Sta per partire il “Rinascimento verde”: lo Stato affitterà terre demaniali a giovani agricoltori. Come funzionerà?

di isayblog4 14 views2

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“Innanzitutto – risponde Luca Zaia, ministro delle Politiche Agricole – verrà fatto un censimento, perché non tutte le terre demaniali hanno vocazione agricola. Poi la mia idea è di fare un bando a progetto in modo che i possibili assegnatari possano presentare un business plan. Vogliamo, infatti, che ognuno porti un progetto di fondazione di una nuova azienda agricola per evitare che ci siano appropriazioni di terre demaniali per farci il nulla o per agricolture estensive. Da qui la mia idea di investire di più sui giovani visto che oggi rappresentano non solo una grande chance per il futuro, ma anche una agricoltura di innovazione”.

Quindi il bando prevedrà limiti di età?

“Assolutamente. Bisognerà avere meno di 40 anni, visto che è l’ età prevista per essere definiti giovani in agricoltura secondo i regolamenti comunitari. E poi conta il progetto”.

Che cosa deve contenere?

“Il piano deve parlare di agricoltura intensiva e deve anche contenere una sorta di bilancio aziendale: un giovane deve dimostrare di che cosa vivrà, come guadagnerà, che lavoro farà e soprattutto se l’ azienda riuscirà a stare sul mercato con le proprie forze”.

Saranno privilegiati progetti green come l’ agricoltura biologica?

“Nel bando saranno privilegiati i progetti che io ho sempre definito di produzione identitaria. Per esempio: se in Campania, nella zona del pomodoro San Marzano o della mozzarella di bufala, riceviamo due proposte, una per una produzione indifferenziata e anonima e un’ altra per una produzione locale, sicuramente la seconda avrà più punteggio per avere la terra. In Italia abbiamo 4.500 prodotti tipici: i giovani avranno in mano la salvaguardia delle identità produttive territoriali. È questa la forza del nostro progetto”.

Quanti giovani secondo lei parteciperanno?

“Migliaia. Oggi su un milione e 700mila aziende agricole, solo 1.700, il 10%, sono condotte da giovani. E quindi penso che qualche migliaio di ragazzi chiederà di avere assegnate queste terre anche perché i giovani non si occupano di agricoltura non perché abbiano ancora l’ immagine del contadino con la pelle incartapecorita ma semplicemente perché il terreno costa tanto”.

Tanto quanto?

“In Italia, in media, un ettaro costa 25.500 euro. Un prezzo enorme se confrontato con i 5.500 euro della Francia, i 6.500 della Germania e gli 8.500 dell’ Olanda”.

Il suo piano è contenuto nel decreto anticrisi. Quanti posti di lavoro prevede di creare?

“È difficile dirlo con precisione. Però si può fare un conto: in tre anni potremmo dar vita a mille aziende, considerando un’ azienda media con dieci ettari di superficie, cosa possibile perché significherebbe impiegare 10mila ettari in tutta Italia, ovvero 500 ettari per Regione. Insomma, possiamo dire che compreso l’ indotto si potrebbe parlare di 5 – 6mila posti di lavoro. E tutti per i giovani”.

Prevede una forte partecipazione rosa al bando?

“Se non ci fossero le donne in agricoltura sarebbero guai. Moltissime aziende innovative come quelle del vino, del biologico e delle erbe officinali, hanno una presenza importante di giovani imprenditrici. È auspicabile quindi che si continui con questi parametri statistici”.

www.lucazaia.it

Commenti (2)

  1. Finalmente un’idea seria, anche se, purtroppo, come in ogni bando italiano l’odore di speculazioni, nepotismi, e accaparramenti si inizierà a sentire presto.

  2. Peccato anche sia chiaro che il progetto avrà principalmente un carattere eco-nomico piuttosto che eco-logico. Inoltre per fare agricoltura intensiva e altamente produttiva servono altre strutture oltre al terreno, e quelle potrà permettersele ancora una volta solo chi avrà già capitale iniziale a disposizione o chi avrà intenzione di sottoporsi all’usura delle banche.

    Purtroppo devo esprimere un parere negativo verso questa idea che potenzialmente sarebbe molto buona.

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