Università, Lega apre al dialogo. PD: Sì al confronto solo con stop ai tagli

di isayblog4 13 views0

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Non decollano le prime timide prove di dialogo tra i poli su scuola e università. Roberto Calderoli lancia al Pd un messaggio di pace: «Sull’università decidiamo assieme». Walter Veltroni risponde: il confronto può partire solo se il governo torna indietro sui tagli. La maggioranza si divide. D’accordo sull’autocritica di Calderoli il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni: «Fa bene a esortare al dialogo». A Veltroni la ministro di An replica che bisogna distinguere: «Il Pd si lamenta dei tagli ma vorrei sapere se Veltroni pensa di difendere ancora gli sprechi, le parentopoli, e i baroni». Ma sul tema dei fondi invita l’esecutivo a riflettere. D’accordo sul dialogo con Veltroni anche il ministro Brunetta. Maurizio Gasparri è invece contrario all’apertura di Calderoli. «Non è possibile dialogare sulla base di menzogne, con chi mente». Sulla ricerca di fondi per l’università, Gasparri invece sottolinea che «serve più generosità». L’altro capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto che, a prescindere dal tema del dialogo, dà già appuntamento all’anno prossimo per la riforma universitaria: «Credo che il 2010 sarà un anno cruciale». Il presidente della Lombardia Roberto Formigoni intanto avverte l’esecutivo: sui tagli ci ripensi. I sindacati, nel confermare lo sciopero generale del 14 novembre, propongono una riforma della 133.

Calderoli a Veltroni: decidiamo insieme.
Il ministro della Semplificazione parla della necesiità di «discorso unitario per creare una base reale di ragionamento e ripartire». Sulla scuola, ammette Calderoli, il governo ha «sicuramente» sbagliato in termini di comunicazione.

Walter Veltroni è disposto al confronto con il governo sull’università ma solo se verranno sospesi i tagli. «Vedo che il governo manifesta sull’Università una preoccupazione e una attenzione nuove rispetto a quanto ha mostrato sinora. Ne prendiamo atto – ha affermato in una dichiarazione, il segretario del Pd -. Ma, se il governo è interessato ad aprire su questi temi un confronto in Parlamento questo sarà possibile solo a condizione che vengano sospesi e resi inefficaci i provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria che impediscono, con tagli indiscriminati a scuola e università, ogni intervento necessario per il rilancio del nostro sistema formativo ed educativo».

«Crediamo che la scuola e l’università abbiano bisogno di un intervento serio di rinnovamento e di riforma, su questa strada si può avviare in Parlamento un confronto reale che coinvolga il mondo della scuola ma, ripeto, dopo aver preliminarmente sospeso – ha concluso Veltroni – gli effetti perversi innescati dai tagli».

Meloni: approfondire temi fondi.
Calderoli «fa bene a esortare al dialogo» secondo il ministro della Gioventù. Critica l’atteggiamento del Pd («resta su posizioni di chiusura, evitando di entrare nel merito dei problemi») ma invita anche l’esecutivo ad «approfondire il tema dei fondi. È giusto tagliare gli sprechi e i troppi privilegi ma non si tagli il diritto allo studio».

Gasparri: nessun dialogo con chi mente.
Non è affatto d’accordo con la proposta di Calderoli di apertura al dialogo con il Pd Gasparri per il quale «non è possibile dialogare sulla base di menzogne, con chi mente. Non dobbiamo fare alcuna autocritica». Per quanto riguarda la ricerca di fondi per l’università, Gasparri chiede tuttavia «più generosità». «Dobbiamo capire che è cambiato tutto il quadro di riferimento a livello europeo. Il mondo è cambiato e per questo dobbiamo avere politiche pubbliche più generose di fronte a regole nuove, pur sempre lottando contro gli sprechi e le inefficienze».

Brunetta: accordo possibile.
Per il ministro si può trovare un «terreno di dialogo» con Veltroni che indica in una serie di punti: «Il valore legale del titolo di studio, la chiusura dei corsi di laurea fasulli, l’introduzione della meritocrazia all’interno dell’università, cacciare i baroni, favorire i giovani ricercatori….su tutte queste cose noi la pensiamo così – ha detto al Tg4 – forse la pensano così anche loro, perché non ci mettiamo d’accordo?». «Ho cercato più volte Veltroni tre giorni fa per dirgli tutte queste cose – ha aggiunto – ma non mi ha risposto, questo mi dispiace».

