Napolitano: Fuori dall’Europa chi minaccia di bloccarla

 862.415 irlandesi paralizzano l’Unione Europea. In Irlanda il “No” alla ratifica del Trattato Ue ha vinto con il 53,4% dei voti, contro il 46,6 del “Sì” e un’affluenza di poco superiore al 50%. Un numero di votanti inferiori alla popolazione di Torino che ora mette l’Europa di fronte all’incubo di una nuova crisi istituzionale. La doppia bocciatura di Francia e Olanda alla Carta costituzionale aveva spinto l’Unione a redigere il Trattato di Lisbona. Appena sei mesi dopo rischia di tramontare la riforma di cui l’Unione aveva bisogno, nonostante siano stati già 18 i paesi che l’hanno ratificato. Sulla bocciatura irlandese, si è pronunciato il presidente della Commissione Europea.

Trattato europeo: l’Irlanda dice “no”

Dopo le prime indiscrezioni, la certezza: l’Irlanda boccia con il 56% di voti contrari il referendum sul Trattato di Lisbona, versione “alleggerita” della Costituzione europea già respinta nel 2005 da francesi e olandesi.
Il no ha vinto nella maggioranza delle contee.
Il che significa che, mancando l’unanimità, il documento non potrà entrare in vigore nonostante gli altri 26 Paesi dell’Unione europea l’abbiano approvato o si apprestino a farlo.

“Hanno vinto i no – ha dichiarato il ministro irlandese Dermot Ahern “Una vittoria per la democrazia”, ha gioito Declan Ganley, l’uomo d’affari fondatore del gruppo Libertas che ha guidato la campagna contro il Trattato.
“Il popolo irlandese ha mostrato coraggio e saggezza e ha mandato un messaggio forte al primo ministro Brian Cowen, che ora deve andare a Bruxelles e riferire il messaggio degli irlandesi, che vogliono democrazia e responsabilità per l’Ue”.

Trattato di Lisbona, il Cdm lo approva ma la Lega pensa al referendum

Tutti pronti a perdere l’identità nazionale in nome di una Europa unita. Già ma unita a che e a chi? Unica forza parlamentare a porre qualche dubbio la Lega Nord. Intanto il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge per la ratifica del Trattato di Lisbona, che modifica il Trattato sull’Unione europea e il Trattato che istituisce la Comunità europea. Lo riferisce il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli, lasciando Palazzo Chigi al termine della riunione.

«Il mio è stato un sì con riserva – ha commentato Calderoli -. E le riserve sono rispetto alla perdita di sovranità. Ci sono stati notevoli miglioramenti rispetto alla convenzione, ma con il voto di maggioranza c’è una perdita di sovranità notevole. Pensiamo che la consultazione popolare, su questo punto, non possa e non debba essere evitata. Per questo proporremo in sede parlamentare una legge costituzionale ad hoc per consentire il referendum». La Lega è da sempre il più «euroscettico» tra i partiti del centrodestra e anche giovedì nel primo voto alla Camera, quello sui cosiddetti «obblighi comunitari», nella dichiarazione di voto gli esponenti del Carroccio hanno preso le distanze da Bruxelles.
Il voto del governo è di fatto il varo del disegno di legge che dovrà poi essere approvato da Camera e Senato, un percorso che potrebbe arrivare alla meta entro il mese di luglio.