Il ministro delle Riforme Umberto Bossi apre all’ipotesi di una commissione parlamentare per i decreti attuativi del federalismo. ”Entro meta’ gennaio – dice Bossi – il federalismo passera’ al Senato, poi, dopo l’ok della Camera, si trattera’ di mettere in piedi una commissione per l’attuazione del federalismo”. ”E’ sempre stata fatta – ha aggiunto Bossi, parlando di questa commissione – per i decreti legislativi dei provvedimenti importanti, come per la Bassanini o per il fisco”
Mentre sull’ipotesi di far camminare la riforma fiscale insieme a quella della giustizia Bossi spiega che “ognuno cammina con le sue gambe. Il federalismo e’ gia’ in commissione e per forza va avanti prima. Sono i fatti che dicono in commissione c’e’ il federalismo”.
riforma giustizia
Berlusconi accelera sulla riforma della Giustizia
Due giorni fa, sulla giustizia, Pier Ferdinando Casini, aveva usato parole che sono musica per le orecchie del Cavaliere: apertura di un tavolo di confronto tra maggioranza e opposizione sulle riforme e conseguente esclusione di Antonio Di Pietro. E ieri in un’intervista per il mensile «Pocket», Silvio Berlusconi ha lanciato verso gli ex dc un segnale di disgelo: «Per Casini le porte del Pdl non sono aperte, sono spalancate. Casini ha deciso di non far parte della Pdl e ha scelto una strada che lo sta portando su posizioni che hanno deluso elettori ed ex dirigenti dell’Udc. Speriamo che cambi idea».
E’ il segno dei tempi che cambiano. Una volta la giustizia era il tipico argomento che veniva utilizzato dagli avversari per isolare ed emarginare il Cavaliere. Oggi dopo lo scontro tra Procure e il divampare dell’incendio della Tangentopoli rossa, avviene l’esatto contrario: la politica della giustizia è uno strumento nelle mani di Berlusconi per «destrutturare» l’opposizione. Appunto, i ruoli si sono capovolti: una volta il pm-sceriffo era considerato da buona parte dell’opinione pubblica il giustiziere, il Bene; oggi, secondo il premier, ci sono tutte le condizioni per assegnargli la parte del Male, per compiere quella rivoluzione culturale indispensabile per garantire il consenso necessario a una profonda riforma in senso «garantista» della giustizia.
Giustizia, Fini: Necessaria una riforma condivisa
Una riforma condivisa, per garantire l’efficienza del sistema giudiziario, che intervenga anche sull’assetto della magistratura. E’ quanto auspica il presidente della Camera Gianfranco Fini . “E’ necessaria una riforma – dice Fini conversando con i cronisti a Montecitorio – che abbia come obiettivo condiviso ciò che è auspicato da tutte le forze politiche, e cioè l’efficienza del sistema giudiziario. Al di là delle ricorrenti polemiche e strumentalizzazioni, è innegabile che allo stato attuale la durata dei processi preclude la tutela dei diritti dei cittadini e ciò è davvero inaccettabile”. “Credo che in quest’ottica sia doveroso, ferme restando l’indipendenza e l’autonomia, riflettere anche sull’assetto della magistratura, se davvero si vuole – conclude Fini – che sia all’altezza delle proprie funzioni costituzionali”.
La Lega, però, ribadisce le sue priorità. “E’ necessario portare a casa il federalismo”, insiste il ministro delle Riforme Umberto Bossi. Riforma fiscale e quella della giustizia camminano “ognuna con le proprie gambe” ma, precisa, ”il federalismo è già in commissione e per forza va avanti prima”. Quindi chiarisce: “Se si possono fare tutti e due è meglio”, anche se “non so se sono così bravo a fare due cose insieme”.
Alfano: Abbiamo i numeri per fare la riforma della giustizia da soli
“Lo scontro tra procure fa emergere qualcosa di gravissimo e incomprensibile per i cittadini, crea allarme e confusione. Dobbiamo, invece, preservare la fiducia dei cittadini nella giustizia”. Cosi’ si è espresso in un’intervista a ’Il Messaggero’, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che ha parlato di “patologie oltre ogni limite” che non fanno che confermare “l’urgenza di approvare le riforme per la giustizia con il contributo del Pd e dell’Udc, ma avendo la maggioranza i numeri e la voglia di farle da sola”. Alfano, quindi, insiste “sulla seprazione delle carriere di pm e giudici” e dice di voler “rendere effettivo il principio della responsabilita’ civile dei magistrati. Gli italiani hanno approvato il principio a larga maggioranza. Ora va reso effettivo”.
