Toscana, un posto dove investire. Un avviso chiama ‘cercatori’ di aziende che vogliono insediarsi e creare posti di lavoro

 La Toscana non è solo la culla dell’arte e della cultura ma è anche una terra accogliente per le imprese, nazionali ed estere, che intendono insediarvisi per fare nuovi investimenti. Un trampolino di lancio per competere sui mercati mondiali a partire dal territorio toscano viene offerto dalla Regione con il primo avviso per l’attrazione degli investimenti uscito sul Bollettino ufficiale.

L’avviso punta all’individuazione di progetti di investimento diretto da parte di imprese che non abbiano, al momento della presentazione della domanda, una sede in Toscana. L’intervento sarà gestito dall’agenzia regionale Toscana Promozione mettendo a disposizione, in questa prima fase, 400 mila euro. L’iniziativa non è rivolta direttamente alle imprese, ma a quelli che in gergo si chiamano ”scouters”, i cercatori, ovvero soggetti intermediari, capaci di individuare, attraverso attività di scouting sui mercati nazionali e/o internazionali, progetti per i quali la Toscana possa proporsi in modo competitivo, come sede di progetto industriale da realizzarsi nel breve periodo e diventare così strumento per la creazione di nuovi posti di lavoro. Il progetto sarà fatto dall’impresa, ma a presentarlo non sarà direttamente l’azienda, ma l’intermediario che l’ha individuato.

Luca Zaia, federalismo municipale

 Con il via libera alla Camera, il decreto sul federalismo municipale, costituisce una vera rivoluzione copernicana, che apre la strada a una stagione storica di riforme. Abbiamo finalmente l’occasione di realizzare un vero ammodernamento di questo Paese, sostituendo a un sistema centralista dello Stato un modello di autonomia che gioverà a tutti. I 17 miliardi che ogni anno escono dalle tasche dei contribuenti veneti confluiscono nelle casse dello Stato senza che si possa decidere come utilizzarli.

Rinnovabili, ma con giudizio

 La posizione di Amici della Terra – Italia Nostra – Mountain Wilderness – Comitato nazionale del Paesaggio – Rete della resistenza sui crinali appenninici – Fare Verde – Altura – sul decreto legislativo in esame alla Camera.

Occorrono misure equilibrate e articolate: fermare l’eolico, correggere il fotovoltaico, sostenere l’efficienza energetica e le rinnovabili termiche. Le associazioni ambientaliste contrarie all’eolico e al fotovoltaico selvaggi non sono più sole: l’autorità per l’energia, il GSE (Gestore dei Servizi Energetici), gli osservatori e i commentatori più onesti, hanno dato l’allarme sulle speculazioni e le distorsioni finanziarie provocate dall’eccesso di incentivi alle sole fonti rinnovabili elettriche. La richiesta, ormai ineludibile, è quella di una riforma autentica che elimini gli eccessi (eolico); che definisca diminuzioni graduali del sostegno al fotovoltaico in armonia con l’abbassamento dei prezzi, tuteli il territorio e il valore primario del paesaggio con regole più severe; che inserisca nel sistema di sostegno le fonti più efficienti e con maggior potenziale come quelle termiche; che favorisca la formazione di un sistema di imprese, competitivo sui mercati esteri, intorno ai prodotti italiani di eccellenza. Servono, cioè, misure equilibrate e articolate.

Lettera aperta, un appello al Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani

 Impegniamoci a dare continuità all’industria fotovoltaica italiana

Questo è il messaggio che una delegazione di ANIE/GIFI ha portato all’attenzione del Ministro Romani durante un incontro con alcuni rappresentanti del dicastero per discutere la situazione attuale del comparto fotovoltaico e l’ultima bozza di Decreto Legislativo di attuazione della Direttiva Europea 2009/28/CE sulle fonti rinnovabili. Un incontro che si è svolto all’insegna della collaborazione e dell’ascolto reciproco – dichiara Valerio Natalizia, Presidente di GIFI-ANIE – e che è servito a identificare opportuni meccanismi correttivi all’attuale sistema incentivante per fermare i fenomeni speculativi in atto e per garantire continuità allo sviluppo dell’industria fotovoltaica italiana.

C’era una volta la Fiat, oggi FIAT è verso il Sudamerica. Adesso riceve aiuti dal Brasile e da Obama, domani se ne andrà…

C’era una volta la Fiat, oggi FIAT è verso il Sudamerica. Adesso riceve aiuti dal Brasile e da Obama, domani se ne andrà…

Le nuove Pomigliano e Mirafiori si chiamano Sete Lagoas, Betim, Toluca, Contagem ecc – Ieri prendeva finanziamenti statali dall’Italia, oggi se ne va – Adesso riceve aiuti dal Brasile e da Obama, domani se ne andrà – Marchionne andrà via comunque dall’Italia

C’era una volta la Fiat, simbolo italiano, che volava in Brasile, Argentina, America Latina dove moltissimi emigranti italiani lavoravano insieme con argentini e brasiliani e ne erano orgogliosi. C’è oggi la Fiat ”americana” che i discendenti di quegli emigranti, che oggi sono argentini e brasiliani a tutti gli effetti, considerano paradossalmente un’ancora di salvezza, che investe in America Latina, ma contemporaneamente uccide le sperenze della terra da cui nacque tutto. Ma l’industria non funziona con il cuore, ma con macchine e soldi e di questo parleremo. Ciò che va detto agli italiani è che Marchionne andrà via dall’Italia comunque, oggi o fra tre anni o poco più.

