Via libera da Palazzo Madama al decreto della manovra economica.
Il Senato ha votato la fiducia al Governo che era stata posta sul maxi-emendamento completamente sostitutivo del testo del provvedimento.
I voti favorevoli sono stati 170, i contrari 129 (più 3 astenuti). Ora la manovra passa alla Camera, dove i deputati sono chiamati ad un esame in seconda lettura.
Il provvedimento punto per punto:
– PRECARI: In Senato cambia la norma sugli indennizzi al posto dei reintegri: si applica soltanto alle cause in corso.
– ASSEGNO SOCIALE: Corretta in Senato la parte sui requisiti: si dovra’ essere residenti da almeno 10 anni in Italia ma non occorrera’ aver prodotto reddito pari all’assegno per almeno dieci anni.
– CARTA IDENTITA’: avrà durata decennale e, dal primo gennaio 2010, dovra’ essere riportare sia la fotografia che le impronte digitali.
– VIA LA TASSA SUGLI ASSEGNI: elevata da 5.000 a 12.500 euro la soglia massima per l’utilizzo del contante e dei titoli al portatore reintroducendo gli importi vigenti fino alla data del 29 aprile 2008. Viene inoltre eliminata l’imposta di bollo in misura pari a 1,50 euro per ciascun assegno non contenente la clausola ‘non trasferibile’.
Con 305 voti a favore e 265 voti contrari la Camera ha approvato il decreto sulla manovra triennale.
“Signor Presidente, onorevoli colleghi, pur se la mia presenza in quest’Aula è stata richiesta dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, considero comunque per me un grande onore prendere oggi la parola in questa sede. Vi ringrazio per la vostra cortesia e chiedo la vostra attenzione per avere la possibilità di formulare alcune considerazioni che non sono limitate all’atto Camera n. 1386-A, ma sono estese ad un campo più generale. L’azione di politica economica del Governo è mirata a due obiettivi essenziali: la stabilizzazione triennale del bilancio pubblico della Repubblica e la costruzione di una migliore piattaforma istituzionale e legale per lo sviluppo industriale.Più in particolare, la stabilizzazione triennale dei conti pubblici, operata con il decreto-legge oggi in discussione, si caratterizza in base a due elementi essenziali: la concentrazione della manovra prima dell’estate e la sua proiezione triennale. In questi termini emergono simmetricamente due caratteri di novità. Si interrompe una tradizione di storia finanziaria tipica di questo Paese, che per tanti versi possiamo ora considerare negativa e che ha portato il Paese ad avere il terzo debito pubblico del mondo senza avere la terza economia del mondo. Si tratta di una tecnica di bilancio che in questi anni ha portato la stagione di bilancio ad estendersi per nove mesi su dodici. La stagione, infatti, iniziava a luglio con il DPEF, proseguiva con un non sopito dibattito durante l’estate, successivamente si avevano i tre mesi della finanziaria, due mesi di tregua e poi, di nuovo, con la trimestrale di cassa, il dibattito sulla presunta necessaria manovra correttiva. Questa tecnica è stata causa di instabilità, di non credibilità e di un eccesso perverso di spesa pubblica alimentato dalla non naturale, per l’estensione nel tempo, competizione politica.
Le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno terminato l’esame del decreto legge della manovra e hanno dato il via libera al mandato ai relatori.
“Dalla Finanziaria è scomparsa la questione sociale: la difesa del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati. C’è un mix di demagogia e misure compassionevoli. In realtà questo governo ha introdotto un meccanismo di concertazione corporativa con alcuni soggetti forti”. Non usa mezze parole il ministro ombra dell’Economia Pier Luigi Bersani per bocciare la manovra varata ieri dal governo Berlusconi.