Governo, è il giorno del tutto per tutto tra Bossi e Berlusconi

di isayblog4 20 views0

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Quella di oggi potrebbe essere una giornata decisiva per la formazione del quarto governo Berlusconi. Il leader del Pdl e premier in pectore Silvio Berlusconi ha lasciato stamane, intorno alle 8.30, la sua residenza romana di palazzo Grazioli. Il Cavaliere è atteso ad Arcore, dove incontra Umberto Bossi.

DECISIONI DA PRENDERE
L’obiettivo del vertice è definire la presenza del Carroccio nel futuro esecutivo: da risolvere, in particolare, il nodo legato al ruolo che andrà a ricoprire Roberto Calderoli. Il senatore leghista, lanciato da Bossi come vicepremier, ha incontrato la resistenza dello stato maggiore di FI e in particolare di Gianni Letta. Una soluzione immaginata ieri durante il vertice fra Berlusconi e i dirigenti forzisti prevede un passo indietro di Bossi rispetto al ministero delle Riforme, dicastero che spetterebbe dunque proprio a Calderoli.

«Abbiamo lavorato su diverse cose, anche sulla composizione del governo. Procede bene, ma la squadra non è ancora definita». Silvio Berlusconi si concede una pausa al termine di una lunga riunione con il gruppo dirigente di Forza Italia. L’incontro al quale hanno preso parte Gianni Letta Sandro Bondi, Fabrizio Cicchitto, Paolo Bonaiuti, Franco Frattini, Renato Schifani, Niccolò Ghedini è servito, dice il Cavaliere, «a cercare di mettere in ogni posto uomini in grado di svolgere il compito loro affidato».

Il Senatur teme di vedere rimesso in discussione lo schema fissato nell’ultimo vertice dell’«asse del Nord», domenica scorsa ad Arcore. In quella sede la Lega aveva avanzato la richiesta di tre ministeri e di un vicepremier, destinati a Maroni (Interno), Riforme (Bossi), Zaia (Politiche agricole) e Calderoli (Vicepremier). L’impegno era di parlarne con gli alleati, trovare un’intesa e poi rendere pubblici nomi e incarichi. Bossi, però, li aveva diffusi facendo irritare Berlusconi, il quale aveva replicato dicendo che la squadra non era ultimata e che ci sarebbero state delle sorprese.

Ora la Lega Nord insiste per avere Calderoli vicepremier. L’ex ministro delle Riforme si è ritagliato un ruolo di interlocutore della minoranza, sostenendo che i primi tre anni della legislatura dovranno essere segnati da una fase costituente. Ma questo attivismo non è molto apprezzato. Su di lui ci sarebbe il veto di Letta. Ecco perché quando si domanda a Berlusconi se la questione è in via di risoluzione lui si rifugia in un «vediamo, vediamo ». Anche le voci sui possibili ministri (Raffaele Fitto agli Affari regionali, Angelino Alfano alla Funzione pubblica, Bondi ai Beni culturali, Bonaiuti ai Rapporti con il Parlamento) vanno prese con cautela perché le decisioni in proposito sono suscettibili di variazioni.

Al momento di incarichi certi ci sono Giulio Tremonti all’Economia, Franco Frattini agli Esteri, Mariastella Gelmini all’Istruzione, La Russa alla Difesa, Matteoli alle Infrastrutture, Elio Vito (Giustizia). E Gianfranco Miccichè che soddisfatto dichiara, uscendo da Palazzo Grazioli, residenza privata del Cavaliere: «Sarò sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per il Sud e il Cipe (Comitato interministeriale per programmazione economica)». Per avere quindi un quadro completo sarà necessario attendere ancora alcuni passaggi politici. Il primo è l’incontro di oggi tra Berlusconi e Bossi. C’è poi l’esito del ballottaggio a Roma. Se Alemanno prevarrà su Rutelli e diventerà sindaco è possibile che il peso di An all’interno del governo venga rivisto. Anche perchè in Fi ci si è accorti che il partito di Fini, in iva di smobilitazione, avrebbe ottenuto troopo rispetto al risultato ottenuto alle elezioni.

www.ladestranews.it

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