‘L’Italia ha molto da imparare dal Brasile, dalla sua volontà di adattarsi e mutare rapidamente”, ha detto il capo Fiat lo scorso 10 settembre in Brasile ed è la chiara testimonianza di un amore, fatto ovviamente di interessi. Mentre Termini Imerese è destinata a chiudere alla fine di quest’anno e si discute del futuro di Mirafiori e Pomigliano, in cui la Fiat conta di investire totalmente 1,7 miliardi di euro, subordinando la somma ad un referendum scontato e penalizzante per gli operai, la Fiat ha già programmato, senza compromessi, di investire in Brasile circa 5 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, di cui una grossa somma (1,5 miliardi di euro) già nel nuovo stabilimento che sorgerà nel Nordeste in Pernambuco, nella zona portuale di Suape, proseguendo negli investimenti Fiat a Betim, Iveco a Sete Lagoas, New Holland a Contagem e di Campo Largo a Paranà per una somma di circa 200 milioni di dollari. Non è tutto. 

Regione Toscana, Rossi: ”Il 2011 sarà per noi l’anno dei giovani”

Regione Toscana, Rossi: ”Il 2011 sarà per noi l’anno dei giovani”

Il progetto illustrato dal presidente nel briefing di fine anno. Contributi per la casa, stage e tirocini, servizio civile e credito

”Il 2011 sarà per la Regione Toscana l’anno dei giovani”. Lo ha annunciato il presidente Enrico Rossi nel corso del briefing che conclude questa prima, intensa fase della nuova legislatura. Fase dedicata prevalentemente alla crisi, ai problemi del mondo del lavoro e dell’impresa, alla manovra finanziaria per far fronte ai pesanti tagli del governo, una manovra, ha detto Rossi, «di grandi riforme”.

Dal 2011 l’età pensionabile sale a 61 anni, la critica della Sassone

Dal 2011 l’età pensionabile sale a 61 anni, la critica della Sassone

Da gennaio 2011 entreranno in vigore le nuove regole per l’accesso alla pensione di anzianità, che avrà tra i requisiti essenziali il raggiungimento del sessantunesimo anno di età. Sulle novità riguardanti il sistema pensionistico, ha espresso una riflessione Antonella Sassone, viceresponsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti: ”La materia pensionistica è stata sicuramente tra quelle che ha subito più interventi da parte dei governi che si sono succeduti. È innegabile che l’invecchiamento della popolazione, unitamente a distorsioni come i baby pensionamenti, incida fortemente sulle casse dello Stato, creando così una vera e propria emergenza.

Vignale (Pdl), Asilo dell’orrore: chiediamo istituzione di un tavolo tecnico di controllo e unità di vigilanza regionale

 Vignale (Pdl), Asilo dell’orrore: chiediamo istituzione di un tavolo tecnico di controllo e unità di vigilanza regionale

Orrori come quelli dell’asilo nido di Pinerolo sono una vergogna che soprattutto le istituzioni locali non possono accettare, ma anzi devono condannare senza esitazioni. Ma soprattutto, se tocca alle forze dell’ordine e ai magistrati far luce su una vicenda tanto inquietante, è compito ora delle amministrazioni pubbliche attivarsi per evitare che brutture simili possano ripetersi. Per questo sarebbe opportuna l’istituzione di un tavolo tecnico con amministrazioni locali, rappresentanti e associazioni dei genitori, maestri e direttori di asili, finalizzato ad elaborare strategie e mezzi per verifiche semestrali all’interno degli asili piemontesi.

ToscanaNotizie, Evento “Dire e Fare”

 ToscanaNotizie
Evento “Dire e Fare”

Dal 17 al 20 novembre alla Fortezza da Basso XIII edizione per la rassegna di buone pratiche della Pubblica Amministrazione

Vetrina sulle migliori pratiche del governo locale, ”Dire e Fare” si svolge alla Fortezza da Basso di Firenze dal 17 al 20 novembre 2010 (programma completo e aggiornato su www.dire-fare.eu). Nell’edizione 2010 più spazio ai giovani con il percorso SottoVenti, in cui legalità, educazione ambientale, scienza e tecnologia si incontrano con i titolari delle ”giovani cittadinanze” . ”È cosa buona che i giovani trovino un loro spazio in una rassegna che non solo invita a ”dire” ma impegna tutti a ”fareì” per migliorare i rapporti tra amministrazione pubblica e cittadini”. Così Stella Targetti, assessore all’Istruzione e vicepresidente di Regione Toscana, nel presentare la tredicesima edizione di ”Dire e Fare”, rassegna dell’innovazione nella pubblica amministrazione promossa da Anci e Regione Toscana.

”Fiat meglio senza Italia”, la Ferrari attacca Marchionne e il Governo

 ”Fiat meglio senza Italia”, la Ferrari attacca Marchionne e il Governo

La viceresponsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti: ”La politica ha fallito un’altra volta, questo è uno schiaffo in faccia al servilismo dei nostri parlamentari e ministri. Non mi sorprende assolutamente quello che dice Marchionne, lui fa il lavoro sporco per il quale è profumatamente pagato. L’unico criterio di guida delle corporation è la massimizzazione a breve termine del rendimento finanziario, nella rincorsa continua al profitto, meglio se extra per dare soddisfazioni trimestrali agli azionisti”. Questo il severo commento di Emanuela Ferrari, viceresponsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti, dopo le parole pronunciate nella trasmissione televisiva ”Che tempo che fa” dall’amministratore delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, il quale ha dichiarato polemico che ‘la Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l’Italia”. Questa frase ha innescato immediatamente un acceso dibattito politico nel quale sono intervenuti i maggiori leader di partiti e sindacati italiani, divisi tra chi condivide e chi critica aspramente le posizioni espresse dal numero uno del Lingotto.