L’intervento di Enrico Boselli a presentazione della campagna elettorale dei socialisti

di isayblog4 22 views0

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“L’8 marzo è la festa delle donne, per noi diritti civili e diritti sociali camminano con lo stesso passo. Lo ha detto bene Grillini, lo diciamo da sempre. Per ragioni diverse non ho parlato in nessuna delle due occasioni che mi sono state date in campagna elettorale.
A Genova, dove 116 anni fa è iniziato il cammino dei socialisti italiani, è successo che è morto l’ennesimo operaio nei cantieri del porto. Mi sono rifiutato di parlare, in segno di rispetto per un lutto. La seconda occasione è stato giovedì scorso, nella trasmissione Porta a Porta di Vespa. Ho riflettuto sul dire che siamo in campagna elettorale con regole truccate, e rinunciare all’unica occasione che mi era stata data è stata una scelta felice: chi ha guardato quella trasmissione ha capito cosa vuol dire ‘regole truccate’. Poi abbiamo fatto un comizio anni Settanta e abbiamo incontrato il presidente della Rai. Petruccioli ha replicato: non si strumentalizzi la Rai a fini politici. Gli ho risposto: noi paghiamo tutti il canone, ma la Rai non può cancellare le forze politiche. Mi sono fatto dare i dati: AnnoZero, condotta da Michele Santoro, 51 puntate, io non sono mai stato invitato. Matrix, 70 puntate, sono stato invitato una volta. In Mezz’ora, diretta da Lucia Annunziata che è tra l’altro un’ottima trasmissione. Ci sono state 67 puntate. Quante volte mi hanno chiamato? Zero. Sono gli elettori italiani che devono scegliere se il partito socialista è utile al Paese. Non mi sono pentito di non aver parlato in queste due occasioni. Ci sono stati 5250 morti sul lavoro in Italia: più del doppio dei morti della guerra in Iraq. A Brescia mi hanno risposto che gli ispettori del lavoro, giunti in forze in quella città, non ci sono i mezzi per la benzina. Dopo lo scioglimento delle Camere e la caduta del governo Prodi ci siamo trovati di fronte ad un atteggiamento contraddittorio, paradossale. Gli strateghi del Pd ci hanno detto: “Questa volta si decide sul programma. Dieci giorni più tardi ci hanno spiegato che non era più così. Il Pd correva da solo. Dopo una settimana ci hanno spiegato che correvano soli con Di Pietro. Il ticket Veltroni – Di Pietro si è messo in corsa insieme. Poi c’è stata la vicenda dei radicali. Ho detto a Veltroni: no, noi non faremo come la Bonino. Noi non accettiamo di scioglierci, non faremo parte di questa ondata di indipendenti di sinistra che si siedono in parlamento per non contare nulla. Ho fatto al Pd i migliori auguri, spero che prevalga la Bonino e non la Binetti. Ma sono abituato a leggere i programmi. Rispetto ai diritti civili, alle unioni di fatto, al divorzio breve etc il programma di Veltroni è molto peggio di quello di Prodi. Sono 64 mila le coppie di fatto a Roma, che si sentono cittadini di serie B. Noi abbiamo compiuto questa scelta. Molti ci hanno detto: è una missione difficile. Può darsi. Io sono convinto di no. Certo, abbiamo condotto la campagna elettorale in un silenzio che tende a cancellarci. Ma sono convinto che è necessaria una forza socialista che dia coraggio alle nostre idee e la forza parlamentare necessaria a costruirla. Abbiamo condotto una campagna di adesione dal 1 novembre al 15 di febbraio. Pensavamo di avere più tempo a disposizione. Per la prima volta dopo 15 anni i socialisti italiani si presentano uniti e vogliono dire al Paese che questa volta si può tornare a votare socialista. Anche in Italia, come in tutta Europa, può vivere una campagna elettorale molto impegnativa. Mi ha colpito molto quello che ha fatto Berlusconi. A Milano, in quella che un tempo era la capitale del riformismo, davanti ad alcune migliaia di militanti