Il Codacons ha deciso di presentare in 104 Procure una denuncia penale per violazione della legge sulla privacy contro il viceministro uscente dell’Economia Vincenzo Visco, in seguito della pubblicazione on-line dei redditi 2005 degli italiani. Il presidente del Codacons Carlo Rienzi, ha sottolineato come l’articolo 24 della legge 15/2005 “vieti espressamente la diffusione delle denunce dei redditi dei contribuenti”, ma “nel caso dei redditi on line è stata confusa la natura pubblica delle denunce, che nessuno mette in dubbio, con la loro accessibilità. La legge in questione stabilisce che l’accesso è consentito previa domanda a chiunque vi abbia interesse per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti, e deve essere motivato. Così la Pubblica Amministrazione valuta l’interesse del richiedente e concede l’accesso a chiunque abbia tale interesse, che non può certo essere la curiosità o la voglia di vendicarsi del vicino di casa, come più volte ha stabilito il Consiglio di Stato”.
Montezemolo convinto da Berlusconi a rappresentare il “made in Italy” nel mondo
Luca di Montezemolo ha raccolto l’invito del prossimo Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a diventare ‘ambasciatore’ del “made in Italy’ nel mondo, assumendo di fatto un inedito incarico dal prossimo
La Commissione europea ha rivisto al ribasso le stime di crescita per l’Italia: per il 2008 le previsioni sono di un prodotto interno lordo in aumento dello 0,5%, contro lo 0,7% previsto a febbraio, lo 0,6% indicato dal governo e lo 0,3% stimato dal Fondo monetario internazionale. Per il 2007, invece dell’1,9% stimato in precedenza e poi ritoccato all’1,8%, il Pil è stato dato in crescita dell’1,5%, in linea con le previsioni del governo. “La decelerazione della crescita dipende da tutte le componenti della domanda”. “I consumi privati perderanno slancio per via dell’inflazione più alta e della fiducia in calo, anche se l’aumento degli stipendi e dell’occupazione sosterrà il reddito nominale disponibile. Il tasso di risparmio delle famiglie dovrebbe aumentare appena, in parte per via di effetti negativi per i patrimoni. Gli investimenti nel settore privato dovrebbero stagnare per via una calo dell’utilizzo di capacità e di condizioni finanziarie più strette, sia per il settore delle imprese, sia per le famiglie”.
Dopo il prestito ponte da 300 milioni “elargito” dal governo Prodi ad Alitalia sembra prendere corpo la famosa cordata italiana evocata da Berlusconi in campagna elettorale. Lo schema a cui sta lavorando da qualche settimana Bruno Ermolli, il consulente incaricato dal Cavaliere di sondare alcuni investitori per un eventuale intervento in Alitalia, in realtà è molto semplice. Le risorse complessive da mettere in campo sono stimate tra 700 milioni e un miliardo di euro da suddividersi in tre diverse categorie di investitori. Un terzo dovrebbe spettare a Carlo Toto, il patron di AirOne che potrebbe conferire la sua compagnia aerea, dotata di preziose opzioni su nuovi aerei, in cambio di una partecipazione azionaria importante ma non maggioritaria; un altro terzo delle risorse verrebbe versato dalle banche e l’ultimo terzo da una cordata di imprenditori privati. Una volta costituito questo “nocciolone” di investitori tutti battenti bandiera italiana si avrebbe la base sufficiente per negoziare una partnership con una importante compagnia straniera, da posizioni di forza e senza essere costretti ad accettare proposte irricevibili come quella sollecitata ad Air France-Klm. Tra questi investitori ci sarà sicuramente Salvatore Ligresti, uscito ieri allo scoperto dopo le ultime indiscrezioni, ma è possibile che anche la Pirelli di Marco Tronchetti Provera possa mettere una piccola quota giustificando l’intervento con la necessaria salvaguardia di Malpensa. Ma anche finanzieri di lungo corso come Francesco Micheli potrebbero non tirarsi indietro di fronte alla possibilità di mantenere Alitalia in mani italiane e magari fare anche un buon affare.
Il nuovo governo intende decidere in tempi brevi quale strada intraprendere per dare un futuro ad Alitalia. Il bivio mostra da un lato un’alleanza internazionale con Air France-Klm e da un altro, come soluzione transitoria, il risanamento attraverso una cordata italiana, con AirOne come partner industriale, per rimandare le nozze con un vettore internazionale a tempi e condizioni migliori. In via XX Settembre, intanto,si studia la struttura e il nome da dare all’iniezione di liquidità, che sarà fatta a condizioni di mercato, come richiesto da Bruxelles, in modo da non incorrere in una sanzione, visto che Alitalia non può usufruire di aiuti di Stato sino al 2011. Forse non si chiamerà prestito ponte, ma qualunque sia la dizione giustificherà la necessità di garantire il diritto alla circolazione dei cittadini. Una decisione bipartisan, quella di garantire la continuità aziendale, emersa durante un incontro a palazzo Chigi, tre giorni fa, fra Enrico e Gianni Letta che torneranno ad incontrarsi in settimana molto probabilmente anche per annunciare ufficialmente il provvedimento.