L’uomo per tutte le stagioni èuscito nuovamente allo scoperto. Oggi, dopo la vitoria del Cavaliere si scopre berlusconiano e va all’attacco dei sindacati. Luca Cordero di Montezemolo ha infatti avvisato i sindacati. “E’ ormai chiaro che la trincea dei negoziati infiniti, del rifiuto di guardare con occhi obiettivi la realtà, serve solo a difendere una casta di professionisti del veto”, ha detto il presidente uscente di Confindustria. Sulla detassazione degli straordinari al primo Cdm spiega: “E’ un’inversione di tendenza fondamentale nel modello di relazioni industriali che vogliamo fortemente innovare”.
Redazione
Boselli: il Partito socialista continuerà a vivere
“Il risultato elettorale segna una grave e severa sconfitta del Partito socialista. So bene che le vittorie hanno molti padri e molti madri, mentre le sconfitte sono solitamente figlie di nessuno. Questo, però, non è né il mio atteggiamento né il mio comportamento. Delle scelte che abbiamo fatto e delle conseguenze che ne derivano io mi assumo pienamente la responsabilità politica. Per questo motivo, non appena ho appreso l’esito del voto, mi sono dimesso dalla guida del Partito socialista, pur avendo svolto questo ruolo, non come segretario ma come candidato premier.
Continuo a pensare che i socialisti non potevano accettare il diktat di Veltroni salvando qualche posto di parlamentare in cambio di uno scioglimento del nostro partito. Se avessimo imboccato questa strada, avremmo rinunciato alla nostra dignità politica. I più di settantamila nostri iscritti avrebbero interpretato la nostra resa a Veltroni solo come una scelta opportunista. Nella mia esperienza politica ho avuto sempre come bussola quella di mantenere la nostra autonomia. Non piegarsi ai ricatti è la premessa basilare per essere una comunità libera. Questa sconfitta dei socialisti si colloca in una situazione nella quale si è determinato un vero e proprio terremoto politico.
Giordano: Rifondazione non si scioglie. Una costituente per la sinistra
Franco Giordano, lo so che è difficile: ma ti chiedo per primo il significato delle tue dimissioni annunciate da segretario. E so che questo te lo rende ancor più difficile, ma non ti chiedo ora il significato emotivo, ti chiedo quello politico delle tue dimissioni, insieme a quelle dell’intera segreteria.
A me pare evidente e direi scontato che dobbiamo disporci con umiltà ad un’assunzione collettiva di responsabilità. E’ quel che appunto proporrò. E, come pure s’è letto su qualche giornale, l’avrei fatto anche solo individualmente, su me stesso intendo. Ma sento fortissima, ora, la necessità persino vitale della responsabilità collettiva – che, ovviamente, metteremo al vaglio della discussione della nostra organizzazione. E questa responsabilità significa dare immediatamente la parola alle compagne e ai compagni di tutto il partito, che giustamente se la vogliono prendere: dargliela in maniera dirimente. Nella forma dovuta, che è quella del congresso: un passaggio che adesso è urgente, non più rinviabile.
Al congresso subito, dunque, come atto di responsabilità: un congresso sulle responsabilità?
E’ bene istruire subito questa discussione. E da parte mia intendo, con un gesto del tutto unilaterale, evitare ogni forma di personalizzazione; che ridurebbe la discussione stessa a mera futilità, nella nostra situazione. Questo gesto, credo, può invece facilitare una discussione reale su quello che è drammaticamente accaduto. L’esatto contrario d’una reticenza rispetto alle responsabilità: all’opposto, significa provare tutti insieme a discutere per reagire. L’anticipazione del congresso che ho già proposto nella segreteria di martedì e che riproporrò al Comitato politico nazionale è l’apertura di questa discussione.
Gasparri (PdL): Veltroni ha mentito, lascerà presto la guida del PD
“Che Veltroni sia dedito a dire bugie lo sapevamo. Basta ricordare la promessa di ritirarsi dalla politica e di andare in Africa. Rattrista comunque vedere come si sono ingannati i suoi, non numerosi, elettori. Aveva detto che avrebbe unito la sinistra e ci sarebbe stato un gruppo parlamentare unico con gli eletti dell’Idv di Di Pietro e quelli del Pd. Così non è, e le polemiche dimostrano come la sua operazione sia stata giustamente bocciata dagli elettori perché priva di contenuti e basata su presupposti ingannevoli. Il grande gruppo unitario della sinistra non ci sarà e Veltroni si dimostra una volta di più una persona che non dice la verità. E’ una circostanza non secondaria della quale si deve tenere conto anche in vista del ballottaggio di Roma. Votare per i bugiardi vorrebbe dire creare problemi ulteriori alla Capitale. Veltroni sta facendo una brutta fine.
Veltroni scrive ai cittadini della capitale in vista del ballottaggio
Il segretario del Partito Democratico, Walter Veltroni, in vista del ballottaggio del 27 e 28 aprile per l’elezione del sindaco di Roma, ha inviato ai cittadini romani una lettera in cui si invitano i romani a votare per Francesco Rutelli al Comune e per Nicola Zingaretti alla Provincia.
Riportiamo il tetso della lettera:
“Sono Walter Veltroni, voglio rivolgermi a lei con poche parole e con sincerità, come ho sempre fatto in questi sette anni, da Sindaco di Roma.
Al ballottaggio di domenica 27 e lunedì 28 aprile lei, insieme a tutti i romani, avrà la possibilità di decidere chi sarà il prossimo Sindaco di questa nostra meravigliosa città. Io le chiedo di non rinunciare a questa possibilità, di andare a votare e di scegliere Francesco Rutelli.
