Schifani (PdL): Il Palazzo non deve più parlare a se stesso ma ai cittadini

di isayblog4 13 views0

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Renato Schifani è il nuovo Presidente del Senato. Alla prima votazione ha ottenuto 178 voti a fronte di una maggioranza richiesta di 162 voti. Nel suo discorso di insediamento, Schifani ha delineato i tratti del proprio mandato:

“Sento forte la necessita’ di un impegno crescente per la sicurezza e per l’affermazione dei valori di legalita’, perche’ ho vissuto, insieme a tutti gli altri siciliani, il dolore di vedere la mia terra ferita, vessata, umiliata e, insieme, l’orgoglio di vedere una Sicilia che non si e’ mai piegata ne’ mai data per vinta ed e’ stata capace invece di rialzarsi e gridare il suo rifiuto della violenza, della prepotenza e dell’illegalita’”.

Schifani ha dato atto al Parlamento di “aver legiferato proficuamente, stabilizzando il 41bis, il cosiddetto carcere duro, e di aver ha sostenuto magistratura e polizia giudiziaria in quella fruttuosa opera che da sette anni a oggi ha consentito la cattura di pericolosi latitanti ai vertici della criminalita’ organizzata, recidendo molti rami della mala pianta del racket delle estorsioni”. Ma non basta. Schifani si e’ detto “fermamente convinto” che la lotta a tutte le mafie “non dovra’ avere, ma neanche mostrare, alcuna pausa”. E “voglio rivolgere un pensiero a quegli eroi civili della lotta alla mafia che, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, hanno donato la loro intelligenza e la loro vita. Tanti, troppi caduti tra magistrati, uomini delle Forze dell’ordine, giornalisti, imprenditori, ai quali ci inchiniamo riconoscenti e debitori”.

“L’avvenuta semplificazione del quadro politico potra’ aiutare la stabilita’ e potra’ aprire in tempi brevi una feconda stagione di riforme condivise. La riduzione dei gruppi parlamentari potra’ rappresentare una significativa facilitazione dei lavori di quest’aula e delle commissioni. Quella maturita’ dovra’ essere la fonte primaria per alimentare la capacita’ di ascolto che le forze politiche oggi rappresentate in Parlamento dovranno esercitare per farsi interpreti di tutte le esigenze del paese, comprese quelle delle minoranze oggi non piu’ presenti. Questo per la politica e’ un valore ed e’ uno degli elementi idonei a ricollocarla al suo posto ambito: non a destra, al centro o a sinistra, ma in alto: dove al di la’ delle democratiche competizioni elettorali e dei suoi esiti, e’ possibile confrontarsi, ciascuno con la propria sensibilita’, per il bene comune. Questa semplificazione ne richiama un’altra: quella del linguaggio, della comunicazione politica con la quale il Palazzo non deve piu’ parlare a se stesso e per se stesso, ma ai cittadini. Questo nostro tempo, questo attuale tempo della politica ci offre una straordinaria opportunita’. Sta a noi saperla cogliere”.

Schifani ha inoltre sottolineato “il rinnovato amore dei cittadini verso il proprio paese, verso la nostra Patria; e le sempre piu’ presenti espressioni politiche che ne mettono in evidenza i caratteri regionali e territoriali non fanno altro che esaltarne le diversita’ nell’unita’, le ricchezze nazionali e nello stesso tempo le necessita’ locali. La nostra e’ sempre stata una terra di grandi talenti, dove sono nati ed hanno operato geni che hanno fatto la storia dell’umanita’; dobbiamo dunque rafforzare nel mondo l’immagine di un’Italia che produce, che crea, che esporta, che e’ orgogliosa della propria storia e delle proprie tradizioni. E che, davanti alle difficolta’, sa reagire con determinazione. Lo dimostrano le decine di migliaia di imprenditori che, nonostante le oggettive difficolta’ della congiuntura internazionale, riescono a tenere testa alla sfida globale.

Dobbiamo difendere senza tentennamenti le nostre radici cristiane, la nostra identita’ che tanto ha contribuito alla nascita dell’Occidente e della nostra civilta’. Dimenticare le proprie radici significa perdere l’anima, non ritrovare piu’ se stessi, non trovare piu’ le ragioni forti dell’appartenenza che ci permettono di accogliere e dialogare con gli altri, senza cedimenti e senza ipocrisie. L’Occidente, l’Europa e l’Italia o ritornano alle proprie radici o sono destinati a un irreversibile tramonto. Siamo chiamati dunque a tenere alto il nome e il prestigio dell’Italia. Sia nel contesto dell’Europa unita di cui siamo stati fin dall’inizio fondatori, sia nel contesto internazionale, attraverso il saldo rapporto atlantico e il ruolo geopolitico nella grande area del Mediterraneo. Il nostro Paese deve ribadire sempre di piu’ al mondo il suo ruolo di portatore di pace e di democrazia. Sulla concreta solidarieta’ democratica ai Paesi in difficolta’ l’Italia sta offrendo un contributo di altissimo valore.

Ha il merito, che nasce da un dovere umanitario, delle missioni di pace che, sotto l’egida dell’Onu, contribuiscono all’impianto di servizi umanitari e spesso all’avviamento di nuove democrazie. Seguiamo con ammirazione e partecipazione l’operato dei nostri uomini impegnati in questi rischiosi territori ed a loro va la nostra sincera gratitudine”. Applausi quando si e’ soffermato sul ruolo dei soldati italiani impegnati in missioni all’estero: “Il nostro pensiero gratissimo e commosso va anche a coloro che hanno sacrificato la vita per l’umanita’ in nome dell’Italia e dei suoi valori: ai ragazzi di Nassiriya e agli altri che, come loro, hanno scritto il loro nome nel Pantheon degli eroi per la pace. È un ricordo, quello di questi uomini caduti per la pace, che rimane indissolubilmente congiunto a un altro, al ricordo della compostezza con cui i loro cari hanno vissuto la loro tragedia familiare. È stata una vera, indimenticabile, lezione per tutti.

Il neo presidente del Senato ha infine rivolto un pensiero ai giovani:
“Di grande consolazione, e certo non ragione di rassegnazione, appare a tutti l’evidente spinta che li ha mossi a difendere i nostri valori piu’ importanti, quella cioe’ di preservare dalla violenza e dall’oppressione criminale il nostro futuro, il futuro dei nostri figli. Ed e’ proprio a loro, ai giovani, a quelli a cui siamo chiamati a consegnare un’Italia piu’ florida e piu’ sana, che voglio dedicare il mio pensiero conclusivo. Ai giovani chiedo di guardare alla politica e alla forza delle istituzioni perche’ alle loro istanze, che sappiamo essere prioritariamente la casa, il lavoro e la cultura risponderemo con l’impegno e l’ausilio necessario di tutte le forze politiche. La nostra saggezza, se c’e’, vale come testimonianza e patrimonio per la loro audacia, il loro entusiasmo, la loro fiducia. Siamo chiamati a sostenerli nel percorso che li porta a diventare adulti e a svolgere ruoli che oggi noi svolgiamo. Soltanto se avremo le carte in regola, se avremo fatto quando dovuto e quanto necessario, potremo guardarli negli occhi e vedervi specchiato il nostro paese, la nostra Italia”.

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