Voto europeo, primi sondaggi: Pdl al 39%, cala il Pd, vola l’Idv

 Sorridono Berlusconi e Di Pietro. Nemici giurati ma, stavolta, accomunati dal segno più. Non ride il Pd che ha di che guardare con preoccupazione alla sua seconda grande prova elettorale. Molto deboli i segni di risveglio della sinistra radicale, mentre i centristi dell’Udc calano. Bene invece la Lega che rafforza il peso nel Nord del Paese. Sono queste le prime indicazioni che arrivano dal primo sondaggio sulle elezioni europee dell’anno prossimo realizzato da Ipr marketing per Repubblica.it. Una rilevazione fatta a sei mesi dal voto di giugno in attesa dell’eventuale varo della legge, voluta dal Pdl, che propone uno sbarramento al 5%. Soglia che taglierebbe fuori molti piccoli partiti.

Pdl primo partito, Pd al 28%. Primo partito si conferma il Pdl. Il partito di Berlusconi, infatti, tocca quota 39%. In crescita sia rispetto alle Europee del 2004 (quando però Forza Italia e An si presentarono da soli), sia rispetto alle politiche del 2008 che hanno portato il Cavaliere a Palazzo Chigi. Lo scorso aprile il Pdl arrivò al 37,3%, oggi sale di due gradini e arriva al 39%.

Verdini (PdL): Alle elezioni Europee, l’obiettivo è il 50%

“Forza Italia confluisce nel Pdl, non si scioglie. L’anima di Forza Italia e’ quello che rappresenta la rivoluzione berlusconiana che dal ’94 ha cambiato un po’ questo Paese”. Lo ha affermato Denis Verdini, coordinatore nazionale di Forza Italia, intervistato da Maurizio Belpietro durante la trasmissione ’Panorama del giorno’.

“Quello che portera’ Forza Italia nel Pdl e’ un processo lungo, difficile, unico nella storia del Paese. Pero’ dipende dal risultato del 13 aprile. Gli elettori hanno riconosciuto con grande forza la tendenza bipartitica del Paese, perche’ il 70 per cento ha votato il 38 per il Pdl e il 32 per il Pd. Hanno chiesto quindi la semplificazione della politica, un chiarimento, una modernizzazione del Paese facendo riferimento alle grandi democrazie occidentali”.

Quanto alle “resistenze nei due partiti principali, Forza Italia e An”, Verdini ha osservato che “e’ un po’ una storia comune nella storia dei partiti.

Europee, via le preferenze. L’Udc promette battaglia

 Sbarramento al 5 per cento, via le preferenze e aumento del numero delle circoscrizioni da 5 a 10. Queste le novità introdotte dal testo base della riforma della legge elettorale adottato dalla commissione Affari Costituzionali di Montecitorio. Il testo, messo a punto dal relatore Giuseppe Calderisi (pdl), ha accolto la proposta del capogruppo del Pd alla Camera, Antonello Soro, di portare il numero delle circoscrizioni da 5 a 10 (anzichè a 15, come proponeva il testo del pdl). Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per martedi’ prossimo. Il 27 ottobre la pdl approdera’ in Aula a Montecitorio.

Europee, Casini (UDC): Contro riforma elettorale battaglia a 360 gradi

 La questione della legge elettorale per le europee è al primo posto nella gerarchia dell’Udc.
Lo spiega il leader centrista Pier Ferdinando Casini sottolineando che “il tema della democrazia e del rapporto con gli elettori è la prima questione che va valutata”.
Quanto alle proposte dei riforma avanzate dalla maggioranza, “ogni paragone con la legge tedesca è improprio – dice Casini – lì ci sono partiti veri e non creati in laboratorio, che selezionano i candidati attraverso procedure democratiche. In Italia corriamo il rischio che due persone decidano la totalità dei parlamentari italiani”.
“Se l’argomento è quello della spese – aggiunge- si tratta di un argomento risibile – aggiunge – perché‚ basta fare circoscrizioni più piccole per ridurre le spese della campagna elettorale. Sono vecchie motivazioni della sinistra che non ci convincono e non ci hanno mai convinto. Oggi la questione è il rapporto con i cittadini. Berlusconi parla di democrazia della gente e dei partiti, noi di democrazia dei partiti e della gente. Ma questa – avverte il leader centrista – è una battaglia di libertà che condurremo a 360 gradi, nel Parlamento e nel Paese”.