ha fatto un gesto simbolico che mi ha molto colpito. Ha stracciato il programma di Veltroni. E’ un brutto gesto. I programmi contengono idee, ed è un cattivo esempio per i nostri figli. Non vanno strappate e bruciate le idee, anche quando appartengono ad altri. Tra l’altro non ho capito perché l’ha strappato, perché qualche giorno fa aveva detto che quel programma era identico al suo. Veltroni invece ha fatto un giro nel Nord Est, con Massimo Calearo, che è uno dei massimi teorici dello sciopero fiscale. Il Pd è fatto così, c’è Visco ma anche Calearo. Veltroni ha presentato il primo progetto di legge che presenterà, dedicandolo alle donne. Bene. Faccio però notare che ha presentato cinque volte cinque diversi primi progetti di legge. Lo fa perché gli italiani hanno scarsa memoria, o forse perché sa che a Palazzo Chigi non ci andrà mai. Io penso che noi dobbiamo condurre una campagna elettorale molto decisa, molto determinata. Per esempio io vorrei chiedere a Berlusconi e a Veltroni, che hanno presentato due programmi molto ambiziosi, dove troveranno le risorse per rispondere ai rispettivi libri dei sogni.
Berlusconi ha bisogno di una cifra che va dai 72 agli 83 milioni di euro. Veltroni ha bisogno tra i 18 e i 38 milioni di euro. Fin qui tutto bene, accade in tutto il mondo. Dove sta il problema? In altri paesi, i candidati leader presentano un foglio: entrate e uscite. Bisogna ringraziare il Sole 24 Ore3 che ha fatto una operazione-verità, scoprendo che sia Berlusconi che Veltroni stanno fornendo cifre impossibili. Per questo penso sia una campagna elettorale truccata. Un imbroglio. Nessuno spiega come si potranno aiutare i giovani precari. Mi sono meravigliato della battuta di Berlusconi su Veltroni, quanto al diploma in fiction del segretario del Pd. Berlusconi è un docente della materia. A margine di un congresso della Fgs a Rimini ricordo il camper, dove Bettino Craxi incontrò alcuni esponenti del Pci. C’erano Massimo D’Alema e c’era Walter Veltroni. Non bisogna vergognarsi delle proprie radici.
Io penso che in questi giorni dobbiamo combattere contro un grande nemico. Non la comunicazione, o le televisioni. Ma l’idea che non possiamo farcela. I sondaggi sono falsi; dobbiamo spiegarlo ai nostri cittadini, il voto è soprattutto libero. Per questo abbiamo bisogno della nostra unità. Do un grande valore al percorso unitario che stiamo facendo. 75mila uomini e donne in queste settimane si stanno recando all’ufficio postale, hanno versato 30 euro e hanno scelto liberamente di aderire al Partito Socialista. Io ho mandato in queste ore una lettera a tutti loro chiedendo di diventare rappresentanti di lista del nostro partito. Una vecchia tradizione che nessuno fa più. Abbiamo il dovere di chiedere questo impegno e sono assolutamente certo che questo impegno si farà. Sono orgoglioso di guidare il Partito in questa fase della campagna elettorale. Molti hanno perduto la vita per una scelta di grande valore come quella di dare forza al Partito Socialista. Se riflettete bene, è accaduto di tutto ma dopo quindici anni siamo riusciti ad arricchire la famiglia con nuove forze. Non c’è solo una scelta politica, ma anche una grande scelta ideale. Ce la faremo.
La campagna elettorale non è ancora iniziata. Da lunedì al voto ci dividono trenta giorni. Saranno i trenta giorni decisivi. Io farò ogni mattina il mio dovere, battendomi perché stampa e televisione ci diano spazio adeguato. Insieme abbiamo un grande dovere: dire a tutti che il nostro simbolo sarà presente ovunque, che tornerà in Italia una grande forza socialista. A me non piace la demagogia ma voglio chiudere con una bella frase di Turati: qui oggi ci sono i socialisti, tutti socialisti, solo socialisti.”

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