C’era una volta la Fiat, oggi FIAT è verso il Sudamerica. Adesso riceve aiuti dal Brasile e da Obama, domani se ne andrà…
Le nuove Pomigliano e Mirafiori si chiamano Sete Lagoas, Betim, Toluca, Contagem ecc – Ieri prendeva finanziamenti statali dall’Italia, oggi se ne va – Adesso riceve aiuti dal Brasile e da Obama, domani se ne andrà – Marchionne andrà via comunque dall’Italia
C’era una volta la Fiat, simbolo italiano, che volava in Brasile, Argentina, America Latina dove moltissimi emigranti italiani lavoravano insieme con argentini e brasiliani e ne erano orgogliosi. C’è oggi la Fiat ”americana” che i discendenti di quegli emigranti, che oggi sono argentini e brasiliani a tutti gli effetti, considerano paradossalmente un’ancora di salvezza, che investe in America Latina, ma contemporaneamente uccide le sperenze della terra da cui nacque tutto. Ma l’industria non funziona con il cuore, ma con macchine e soldi e di questo parleremo. Ciò che va detto agli italiani è che Marchionne andrà via dall’Italia comunque, oggi o fra tre anni o poco più.
‘‘L’Italia ha molto da imparare dal Brasile, dalla sua volontà di adattarsi e mutare rapidamente”, ha detto il capo Fiat lo scorso 10 settembre in Brasile ed è la chiara testimonianza di un amore, fatto ovviamente di interessi. Mentre Termini Imerese è destinata a chiudere alla fine di quest’anno e si discute del futuro di Mirafiori e Pomigliano, in cui la Fiat conta di investire totalmente 1,7 miliardi di euro, subordinando la somma ad un referendum scontato e penalizzante per gli operai, la Fiat ha già programmato, senza compromessi, di investire in Brasile circa 5 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, di cui una grossa somma (1,5 miliardi di euro) già nel nuovo stabilimento che sorgerà nel Nordeste in Pernambuco, nella zona portuale di Suape, proseguendo negli investimenti Fiat a Betim, Iveco a Sete Lagoas, New Holland a Contagem e di Campo Largo a Paranà per una somma di circa 200 milioni di dollari. Non è tutto.