Alla finale della VII edizione di Start Cup proposti anche due progetti per l’ edilizia apprezzati da Assoedilizia, invitata all’ evento. Ancora una generazione per formare una cultura imprenditoriale competitiva.
Quanto è difficile, per i giovani, fare impresa in Italia? (non, ad esempio, aprire una pizzeria o un outlet, ma proprio un’ impresa dotata di tecnologia, piccola o grande). È molto difficile. Sia perché esistono pochi incubatori, cioè strutture universitarie di ricerca in grado di tradurre un’ invenzione o un brevetto, in produzione; sia perché, una volta che questo avvenga, non si trovano risorse per la produzione stessa, la distribuzione, l’ internazionalizzazione; sia, soprattutto, per motivi culturali.
I due terzi dei laureati provengono da famiglie prive di questo titolo di studio. I giovani che hanno conquistato il pezzo di carta non possono certo aver acquistato dalla famiglia di modesto censo anche quel mix di conoscenza, relazioni, spirito imprenditoriale fondamentali per presentarsi con speranza di successo nel mondo del terziario avanzato. In prevalenza saranno solo buoni esecutori.
Il cambiamento avverrà con la prossima generazione, con i figli dei laureati di oggi, anche se si presentano già segnali positivi da parte di quel 20% di giovani che hanno fatto, sia pure solo attraverso l’ Erasmus, esperienza all’ estero. È una delle più interessanti considerazioni – proposta dal rettore Giulio Ballio – emerse alla finale della VII edizione della Start Cup Milano Lombardia al Politecnico di Milano, appuntamento annuale che individua e valorizza i migliori progetti d’ impresa altamenti innovativi, promosso da sei università lombarde – Politecnico di Milano, Cattolica, Bocconi, Statale, Milano – Bicocca, Iulm – e dal Centro Promozione Start – Up Usi – Supsi di Lugano.