In questi due giorni si eleggerà anche il Presidente della Provincia. E per questa istituzione le chiedo di scegliere Nicola Zingaretti. Un giovane competente e appassionato, che può dare una grande dignità alla Provincia di Roma e può contribuire in modo determinante a creare un rapporto sereno ed equilibrato tra la capitale ed i comuni che la circondano.
Alitalia, rispunta l’ipotesi Aeroflot
La trattativa fra Air France e Alitalia resta in piedi in attesa dell’incontro fra Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy. All’appuntamento, però, il Cavaliere si presenterà con almeno una carte in più rispetto al negoziato condotto finora dal governo Prodi: Aeroflot, che dopo aver abbandonato la prima asta fallita per i troppi paletti posti dal Tesoro, sembra pronta a tornare in lizza. Nella conferenza stampa congiunta fra Berlusconi e Vladimir Putin, infatti, il presidente russo ha reso noto di aver “parlato con i vertici di Aeroflot: mi hanno detto che sono disponibili a riprendere i contatti con Alitalia”.
Di Pietro rivendica l’autonomia dell’Italia dei Valori
“L’Italia dei Valori è un partito che resta partito. Ci saranno le elezioni a breve, a novembre. Prima delle elezioni europee l’anno prossimo, ci saranno altre elezioni amministrative, e può darsi pure in Lombardia. Quindi, il nostro partito c’è, si rafforzerà ancora di più e sarà sempre più presente per rappresentare tutta quell’area elettorale che oggi potrebbe trovare in noi dei rappresentanti.
Il gruppo unico è il frutto di una convergenza sui contenuti. Alla luce di prese di posizione che differiscono dalla volontà di riconoscere l’Italia dei Valori, con cui è stata fatta un’alleanza, ho letto oggi una dichiarazione di Caldarola che dice: “Usciamo dal Partito se si dà un ruolo all’Italia dei Valori e a Di Pietro”. Voglio dire, io non voglio che nessuno lasci il Partito Democratico. Noi abbiamo preso atto che il leader del Partito Democratico è Walter Veltroni, che noi riconosciamo come leader della coalizione, così come abbiamo indicato prima delle elezioni e che noi vogliamo aiutare a portare avanti quel programma che abbiamo condiviso e sottoscritto.
Lega: Ora Berlusconi non perda tempo, subito il Governo
“Dopo l’inutile vertice romano, la Segreteria ha deciso che, per quanto riguarda la Lega Nord, le prossime riunioni saranno tenute solo con il leader del Popolo della Libertà, Silvio Berlusconi. La Segreteria Politica ha ribadito che la Lega Nord ha ricevuto l’imperativo mandato dagli elettori di risolvere le questioni legate al Federalismo e alla Sicurezza. Pertanto, visto lo straordinario risultato ottenuto su questi due temi, non è possibile derogare dall’assoluto rispetto dello stesso. Il momento nel Paese è talmente grave che è necessario vengano prese decisioni rapidissime.
Tremonti (Pdl): Adesso gli eurobond per finanziare lo sviluppo
“Credo sia l’ora di pensare ad un debito pubblico europeo per finanziare lo sviluppo dell’Europa”. Lo ha affermato Giulio Tremonti che ha osservato: “Rilancio la mia vecchia proposta di eurobond per lo sviluppo, in passato accolta da altri governi europei come contro l’ortodossia finanziaria. Credo che oggi sia assolutamente sbagliato non capitalizzare i dividendi di Maastricht e la forza dell’euro: abbiamo la moneta piu’ forte e gli interessi piu’ alti, e sarebbe assurdo non mettere a frutto questa situazione”.
Sarebbe un passaggio, quello di finanziare lo sviluppo dell’Europa con il debito pubblico europeo, che per Tremonti avrebbe un forte valore anche politico nel rafforzare “una identita’ europea”. Una Europa che ora deve guardare “alla terza fase” del percorso di unificazione, quella “della costruzione politica”.
Radicali in Parlamento. Bonino: Sei eletti per scelta, tre “per caso”
Nessun patto rispettato. Anche se il risultato è quello messo nero su bianco nell’accordo sottoscritto col Pd prima delle elezioni, e cioè una pattuglia di 9 radicali in Parlamento, a via di Torre Argentina si sottolinea come solo 6 dei parlamentari radicali sono stati “nominati” per volontà del Pd, mentre gli altri 3 eletti devono ringraziare il caso o, meglio, il crollo della Sinistra Arcobaleno che nessuno alla vigilia poteva ipotizzare. “Solo sei – fa notare Emma Bonino – sono stati eletti per una scelta determinata del Pd, gli altri arrivano in Parlamento “per caso”, per la sconfitta drammatica dell’Arcobaleno”.
Non solo, rincara la dose la segretaria di Ri, Rita Bernardini, eletta alla Camera insieme a Marco Beltrandi, Maurizio Turco, Matteo Mecacci, Maria Antonietta Farina Coscioni ed Elisabetta Zamparutti. “Da radicali – assicura – siamo consapevoli che la democrazia non esiste in questo Paese e che entriamo in questo Parlamento da nominati, in un sistema che violenta e ferisce la democrazia”. Con questa “responsabilità e consapevolezza”, e con l’impegno nel “cambiare da dentro le istituzioni”, sottolinea Zamparutti. Bernardini rassicura i militanti radicali, “che ci hanno compreso in un momento difficile come quello della scelta di entrare nel Pd, senza il nostro simbolo e con l’esclusione di personalità importanti come D’Elia e Pannella”.