustizia con un piano di riforma del sistema giudiziario

 Si è svolta oggi, presso il Residence di Ripetta, la conferenza nazionale del Partito Democratico “Ricostruire la Giustizia” dove sono state lanciate le proposte innovative e realistiche dei democratici per la riforma dell’ordinamento giudiziario “dalla parte di cittadini”.

Le proposte del PD vertono principalmente su due obbiettivi: semplificare e razionalizzare i processi da un lato; certificare i tempi della giustizia e l’effettività del processo e della pena dall’altro.

“Le riforme non si impongono, si cerca di condividerle attribuendo alla fine alla sfera politica la responsabilità di assumere decisioni. E’ un invito che noi facciamo alla maggioranza anche se mi rendo conto che non è tempo di cose razionali ma di isteria, di urla e di contumelie”. Così è intervenuto Walter Veltroni, segretario del Partito Democratico.

“Bisogna decidere – ha continuato il leader del PD – perché una democrazia che non decide è un’assemblea di condominio, ma si deve decidere dopo l’ascolto e avendo cercato il punto di unità massimo possibile”.

Il PD, con Villari presidente, non parteciperà ai lavori della Vigilanza Rai

Riccardo Villari, eletto presidente della Commissione di Vigilanza Rai con i voti del Pdl, ha deciso di non dimettersi dal suo incarico. Non sono bastate le raccomandazioni da parte del PD né la convergenza degli schieramenti politici sul nome di Sergio Zavoli. Duro il giudizio di Veltroni: “una vicenda pazzesca come talvolta accade nella politica italiana”. In serata arriva l’espulsione dal gruppo parlamentare.

La vicenda Villari sta acquisendo sempre più i caratteri di una farsa. Veltroni ha chiarito la posizione la posizione del Partito Democratico sulle mancate dimissioni da parte del neo presidente della commissione: “Villari – ha affermato Veltroni – è stato eletto con i voti della maggioranza in un posto che spettava all’opposizione. Giovedì aveva detto che non avrebbe fatto nulla contro il partito, poi a me ha detto che si sarebbe dimesso e ancora dopo ha detto che si sarebbe dimesso dopo che si trovava un’intesa sul nome. Una vicenda pazzesca, come talvolta accade nella politica italiana”.

Veltroni (PD): Il Paese prima di tutto

 “L’elezione di Obama ha cambiato alla radice la storia politica che viene dal ‘900″. Walter Veltroni, nel suo intervento alla giornata di studi promossa dal Partito Democratico su elezioni americane e crisi finanziaria, parla del grande passaggio che la storia si trova ad affrontare: il memorabile voto americano, ora tanto carico di aspettative, e una crisi finanziaria ed economica dai risvolti imprevedibili e preoccupanti. Due eventi che, proprio perché così radicali e di segno opposto, possono rappresentare una reale cesura capace di determinare un nuovo tempo della storia.

Un tempo che si caratterizza dalla necessità , sottolineata proprio dall’esperienza d’oltreoceano, di “due grandi campi politici che diano risposte a questa società e non a quella del Novecento. Prima si comporranno “meglio sarà per l’Europa”. Da questo punto di vista il Partito democratico, sottolinea Veltroni, “è una grande forza democratica libera dai condizionamenti del passato che fa politiche anche più radicali” dei partiti tradizionali. Secondo il leader democratico dunque, bisogna saper “mettere insieme le energie migliori” che ci sono in campo capaci “di mettere a punto nuove risposte che devono caratterizzare due nuovi campi” politici. Questa è la scommessa del Pd: “costruire una grande forza democratica, libera dai condizionamenti del ‘900 capace ad esempio di fare politiche inclusive più libere. Perché la cosa peggiore non è la moderazione, ma il moderatismo del ‘900 in caccia di legittimazione”.

Commissione Vigilanza RAI: Il centro-sinistra si ribella alla nomina di Villari

 “No all’arroganza, è un atto inimmaginabile da regime, non da democrazia”. Questo è stato il primo commento di Walter Veltroni all’ennesimo colpo di mano da parte del maggioranza. Un atto di “goliardia arrogante” ossia l’elezione di Riccardo Villari, senatore democratico, alla presidenza della Commissione di Viglilanza sulla Rai. Una decisione improvvisa e fuori da tutte le regole della consuetudine italiana di nomina della presidenza della commissione da parte dell’opposizione.

Il segretario del PD ha dichiarato ai cronisti che “la maggioranza non può impedire ad un gruppo parlamentare scelto dai cittadini di avere un proprio rappresentante nelle Istituzioni. Il centrodestra ha compiuto un atto di goliardia arrogante che è andato a sbattere contro il buonsenso e le regole”.

Veltroni scrive a Tremonti e Gelmini: Sospendete il decreto sulla scuola

 Il segretario del Pd Walter Veltroni ha scritto una lettera ai ministri Tremonti e Gelmini sulla questione dei tagli alla scuola e all’università. Una lettera in cui chiede a Giulio Tremonti e a Mariastella Gelmini di investire sulla scuola maggiori risorse e non minori; “riqualificare la spesa, e non semplicemente di tagliarla, seguendo un modo di procedere: quello di individuare soluzioni che siano condivise nel modo più ampio possibile e che proprio per questo risultino alla fine forti, incisive e durature nel tempo”. E ribadisce: “Non è possibile proseguire con la regola per cui ad ogni cambio di governo si mette mano al modo di funzionare di un settore decisivo per il futuro del Paese, per la vita di milioni di famiglie, di ragazzi, di insegnanti e professori”. Nella lettera ricorda anche come nelle ultime settimane il PD ha criticato il decreto ma ha anche presentato le sue proposte alternative e ricorda come nel paese sia cresciuto in modo del tutto autonomo, un movimento di protesta sereno, responsabile e pacifico. Così al ministro dell’Economia e alla titolare dell’istruzione chiede di “esercitare una virtù che dovrebbe essere propria di ogni governo: quella dell’ascolto e dunque del confronto.

Il Pd mette alla gogna Gasparri…con i manifesti

 Messo alla gogna dal centrosinistra per le frasi sul neo presidente statunitense Barak Obama. Gogna con manifesti con la faccia del capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri e lo slogan: “Vergogna”. Questa la protesta del Pd contro il suo commento (“Sarà contenta Al Qaeda”) sull’elezione del primo presidente di colore degli Stati Uniti. L’ex ministro protesta: “E’ uno stile più da Brigate Rosse che da partito democratico. Indicare un obiettivo con una foto in un momento in cui nelle piazze ci sono tensioni è irresponsabile”.”A Roma in queste ore campeggiano manifesti firmati dal Pd con la mia foto e su scritto “vergogna”. Sono più stupito che preoccupato da questi allievi di Goebbels e Stalin”, ha commentato il presidente dei senatori del Pdl. Piena solidarietà dai compagni di partito che chiedono al Pd di scusarsi ufficialmente.