Via libera dell’assemblea di Compagnia aerea italiana alla creazione della società per azioni, all’aumento di capitale per 1,1 miliardi rivolto agli attuali soci e in parte ai nuovi e alla nomina del Cda a 15, che farà la proposta per acquisire la parte ‘buona’ di Alitalia. Ma solo qualora tutti gli accordi sindacali fossero stati raggiunti. L’offerta rimarrà comunque sospesa fino all’ottenimento dei provvedimenti della Commissione Europea che attestino l’assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai e delle decisioni dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, e cioè nella seconda metà di novembre. Mese in cui dovrebbe essere scelto il partner straniero.
Economia
La Bce è pronta a tagliare i tassi
La Bce è disponibile a tagliare i tassi di interesse. Il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, è stato chiaro e, parlando a Madrid, ha detto che c’è la “possibilità” di una riduzione del costo del denaro in occasione della riunione del consiglio direttivo del prossimo 6 novembre. Sulla stessa linea la Federal Reserve e la Banca d’Inghilterra che si apprestano a varare nuovi interventi per aiutare economia e mercati di fronte all’imminente recessione, anche se appare poco probabile una nuova azione coordinata come accaduto lo scorso 8 ottobre. Si fa comunque più serrato il coordinamento fra i capi di governo europei: il premier britannico Gordon Brown incontrerà oggi il presidente francese, Nicolas Sarkozy, per discutere della crisi finanziaria internazionale, mentre giovedì vedrà la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Spesa pubblica, tutti i tagli ai ministeri della Finanziaria 2009
La dieta imposta dalla “finanziaria snella” colpisce soprattutto Economia, Sviluppo economico e Difesa. Ma anche Lavoro, che ha inglobato la Salute, Ambiente e Beni culturali non evitano il drastico taglio imposto dalla manovra triennale (Dl 112/08). È quanto emerge dalla fotografia scattata il 30 settembre scorso dalla Ragioneria generale dello Stato e rielaborata dall’Ufficio studi della Camera, dove la finanziaria e le 1030 pagine di tabelle della legge di bilancio hanno già avviato il loro esame parlamentare (si veda il grafico a fianco).
Per quanto riguarda il dicastero del ministro Claudio Scajola il saldo finale delle risorse lasciate sul tavolo del risanamento in valore assoluto è pari a poco meno di tre miliardi, per l’esattezza 2.835 milioni di euro. In sostanza, una riduzione del 22,7% rispetto alle dotazioni finanziarie al 24 giugno 2008, giorno precedente l’entrata in vigore della manovra di risanamento triennale del Governo.
Al secondo posto della virtuale classifica delle amministrazioni centrali più “tartassate” spicca l’Ambiente con un taglio di 276 milioni, di gran lunga inferiore ai valori assoluti registrati dallo Sviluppo economico, ma che in termini relativi si attesta intorno al 18 per cento. Interventi pesanti anche per la Difesa (961 milioni in meno), l’Istruzione (771), il Lavoro (569) e gli Esteri (330).
Incubo recessione. Tutte a picco le borse
Una giornata nera, come quella, storica, di un altro 24 ottobre, quello del 1929. A mandare a picco le Borse di tutto il pianeta è l’allarme recessione, un fantasma sempre più concreto dall’America all’Europa. Dopo il crollo dei mercati asiatici (Tokyo ha ceduto il 9,6%), anche i listini europei e Wall Street hanno registrato un vero e proprio tracollo.
EUROPA IN ROSSO – A Milano Piazza Affari chiude in forte calo, con l’indice Mibtel che arretra del 4,96% a 15.390 punti, lo S&P/Mib che lascia il 5,61% a quota 19.879 e l’All Stars a -3,62% a 8.857. Non va meglio per le altre piazze del Vecchio Continente: Parigi cede in chiusura il 3,54%, Francoforte lascia sul terreno il 4,96% e Londra termina la seduta in calo del 6,17%. Venerdì nero anche a Madrid, in flessione del 5,03%. In terreno negativo anche Zurigo (-5,28%) e Amsterdam (-4,63%). In fumo in tutta Europa altri 230 miliardi di capitalizzazione.
WALL STREET – A New York la giornata comincia malissimo, con le contrattazione sui future sospese già all’alba per eccesso di ribasso. L’apertura delle Borse americane vede il Dow Jones e il Nasdaq partire con un forte calo, con l’indice hi-tech arrivato a cedere quasi il 7%.
Incontro tra Abi e Confcommercio sulla crisi internazionale
Il presidente dell’Abi, Corrado Faissola e il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, si sono incontrati per discutere l’attuale situazione economico-finanziaria e fare il punto sui rapporti tra le banche italiane e le imprese del commercio, dei servizi e del turismo, alla luce delle turbolenze e delle difficoltà in atto sui mercati internazionali.
Nel corso dell’incontro, che si inserisce nel quadro dei contatti e del dialogo tra le associazioni di categoria e della collaborazione in atto con le istituzioni, per fronteggiare la situazione determinata dalla crisi americana, Faissola e Sangalli hanno ribadito la volontà delle due Associazioni di “continuare a lavorare insieme, per contribuire a ristabilire un clima di fiducia, indispensabile al rilancio dell’economia, e non far mancare il credito alle imprese che ne hanno bisogno”.