Cicchitto: La riforma della giustizia è doverosa
“Il governo e la maggioranza di centrodestra, contemporaneamente al lavoro che stanno sviluppando per far uscire indenne il Paese dalla crisi economica internazionale in atto, devono anche affrontare e risolvere
Alfano: Mi abbaglia l’imbarazzato silenzio dell´Associazione nazionale dei magistrati
In un´intervista che compare sul Foglio di venerdì 5 dicembre, il ministro della Giustizia Angelino Alfano commenta gli ultimi avvenimenti legati al caso De Magistris e allo scontro fra le procure di Catanzaro e Salerno. Alfano avverte che “per la responsabilita’ che la Costituzione mi assegna, non posso non ravvisare l´onta che finisce per coprire l´intero ordine giudiziario”. Spostandosi sul versante piu’ prettamente politico, Alfano “si augura che la ferma presa di posizione di Napolitano faccia aprire gli occhi al Pd e lo induca a votare con noi le riforme costituzionali. Il partito di Veltroni non ha altra strada: o accetta, con noi, il percorso delle riforme liberali o accetta di farsi scrivere il programma da Antonio Di Pietro. Non esiste altra via che quella di una buona riforma della giustizia per segnare un confine certo tra il Pd e il cosiddetto partito dei giudici.
PD: Ricostruire la Giustizia con un piano di riforma del sistema giudiziario
Si è svolta oggi, presso il Residence di Ripetta, la conferenza nazionale del Partito Democratico “Ricostruire la Giustizia” dove sono state lanciate le proposte innovative e realistiche dei democratici per la riforma dell’ordinamento giudiziario “dalla parte di cittadini”.
Le proposte del PD vertono principalmente su due obbiettivi: semplificare e razionalizzare i processi da un lato; certificare i tempi della giustizia e l’effettività del processo e della pena dall’altro.
“Le riforme non si impongono, si cerca di condividerle attribuendo alla fine alla sfera politica la responsabilità di assumere decisioni. E’ un invito che noi facciamo alla maggioranza anche se mi rendo conto che non è tempo di cose razionali ma di isteria, di urla e di contumelie”. Così è intervenuto Walter Veltroni, segretario del Partito Democratico.
“Bisogna decidere – ha continuato il leader del PD – perché una democrazia che non decide è un’assemblea di condominio, ma si deve decidere dopo l’ascolto e avendo cercato il punto di unità massimo possibile”.
Confronto tra Bindi (PD) e Di Pietro (IdV) a Festa Democratica
Giornata calda alla festa Democratica di Firenze. Rosy Bindi, deputata del PD e vice presidente della Camera, e Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, protagonisti del confronto “Quale Italia?” hanno dovuto fare i conti con le notizie dettate dalla cronaca della giornata politica, come le intercettazioni, tornate clamorosamente alla ribalta dopo la pausa estiva, a causa, o forse sarebbe più corretto dire, grazie alla pubblicazione del settimanale Panorama di alcune telefonate tra l’ex presidente del consiglio Romano Prodi e il suo collaboratore Alessandro Ovi. Per la Bindi “il nuovo caso delle intercettazioni telefoniche è “l’ennesimo tentativo di Berlusconi e del centrodestra di farci apparire uguali a loro e di usare le eventuali nostre difficoltà per fare le loro riforme” e “Prodi è stato molto chiaro e lo è stato anche Veltroni respingendo con forza questo tentativo, e affermando che le nostre telefonate possono essere tranquillamente pubblicate”.
Cesa (UDC): Su giustizia disponibili al dialogo, no a linea Di Pietro
L’Udc apre al governo e alla maggioranza sulla riforma della giustizia in autunno.
In una intervista al quotidiano on line Affaritaliani.it, Lorenzo Cesa dice di essere disposto a trattare con il centrodestra ‘Anzi -spiega il segretario dei centristi- abbiamo promosso per il 2 e il 3 settembre un’iniziativa dove abbiamo invitato tutti i rappresentanti dei partiti che si occupano di giustizia e non solo, quindi anche personalità che hanno rilievo in questo settore: ex presidenti di Corte Costituzionale e professori universitari.