Gelmini. Nel mondo dell’università servono riforme vere, «non di facciata».
Ad affermarlo il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini in un messaggio di saluto per l’inaugurazione del Politecnico di Milano dove non sono mancate le proteste degli studenti. La Gelmini nel messaggio ha detto di apprezzare la «saggezza e prudenza» del Politecnico che si è impegnato «in un dibattito serrato ma costruttivo». «È in questo modo – ha aggiunto – sforzandosi di comprendere e dialogare che riusciremo insieme a impostare le soluzioni migliori per rafforzare le nostre università». «Non condivido i giudizi sommari e le critiche generiche – ha scritto il ministro -. Nel nostro sistema universitario si registrano certamente problemi anche seri e storture da raddrizzare ma ci sono migliaia di docenti che svolgono con impegno e dedizione i loro compiti. È per loro e per il futuro delle giovani generazioni, le quali si aspettano dall’università un’occasione irripetibile di crescita umana e professionale, che dobbiamo sforzarci di lavorare in un clima di dialogo e rispetto».

Casini: riforma sì, tagli no.
Contro la riduzione dei fondi all’università interviene anche Pier Ferdinando Casini, secondo il quale «la riforma della scuola e dell’università è necessaria, ma non si può fare con i tagli». Casini sollecita quindi il governo a non fare un decreto sull’Università, perché «acuirebbe una spaccatura nel Paese che non ha ragione di esistere. Questo è il momento dell’unità, della serietà, del lavoro comune»

Formigoni. Dubbi comunque ci sono anche nel Pdl.
«Il mio è un invito al ripensamento. Bisogna razionalizzare le spese in un momento di crisi come questo ed è ovvio che tutti abbiano questo dovere ma la razionalizzazione deve venire puntando sulla qualità», ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, che oggi ha partecipato all’inaugurazione dell’anno accademico al Politecnico di Milano. «Un messaggio forte che oggi qui mi sembra venire da tutte le voci che hanno preso la parola stamane». Secondo Formigoni: «Non sono accettabili tagli indifferenziati: non si può tagliare nello stesso modo in università in cui ci sono sprechi e dove non ce ne sono». Così secondo il presidente della Regione si rischia di «premiare l’inefficienza e la diseconomia e non chi ha speso meglio». Per Formigoni occorre «una riforma universitaria coraggiosa e organica per recuperare competitività su scala internazionale. Una riforma va affrontata con il dialogo con il mondo universitario e l’opinione pubblica». Formigoni ha poi concluso che occorre «uscire dal sistema dei fondi a pioggia, puntare sull’autonomia e cercare altre modalità per nuove risorse da destinare, con interventi regionali, agli studenti».

Sindacati rilanciano riforma contro 133. Una proposta concreta di intervento per lo sviluppo dell’università italiana, che va in una direzione diametralmente opposta ai tagli imposti dalla legge 133, ma che anzi avvicini l’Italia alla media Ocse. È quanto hanno avanzato oggi i sindacati Flc Cgil, Cisl e Uil università – insieme con la Cisal, il comitato nazionale universitario (Cnu), il sindacato universitario nazionale (Sun) e con i docenti, dottorandi, ricercatori e studenti (Adu, Adi, Andu, Apu, Cnru, Rnrp, Udu). La proposta è stata presentata a La Sapienza in vista dello sciopero generale del 14 novembre. Tra le proposte dei sindacati figurano «una previsione pluriennale di crescita del finanziamento» che avvicini l’Italia alla media Ocse; un’operazione di reclutamento straordinario «per dare prospettiva all’abnorme area del precariato» e la ripresa di quello ordinario «evitando immissioni concentrate nel tempo e riavviando un processo di immissione di giovani». Prevista anche l’istituzione di un organismo di coordinamento nazionale «capace di assicurare l’autonomia del sistema universitario e un suo sviluppo organico». Altro punto è la «rimozione delle barriere di accesso alle facoltà e la valorizzazione del merito degli studenti attraverso un monitoraggio nel corso del loro percorso di studio». Infine, una riforma del dottorato che organizzi i corsi in scuole in grado di fare da tramite tra la ricerca universitaria, la ricerca privata e i motori di innovazione.

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