Confcommercio: Per l’Italia crescita sotto zero sia nel 2008 che nel 2009

di isayblog4 21 views0

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La crisi dei mercati aggrava la situazione economica dell’Italia. Nel 2009 il Pil calerà dello 0,3% e anche quest’anno è atteso in flessione dello 0,3%. A frenare è soprattutto la spesa delle famiglie residenti che, nel 2009, calerà dello 0,5%, mentre gli investimenti sono attesi in totale stagnazione. Sono dunque rinviate al 2010 “le effettive possibilità di riavvio di un ciclo espansivo delle attività produttive”. E’ quanto prevede l’Ufficio Studi Confcommercio, le cui stime sono state diffuse a Pramaggiore (Venezia) dal presidente Carlo Sangalli.

Nelle stime si sottolinea come “gli impulsi recessivi derivanti dall’attuale contesto Internazionale” appaiono “amplificati e destinati a tradursi in un profilo ciclico ben peggiore rispetto alla media dell’euroarea, sempre che risulti fondata l’ipotesi della presunta solidità del settore creditizio nazionale, sia in termini di liquidità, sia in termini di solvibilità”. Il profilo ciclico del 2008, secondo Confcommercio, si è presentato con impulsi di tipo recessivo già dal secondo trimestre, con un calo del Pil dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, “determinato dalla sensibile frenata nella spesa delle famiglie e dal sostanziale azzeramento del contributo delle esportazioni nette”. La dinamica stagnante dei consumi delle famiglie residenti perdura in realtà dalla metà dello scorso anno, “a causa dell’erosione nel potere d’acquisto delle famiglie conseguente alla componente importata dell’inflazione via materie prime, che si è riflessa sui prodotti alimentari ed energetici in particolare”. A ciò devono aggiungersi le conseguenze negative della crisi dei mercati finanziari che, combinate con le decisioni di politica monetaria in funzione antinflazionistica, hanno reso più oneroso il credito al consumo, contribuendo a deprimere ulteriormente il clima di fiducia ed i comportamenti di spesa delle famiglie, soprattutto per le decisioni legate all’acquisto di beni durevoli.

Anche l’altra componente della domanda interna, gli investimenti, ha evidenziato “una situazione di debolezza in tutti i comparti, ma principalmente nel settore delle costruzioni, che hanno accusato una flessione congiunturale nel secondo trimestre Dell’anno di quasi un punto percentuale”. Pure ipotizzando una crescita congiunturale nulla, quindi in assenza di ulteriori flessioni, il 2008 si chiuderebbe con una crescita prossima allo zero del Pil (+0,1%), ma soprattutto con una netta caduta della spesa delle famiglie residenti (-0,4%) e della spesa sul territorio (-0,5%), che incorpora anche il saldo della bilancia turistica. “Si tratta del dato peggiore in assoluto rispetto ai principali Paesi dell’eurozona, che pur scontando gli stessi effetti negativi delle variabili esogene, mantengono un profilo di crescita che l’economia italiana riesce a realizzare solo nelle fasi fortemente espansive del ciclo europeo e internazionale”, sottolinea l’Ufficio Studi.

Ma è molto probabile, secondo le previsioni di Confcommercio, che il Pil del 2008 si chiuda in recessione, con una variazione negativa rispetto al 2007 dello 0,3%, determinata essenzialmente dall’ulteriore flessione della spesa per consumi, -0,5% nella componente dei residenti, ma più accentuata sul territorio (-0,7%) a causa della forte contrazione di arrivi e presenze straniere nella seconda metà dell’anno in corso, che rendono negativo il contributo ai consumi del saldo turistico. Ci si attende una flessione anche nella componente degli investimenti, in quanto “le attuali turbolenze dei mercati finanziari e la crisi bancaria creano un clima di incertezza nelle imprese e potrebbero tradursi in fenomeni di razionamento del credito, con ricadute negative sulle attività reali”.

Quanto alle prospettive del 2009, molto dipenderà dal protrarsi delle conseguenze negative legate al crollo dei mercati azionari e dalla “credibilità delle misure adottate dal Governo per fronteggiare la crisi di eventuale insolvenza del settore bancario”. Il clima di fiducia delle famiglie dovrebbe permanere orientato su posizioni pessimistiche, in quanto “l’eventuale recupero di potere d’acquisto per il raffreddamento delle tensioni inflazionistiche sulle materie prime alimentari ed energetiche, verrebbe più che compensato dalla situazione di incertezza del contesto internazionale in merito all’evolversi della crisi finanziaria globale, mantenendo nelle famiglie comportamenti altamente prudenziali in merito alle decisioni di spesa che si traducono, di fatto, in un’accentuazione delle propensione al risparmio”.

www.confcommercio.it

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