Veltroni (PD): A cose fatte non si chiede la collaborazione su ricette crisi

di isayblog4 12 views0

Spread the love

No grazie, non in questo modo. È la risposta del Partito democratico all’appello di Silvio Berlusconi a «collaborare nell’interesse di tutti» per uscire dalla crisi. «Se davvero lo si vuole, se ne ascoltino le proposte e si concordino i provvedimenti», ha dichiarato Walter Veltroni «Non è immaginabile che l’opposizione venga semplicemente invitata a ratificare decisioni già prese senza alcun coinvolgimento. Le proposte anti crisi presentate dal governo sono purtroppo del tutto insufficienti: non c’è nulla di strutturale, nulla che riguardi i redditi e le pensioni, nulla che riguardi il precariato, molto poco per le piccole e medie imprese. Il governo si mostra ancora una volta inadeguato rispetto alla gravità della situazione, ma in Parlamento il Pd si muoverà come sempre nell’interesse del Paese».

TENSIONE – Secondo il segretario del Pd, «la maggioranza e il presidente del Consiglio con dichiarazioni e comportamenti tendono a inasprire i rapporti sociali e politici, un atteggiamento che appare tanto più irresponsabile vista la pesantezza di una crisi che il governo ha prima negato e che ora non riesce a fronteggiare». Veltroni rilancia infine una proposta: un tavolo con le parti sociali in cui sia presente non solo Confindustria, ma anche le piccole e medie imprese: «Invito il governo a non continuare sulla strada irresponsabile della divisone tra sindacati, un comportamento che non potrà che generare altro conflitto».

DI PIETRO – «Nel pacchetto anticrisi mancano interventi strutturali, ci sono misure limitate, insufficienti per risolvere la crisi», è l’opinione di Antonio Di Pietro, leader di Italia dei valori. «Noi comunque avremo un atteggiamento propositivo in Parlamento. Cercheremo di incrementare il sostegno alle famiglie, alle piccole e medie imprese e alle fasce più deboli».

CASINI: «CI VOLEVA PIÙ CORAGGIO» – Era necessario «più coraggio» da parte del governo, in particolar modo a sostegno delle famiglie: lo sostiene il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. «L’invito del presidente del Consiglio è accolto, ma questa manovra è insufficiente. Speriamo che il governo la cambi sostanzialmente alla Camera. Noi presenteremo i nostri emendamenti con spirito di grande costruttività. Ma per andare d’accordo bisogna essere in due, non si può fare niente unilateralmente. Il bonus famiglia è molto limitato: 1,20 euro al giorno per una famiglia di tre persone e reddito di 1.200 euro al mese. Noi avevamo proposto 100 euro mensili per il primo figlio, 50 per i secondi a scalare. Costava 6-7miliardi, ma poteva essere un grande piano che rilanciava i consumi».

DIFESA – Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti, difende invece il decreto anticrisi: «È un provvedimento a favore di otto milioni di famiglie e un aiuto soprattutto alle fasce più deboli della popolazione italiana. Un grande impegno per il rilancio delle piccole e medie imprese e quindi dell’economia, per la creazione di nuovi posti di lavoro».

BOSSI: «MIRACOLI DI TREMONTI» – È realista il ministro per le Riforme e leader della Lega Nord, Umberto Bossi: «Non ci sono soldi, Tremonti ha fatto i miracoli perché è riuscito a rastrellare tutti i soldi dello Stato. Il problema è che ci sono un sacco di licenziamenti, le fabbriche chiudono e quindi bisogna dare almeno gli ammortizzatori sociali, altrimenti qualcuno si butta da un ponte con figli e famiglia».

www.corriere.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>