Il Codacons denuncia Visco per aver pubblicato sul web le dichiarazioni dei redditi

Il Codacons ha deciso di presentare in 104 Procure una denuncia penale per violazione della legge sulla privacy contro il viceministro uscente dell’Economia Vincenzo Visco, in seguito della pubblicazione on-line dei redditi 2005 degli italiani. Il presidente del Codacons Carlo Rienzi, ha sottolineato come l’articolo 24 della legge 15/2005 “vieti espressamente la diffusione delle denunce dei redditi dei contribuenti”, ma “nel caso dei redditi on line è stata confusa la natura pubblica delle denunce, che nessuno mette in dubbio, con la loro accessibilità. La legge in questione stabilisce che l’accesso è consentito previa domanda a chiunque vi abbia interesse per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti, e deve essere motivato. Così la Pubblica Amministrazione valuta l’interesse del richiedente e concede l’accesso a chiunque abbia tale interesse, che non può certo essere la curiosità o la voglia di vendicarsi del vicino di casa, come più volte ha stabilito il Consiglio di Stato”.

Sui consumi l’ombra della recessione

Italiani sempre più pessimisti e in prudente attesa di tempi migliori. Infatti, secondo l’Outlook sui Consumi Censis-Confcommercio, che fotografa l’atteggiamento delle famiglie italiane rispetto ai consumi nel primo trimestre del 2008 e traccia le previsioni per il secondo trimestre dell’anno, proseguendo nel trend degli ultimi trimestri del 2007, anche nei primi tre mesi del 2008 si registra un deterioramento del clima di fiducia delle famiglie italiane e un aumento della percentuale di pessimisti che arriva a quasi il 45% (era il 27% a inizio 2007) superando per la prima volta la percentuale di ottimisti. Prevale un atteggiamento di forte prudenza e cautela circa le decisioni di spesa future, con un rinvio degli acquisti più consistenti come i beni durevoli, confermato da un’elevata percentuale di intervistati (il 54%) che non aumenterà i livelli di spesa tra aprile e giugno 2008; rispetto al primo trimestre 2007, aumentano le spese incomprimibili (affitti, utenze, carburante e trasporti) e si riducono quelle non strettamente necessarie (pasti fuori casa per svago, benessere e cura del corpo, tempo libero e cultura) delineando uno scenario di bassa congiuntura e caratterizzato da comportamenti di spesa ancora molto “attendisti” da parte delle famiglie.

Berlusconi: Se la Ue crea ostacoli l’Alitalia sarà comprata dalle Ferrovie

L’Unione Europea non demorde e va avanti nella guerra al prestito-ponte deciso dal Consiglio dei ministri per Alitalia? Silvio Berlusconi avverte: “Se l’Unione europea va avanti così, la compagnia se la compreranno le Ferrovie dello Stato”. E aggiunge: “E’ una minaccia, non è una decisione. Questo lo dico a chi parla di aiuti di Stato. Noi andiamo avanti con la cordata italiana”.

Allarme UE: Crescita piatta per l’Italia

 La Commissione europea ha rivisto al ribasso le stime di crescita per l’Italia: per il 2008 le previsioni sono di un prodotto interno lordo in aumento dello 0,5%, contro lo 0,7% previsto a febbraio, lo 0,6% indicato dal governo e lo 0,3% stimato dal Fondo monetario internazionale. Per il 2007, invece dell’1,9% stimato in precedenza e poi ritoccato all’1,8%, il Pil è stato dato in crescita dell’1,5%, in linea con le previsioni del governo. “La decelerazione della crescita dipende da tutte le componenti della domanda”. “I consumi privati perderanno slancio per via dell’inflazione più alta e della fiducia in calo, anche se l’aumento degli stipendi e dell’occupazione sosterrà il reddito nominale disponibile. Il tasso di risparmio delle famiglie dovrebbe aumentare appena, in parte per via di effetti negativi per i patrimoni. Gli investimenti nel settore privato dovrebbero stagnare per via una calo dell’utilizzo di capacità e di condizioni finanziarie più strette, sia per il settore delle imprese, sia per le famiglie”.

