Bonino (Radicali): il Pd ci considera inutili o dannosi

 Emma Bonino torna a criticare gli alleati del Pd per l’organizzazione della campagna elettorale, dalla quale i Radicali sono stati tenuti fuori e si chiede se per il Pd la loro presenza venga considerata “inutile o dannosa”.
“Quando abbiamo siglato l’accordo mi pare si sia parlato anche di una percentuale degli spazi televisivi destinati ai candidati Radicali – dice la capolista Pd in Piemonte ai microfoni di radio Radicale -. Che ne è stato? Ho saputo solo quando c’era già stato, di un giro di Veltroni in Piemonte, dove sono candidata, e che viene considerata una regione a rischio. Quello che voglio dire è che sembra che il Pd possa, voglia e debba fare a meno di noi.

Ministero della Giustizia: la provocazione di Antonio Di Pietro ad alleati e avversari

 “Se la coalizione di cui faccio parte vincerà le elezioni dovrà affrontare immediatamente un problema: “Quale ministero assegnare ad Antonio Di Pietro?”. E’ un problema così serio da essere dibattuto continuamente, e senza che io abbia avanzato alcuna richiesta, sia dal centro destra che dal centro sinistra. Il partito di Berlusconi non vuole che diventi ministro della Giustizia. Da parte del capo del PDL è assolutamente comprensibile. Il mio obiettivo è infatti di cancellare subito le leggi ad personam e di far funzionare la macchina della Giustizia per ripristinare in questo Paese la certezza della pena e l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.

Manifesto del Pd sul lavoro

 Impegnati nel mondo del lavoro come rappresentanti dei lavoratori o degli imprenditori, o come studiosi, abbiamo accettato la candidatura nelle liste del Partito Democratico perché siamo convinti che la realizzazione del suo programma può migliorare incisivamente la competitività del nostro sistema economico, la qualità del nostro tessuto produttivo e le condizioni di sicu-rezza e benessere di tutti, a cominciare da chi è più a rischio di precarietà e povertà.

Siamo ben consapevoli che tra lavoratori e imprenditori è fisiologico il contrasto di interessi sulla spartizione del frutto del loro comune lavoro nell’impresa: comporre questo contrasto, anche attraverso nuove forme di democrazia economica e partecipazione, spetta esclusivamente al sistema di relazioni sindacali, in piena autonomia dalla politica. Compito della politica, del Governo del Paese, su di un piano diverso e autonomo da quello delle relazioni sindacali, è invece di interpretare e tradurre in misure efficaci un interesse comune di lavoratori e imprenditori: quello al migliore possibile funzionamento complessivo del sistema economico nazionale, in particolare del mer-cato del lavoro, per consentire la massima crescita dell’occupazione e della ricchezza prodotta. E garantire che nessuno ne sia escluso.

Alessandri (Lega): Sull’indulto, dalla sinistra solo lacrime di coccodrillo

 Quando Franceschini parla dell’indulto come una scelta subita sfiora il ridicolo. Subita da chi?”. Questa la secca replica del presidente federale della Lega Nord, Angelo Alessandri alle parole del numero due del Pd. “Franceschini – sostiene l’esponente del Carroccio – chieda scusa per l’indulto al Paese e a tutti i famigliari delle vittime che hanno pagato sulla propria pelle questa scelta vergognosa che, lo ricordo, non è mai stata compiuta quando la Lega era al governo. Perché è vero che si tratta di un provvedimento parlamentare, ma se non c’è la volontà politica, l’indulto in Parlamento non passa. Per oltre un anno la sinistra ha difeso il provvedimento con arroganza, ora se ne pente.

Veltroni: Non mettiamo l’Alitalia nel tritacarne delle elezioni

 “Bisogna evitare di mettere Alitalia nel tritacarne della gcampagna elettorale – lo ha dichiarato al Tg2 Walter Veltroni, segretario del PD, intervenendo sulla delicata questione di Alitalia – se c’è una cordata alternativa si manifesti, ma rapidamente, in 48 ore”.

Veltroni risponde alle polemiche di questi ultimi giorni riguardanti le sorti della compagnia aerea italiana, in particolare riferendosi a Silvio Berlusconi, che ha proposto una cordata italiana di imprenditori.
Berlussconi in queste ore si era detto fiducioso rispetto alla realizzazione di questa cordata in pochi giorni, smentendo la fuoriuscita di Banca Intesa dalla partita Alitalia e ribadendo l’effetiva disponibilità dell’istituto guidato da Passera.

Per Enrico Monrando “Stanno giocando spudoratamente e irresponsabilmente sui destini di Alitalia, stanno confezionando una miscela pericolosissima”.