Legge elettorale: Inizia lo scontro su soglia e preferenze

 Inizia alla Commissione Affari costituzionali della Camera la discussione sulla modifica della legge elettorale per le elezioni europee che si terranno nella prossima primavera.
Il relatore di maggioranza, Peppino Calderisi (Pdl), illustrerà la posizione già annunciata dalle forze di Governo: forte correzione del sistema proporzionale con l’introduzione del quorum al 5% e la cancellazione del voto di preferenza per allineare le norme elettorali delle europee con quelle vigenti per l’elezione del Parlamento nazionale e riduzione dell’ampiezza delle circoscrizioni, che da cinque diventano 15, (rispecchiando la divisione regionale con l’accorpamento di quelle più piccole), con conseguente diminuzione del numero di candidati per lista.

Legge elettorale europee, mercoledì si inizia. Casini, preferenza non si tocca

 “Siamo disponibili a ragionare su tutto, su una sola cosa faremo un ostruzionismo parlamentare serio e duro: se ci verrà sottoposta l’idea di abolire le preferenze perchè noi siamo in un Paese democratico e non possiamo fare una legge elettorale liberticida che consenta alle nomenclature dei partiti di scegliere i propri parlamentari”.
A margine della conferenza programmatica del partito a Pescara; il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, entra nel vivo di una delle battaglie estive della formazione centrista e prossimo oggetto di discussione in Aula.
“Su questo – ha spiegato Casini – faremo una grande battaglia di libertà fino all’ostruzionismo parlamentare perchè noi siamo una forza moderata che ragiona sempre. Siamo disponibili ad ogni compromesso sulle circoscrizioni, sulla soglia di sbarramento, ma non sulle preferenze, perchè sulle preferenze non sarebbe possibile alcun compromesso. Significherebbe – ha concluso – togliere , ancora una volta, il diritto ai cittadini di scegliere il proprio parlamentare. Su questo la battaglia sarà senza se e senza ma”.

Elezioni in Sicilia, il centro destra travolge il Pd. Ottimo risultato per Musumeci a Catania

 Una vittoria schiacciante che fa scomparire la sinistra radicale e getta nel caos il Pd che ora rischia l’estinzione in Sicilia. Il centrodestra esce vittorioso dalle elezioni amministrative, conquistando tutte le otto le Province dove si è votato, (ne aveva già cinque alle quali aggiunge le roccaforti «rosse» di Enna, Caltanissetta e Siracusa) e stravince nei tre comuni capoluogo Catania, Messina e Siracusa. Al voto sono andati 147 comuni, 40 dei quali con oltre 10 mila abitanti e di questi (quando mancano i definitivi di due comuni) 23 vanno al ballottaggio del 29 e 30 giugno e 12 se li è aggiudicati al primo turno il centrodestra (a Taormina il neo sindaco Mauro Passalacqua era sostenuto da sette liste civiche).

Il Presidente Napolitano si congratula con Amato per lo svolgimento delle elezioni

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è congratulato con il ministro dell’Interno Amato «per la prova offerta dal ministero dell’Interno nel garantire un corretto ed efficace svolgimento delle operazioni elettorali che hanno registrato, ancora una volta, un’alta affluenza alle urne». Il Presidente Napolitano ha espresso le sue congratulazioni anche «alla coalizione guidata dall’on. Berlusconi per la netta vittoria conseguita». «Il mio apprezzamento – ha inoltre manifestato il Presidente – per tutte le formazioni politiche e i candidati che hanno animato un libero e ordinato confronto elettorale».