Alitalia: Ligresti “apre” la cordata italiana

 Dopo il prestito ponte da 300 milioni “elargito” dal governo Prodi ad Alitalia sembra prendere corpo la famosa cordata italiana evocata da Berlusconi in campagna elettorale. Lo schema a cui sta lavorando da qualche settimana Bruno Ermolli, il consulente incaricato dal Cavaliere di sondare alcuni investitori per un eventuale intervento in Alitalia, in realtà è molto semplice. Le risorse complessive da mettere in campo sono stimate tra 700 milioni e un miliardo di euro da suddividersi in tre diverse categorie di investitori. Un terzo dovrebbe spettare a Carlo Toto, il patron di AirOne che potrebbe conferire la sua compagnia aerea, dotata di preziose opzioni su nuovi aerei, in cambio di una partecipazione azionaria importante ma non maggioritaria; un altro terzo delle risorse verrebbe versato dalle banche e l’ultimo terzo da una cordata di imprenditori privati. Una volta costituito questo “nocciolone” di investitori tutti battenti bandiera italiana si avrebbe la base sufficiente per negoziare una partnership con una importante compagnia straniera, da posizioni di forza e senza essere costretti ad accettare proposte irricevibili come quella sollecitata ad Air France-Klm. Tra questi investitori ci sarà sicuramente Salvatore Ligresti, uscito ieri allo scoperto dopo le ultime indiscrezioni, ma è possibile che anche la Pirelli di Marco Tronchetti Provera possa mettere una piccola quota giustificando l’intervento con la necessaria salvaguardia di Malpensa. Ma anche finanzieri di lungo corso come Francesco Micheli potrebbero non tirarsi indietro di fronte alla possibilità di mantenere Alitalia in mani italiane e magari fare anche un buon affare.

Alitalia, prestito ponte di 300 milioni

Il consiglio dei ministri ha dato l’ok al decreto per la concessione di un prestito ponte ad Alitalia da 300 milioni di euro. La data del rimborso dovrebbe essere confermata entro il 31 dicembre 2008. Nel provvedimento entrato in consiglio dei ministri le risorse previste erano di 100 milioni di euro. “Le eccessive interferenze su questo argomento durante la campagna elettorale, e le numerose difficoltà frapposte dai sindacati sono alla base” della decisione su Air France di ritirare l’offerta, ha riferito Romano Prodi sulla decisione della compagnia di ritirarsi dall’acquisto di Alitalia.

Air France-Klm ritira l’offerta per Alitalia

L’offerta presentata per rilevare Alitalia “non è più valida”. Lo ha comunicato ieri sera Air France-Klm. Per la compagnia franco olandese, infatti, “gli accordi contrattuali annunciati il 14 marzo scorso con l’obiettivo di lanciare un’offerta pubblica di scambio non sono più validi dal momento che non sono state soddisfatte le condizioni preliminari al lancio dell’offerta”. Domani, o giovedì al massimo, si terrà un Consiglio dei Ministri che dovrà decidere se dare il via a un prestito ponte o commissariale la compagnia aerea.

Alitalia: in attesa del futuro arriva un po’ d’ossigeno

 Il nuovo governo intende decidere in tempi brevi quale strada intraprendere per dare un futuro ad Alitalia. Il bivio mostra da un lato un’alleanza internazionale con Air France-Klm e da un altro, come soluzione transitoria, il risanamento attraverso una cordata italiana, con AirOne come partner industriale, per rimandare le nozze con un vettore internazionale a tempi e condizioni migliori. In via XX Settembre, intanto,si studia la struttura e il nome da dare all’iniezione di liquidità, che sarà fatta a condizioni di mercato, come richiesto da Bruxelles, in modo da non incorrere in una sanzione, visto che Alitalia non può usufruire di aiuti di Stato sino al 2011. Forse non si chiamerà prestito ponte, ma qualunque sia la dizione giustificherà la necessità di garantire il diritto alla circolazione dei cittadini. Una decisione bipartisan, quella di garantire la continuità aziendale, emersa durante un incontro a palazzo Chigi, tre giorni fa, fra Enrico e Gianni Letta che torneranno ad incontrarsi in settimana molto probabilmente anche per annunciare ufficialmente il provvedimento.

Alitalia, rispunta l’ipotesi Aeroflot

 La trattativa fra Air France e Alitalia resta in piedi in attesa dell’incontro fra Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy. All’appuntamento, però, il Cavaliere si presenterà con almeno una carte in più rispetto al negoziato condotto finora dal governo Prodi: Aeroflot, che dopo aver abbandonato la prima asta fallita per i troppi paletti posti dal Tesoro, sembra pronta a tornare in lizza. Nella conferenza stampa congiunta fra Berlusconi e Vladimir Putin, infatti, il presidente russo ha reso noto di aver “parlato con i vertici di Aeroflot: mi hanno detto che sono disponibili a riprendere i contatti con Alitalia”.