Nucleare. De Pierro attacca le decisioni del Governo schierandosi con le Regioni

 Il presidente dell’ Italia dei Diritti: “Il fatto di impugnare l’ iniziativa legislativa di Basilicata, Campania e Puglia è l’ ennesima conferma delle contraddizioni che caratterizzano da sempre l’ attuale esecutivo. Intendiamo ribadire il nostro secco no al nucleare ed esprimiamo solidarietà alle regioni Basilicata, Campania e Puglia, che hanno avuto il coraggio di sfidare con legge regionale un provvedimento legislativo altamente discutibile. Mi auguro che altre regioni italiane seguano questo esempio per contrastare una legge che, oltre a mettere in pericolo la sicurezza e la salute dei cittadini, mortifica e calpesta anche l’ istituto democratico della consultazione referendaria, tramite il quale gli italiani, nel 1987, avevano già espresso il loro pensiero sul tema.

L’ Anci propone un sostegno fiscale per le Pmi delle zone franche

 Le proposte avanzate dall’ Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani in merito alle agevolazioni fiscali per le Zone franche urbane, saranno il tema di un incontro tra i tecnici del Dipartimento Sviluppo e Coesione del Ministero dello Sviluppo economico e una delegazione dei 23 Sindaci coinvolti nella prima fase dell’ iniziativa.

Nucleare. Opinioni a confronto. Scajola: “Le centrali sono gli impianti industriali più sicuri”. Legambiente: “Alto rischio senza vantaggi economici e ambientali”

 Questo è il commento del presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza alle dichiarazioni del Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola. Secondo Legambiente non ci sarà nessun vantaggio per la riduzione di emissioni in atmosfera: al 2020, infatti, se tutto va bene, ci sarà una centrale operativa che ridurrà le emissioni per poco più di 4 mln di ton, che, a fronte di una produzione odierna di 552,8 mln/T annue in Italia di CO2, corrisponde allo 0,7%.

Tutto ciò al netto della produzione di CO2 di tutta la filiera, perché alcuni studi recenti hanno calcolato che se si considera tutto il ciclo di lavorazione, per ogni kwh di produzione con il nucleare si emette la stessa quantità di CO2 di un kwh prodotto con il ciclo combinato. Il nucleare servirà poi solo alla produzione di elettricità settore responsabile delle emissioni di CO2 per il 18 – 20% del totale, che non tocca gli altri grandi responsabili, i trasporti e la residenzialità.

“Il Governo – prosegue Cogliati Dezza – continua a ripetere i soliti luoghi comuni sul nucleare, alimentando solo false speranze sull’ energia dell’ atomo, mentre in realtà il suo utilizzo non potrà risolvere la crisi economica ed energetica. Non è un caso, infatti, che l’ amministratore delegato dell’ Enel Fulvio Conti abbia chiesto al Governo una soglia minima garantita nelle tariffe di vendita. In sostanza dunque questa scelta energetica potrà solo esporre il Paese ad un grosso rischio, perché anche con il massimo controllo non sarà possibile eliminare in modo assoluto la possibilità di incidenti. Pertanto è assurdo mettere a repentaglio la sicurezza del Paese per un’ energia che non offrirà vantaggi economici e ambientali, mentre abbiamo a disposizione l’ energia del vento e del sole, risposta immediata e reale ai cambiamenti climatici e ai costi in bolletta degli italiani”.

L’ articolo odierno ci riporta ad un altro del maggio 2008 sullo stesso tema: la storia infinita, ancora oggi senza la parola fine. Riportiamo l’ articolo per dimostrare che i problemi di ieri sono ancora quelli di oggi. Speriamo non siano anche…l’ incubo di domani!!!

Fiat rilancia su Opel. Ma il ministro dell’ Economia tedesco non ritiene sufficienti le offerte

 La cancelliera tedesca Angela Merkel (Cdu) appoggia indirettamente il piano di Sergio Marchionne per l’ acquisto di Opel, ma il ministro dell’ Economia tedesco Karl Theodor zu Guttenberg (Csu) definisce insufficienti le tre offerte pervenute finora per l’ acquisizione della casa automobilistica tedesca, fatte da Magna, Fiat e del fondo statunitense Ripplewood. Perciò boccia i piani: vuole più garanzie.

Secondo informazioni della Bild am Sonntag, la leader conservatrice boccia l’ offerta fatta dal gruppo austriaco – canadese Magna, con il partner russo Sberbank Rossii, nel caso in cui all’ impianto Opel di Bochum, nel Land Nord Reno Westfalia, siano tagliati 2.200 posti.

Fiat, dal suo canto, migliora l’ offerta per la casa automobilistica tedesca. Il Lingotto è intenzionato a giocare tutte carte possibili. Infatti, ha messo fine alla guerra di cifre sul piano per il salvataggio di Opel, precisando le stime sugli eventuali esuberi europei. Ma il numero uno della casa torinese, Sergio Marchionne, avverte: “Non chiedo l’ elemosina. Se Opel non ci vuole non mi deprimerò”.

E se per il premier Silvio Berlusconi l’ accordo Fiat – Opel non è ancora un’ occasione perduta, il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha ribadito che la proposta del Lingotto sul piano industriale è di maggiore prospettiva e, per questo motivo, lui resta ottimista. Ad annunciare le modifiche all’ offerta di Fiat è stato il ministro dell’ Economia di Berlino, Karl – Theodor zu Guttenberg. “Abbiamo ricevuto nelle ultime ore un piano più ampio”, ha spiegato Guttenberg. In particolare, il Lingotto ha ritoccato alcuni punti come l’ aumento del rischio che l’ azienda italiana prenderebbe a proprio carico e una maggiore quota Fiat nel capitale di Opel. Dalla casa automobilistica torinese, tuttavia, non arriva nessun commento.