Confcommercio reagisce ai luoghi comuni su prezzi e crisi dei consumi
Confcommercio risponde con i “numeri” alle polemiche sui prezzi che troppo spesso trovano proprio nel mondo del commercio un capro espiatorio. Il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, ha dunque incontrato la stampa per sfatare, dati ufficiali alla mano, una serie di luoghi comuni e per illustrare le “cinque verità sui prezzi”. “In primo luogo – ha detto Bella- diciamo una volte per tutte che il calo dei consumi non causato dall’aumento dei prezzi ma dal fatto che il Paese è bloccato ormai da anni in termini di produttività e redditi”. “Basta osservare l’andamento dell’inflazione dei maggiori paesi europei che è pressoché uguale per tutti mentre i consumi registrano un andamento molto lento se non addirittura negativo, nel primo semestre 2008, solo in Italia”. “Se invece – ha osservato Bella – guardiamo i dati del Pil, scopriamo che in Italia il Prodotto interno lordo nel primo semestre 2008 è cresciuto dello 0,1, in Francia dell’1,6 in Spagna del 2,2 e nel regno Unito dell’1,9”.
Italia, è allarme recessione. Draghi: Colpite le famiglie
Per l’Italia è allarme recessione. Quello che si temeva per il nostro Paese, viene confermato dalle ultime stime del Fondo Monetario Internazionale. E certificato anche dalle parole del governatore di Bankitalia Mario Draghi che rileva «segnali negativi per i prossimi trimestri». Nello stesso giorno in cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi annuncia un «tavolo, a Palazzo Chigi, con banche e imprenditori», Bankitalia e Fmi lanciano l’allarme sullo stato di salute dell’economia italiana, sulla scia della crisi dei mutui.
«CALANO I CONSUMI» – «Dopo il calo del Pil nel secondo trimestre i più recenti indicatori confermano segnali negativi per i prossimi trimestri». È questo l’allarme lanciato da Mario Draghi, in audizione in Senato.
Per battere la crisi spunta l’ipotesi rottamazione
Rottamazione non solo per le auto, ma anche per gli elettrodomestici. E’ con un occhio rivolto anche all’efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni che il Governo sta studiando un pacchetto di misure per ridurre l’impatto della crisi economica globale sulla struttura produttiva italiana. Una serie di interventi che potrebbe essere messa a punto già la prossima settimana e che dovrebbe comprendere anche un meccanismo di garanzia del credito per le aziende che venissero a trovarsi in difficoltà.
L’ipotesi su cui si sta riflettendo all’interno dell’Esecutivo è quella di un meccanismo di rottamazione rivolto sia alle automobili che agli elettrodomestici. Un progetto a cui lavorano in particolare al Ministero dello Sviluppo Economico e che si muove nel filone del programma di incentivi ‘Industria 2015’ puntando a combinare efficienza energetica e innovazione.
Confcommercio: Per l’Italia crescita sotto zero sia nel 2008 che nel 2009
La crisi dei mercati aggrava la situazione economica dell’Italia. Nel 2009 il Pil calerà dello 0,3% e anche quest’anno è atteso in flessione dello 0,3%. A frenare è soprattutto la spesa delle famiglie residenti che, nel 2009, calerà dello 0,5%, mentre gli investimenti sono attesi in totale stagnazione. Sono dunque rinviate al 2010 “le effettive possibilità di riavvio di un ciclo espansivo delle attività produttive”. E’ quanto prevede l’Ufficio Studi Confcommercio, le cui stime sono state diffuse a Pramaggiore (Venezia) dal presidente Carlo Sangalli.
Nelle stime si sottolinea come “gli impulsi recessivi derivanti dall’attuale contesto Internazionale” appaiono “amplificati e destinati a tradursi in un profilo ciclico ben peggiore rispetto alla media dell’euroarea, sempre che risulti fondata l’ipotesi della presunta solidità del settore creditizio nazionale, sia in termini di liquidità, sia in termini di solvibilità”.
Unicredit: la Libia chiede un vicepresidente
La banca centrale libica sembra intenzionata a chiedere un posto nel consiglio d’amministrazione di UniCredit, di cui è ormai secondo azionista (dietro la Fondazione Cariverona) con il 4,23%. L’obiettivo, riferisce una fonte, sarebbe la vicepresidenza dell’istituto, a cui i libici avrebbero candidato il governatore della banca centrale, Farhat Omar Bengdara. La richiesta potrebbe essere stata già avanzata ai grandi soci di UniCredit, banca in cui i fondi sovrani di Tripoli hanno investito oltre 1 miliardo di euro comprando titoli sul mercato. Come è noto, la Libia ha inoltre dato la propria disponibilità a sottoscrivere una tranche di 500 milioni del prestito obbligazionario di prossima emissione. UniCredit ha attualmente 5 vicepresidenti.
Oltre al dossier UniCredit, i fondi libici, secondo la medesima fonte, stanno studiando l’acquisizione di una quota dell’Eni (di cui avrebbero già lo 0,7%) e non avrebbero rinunciato all’ingresso in Telecom Italia.