Manovra, Senato ok alla fiducia

di isayblog4 16 views0

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Le novità: Iva aumentata al 21%, contributo sopra i 300mila euro, stretta su pensioni rosa dal 2014.
Il Senato ha detto sì alla fiducia posta dal governo sul maxiemendamento al decreto legge sulla manovra economica. La manovra bis, lievitata in Senato da 49,8 a 54,2 miliardi nel 2013, passa ora all’esame della Camera. Secondo fonti parlamentari della maggioranza la manovra dovrebbe essere approvata definitivamente alla fine di questa settimana o, al più tardi, all’inizio della prossima.

Il maxiemendamentoequivale a 4,342 miliardi di euro nel 2012, 4,399 mld nel 2013 e 4,389 mld nel 2014, somme che andranno a impattare positivamente sul deficit dello Stato. Quasi tutto il gettito aggiuntivo arriva dal ritocco dell’aliquota Iva dal 20 al 21%.

Le novità principali sono tre: aumento di un punto Iva, dal 20 al 21%, con destinazione del maggior gettito a miglioramento dei saldi del bilancio pubblico; fino al pareggio di bilancio, contributo del 3% sopra i 300 mila euro; adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato a partire dal 2014. Inoltre nel maxiemendamento si legge che ”Per i soggetti che hanno aderito al condono di cui alla legge 27 dicembre 2002, n. 289, i termini per l’accertamento ai fini dell’imposta sul valore aggiunto pendenti al 31 dicembre 2011 sono prorogati di un anno”.
Il voto di fiducia è stato chiesto per evitare sorprese e per abbreviare i tempi di approvazione, malgrado Pd e Terzo polo avessero deciso di dare il via libera alla manovra entro oggi rinunciando a molti emendamenti e riducendo al minimo gli interventi nel dibattito generale.
Tra le decisioni assunte dal Consiglio dei ministri c’è quella di approvare, in una nuova riunione, un disegno di legge costituzionale che prevede la regola del pareggio di bilancio (analogo provvedimento è stato approvato dal Parlamento spagnolo nei giorni scorsi) e l’attribuzione alle Regioni delle competenze delle Province che verranno abolite alla fine dell’iter di modifica della Costituzione. Mentre dell’aumento dell’Iva e della reintroduzione del contributo di solidarietà si era continuato a parlare nei giorni scorsi, la sorpresa delle ultime modifiche riguarda l’equiparazione dell’età per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne a 65 anni. Su questo punto il ministro Giulio Tremonti è riuscito a strappare il sì della Lega che si era impegnata fino a ieri a non modificare ulteriormente le norme previdenziali.
Tutti si devono arrendere al crollo dei mercati e ad uno spread che schizza di nuovo pericolosamente in alto. Tremonti deve accettare l’aumento dell’Iva contro il quale si è battuto fino all’ultimo. La Lega accetta l’adeguamento dell’età di pensionamento delle donne del settore privato a quelle del pubblico impiego, a partire dal 2014. Anche Berlusconi deve accettare un allargamento del contributo di solidarietà del 3% che oggi – su sua stessa proposta – per rafforzare la manovra in cdm viene esteso ai redditi superiori ai 300 mila euro (nel vertice di maggioranza l’asticella era stata fissata a 500 mila), almeno fino a quando non sarà raggiunto il pareggio di bilancio. Viene anche raddoppiato il contributo dei parlamentari che oltre all’indennità hanno conservato un reddito da lavoro, e quindi pagheranno il quadruplo di un dipendente pubblico soggetto al contributo.
Confindustria approva le ultime novità sulla manovra che invece sono bocciate dai sindacati che si ricompattano sul fronte del no, che si allarga a commercianti e consumatori. Cgil, Cisl e Uil dunque, inaspettatamente unite, respingono l’aumento dell’Iva e l’adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato dal 2014. Gli industriali parlano invece di ”alcune misure che vanno nella direzione di rafforzare l’efficacia della manovra”. Susanna Camusso definisce il governo ”in evidente stato confusionale, sordo di fronte al paese e sempre più condizionato dagli umori dei mercati. La manovra è iniqua, sbagliata, produce effetti depressivi e non è in grado di raggiungere gli obiettivi di sviluppo e di crescita”.

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