Le prime mosse del Segretario: Franceschini vara la nuova segreteria

di isayblog4 35 views0

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Dopo una giornata spesa in parte a dirimere la querelle sul testamento biologico in Senato, Dario Franceschini ha presentato la sua segreteria, otto nomi “decisi in piena solitudine” che sostituiscono il coordinamento del partito che affiancava Walter Veltroni. Quasi tutti dirigenti locali, alcuni con un notevole peso politico, a cominciare dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino e dal governatore dell’ Emilia Romagna, il bersaniano Vasco Errani. Unico ad avere un ruolo, come capo dell’ area organizzazione al posto di Beppe Fioroni, sarà il fassiniano Maurizio Migliavacca. E poi Fabio Melilli, presidente della provincia di Rieti e dell’ Unione province italiane, ex margherita, Maurizio Martina, segretario regionale del Pd lombardo, fassiniano ma nominato da Veltroni, la parlamentare Federica Mogherini, considerata anche lei vicina all’ ex segretario Ds, Elisa Meloni, area ds e segretario provinciale del Pd di Siena, Giuseppe Lupo, consigliere regionale del Pd in Sicilia ed ex Margherita.

Sembra evidente un riequilibrio nella formazione di questo primo organismo dirigente dei democratici verso la componente diessina del partito con una forte rappresentatività di esponenti del Nord del Paese. Anche se tutte le carte devono ancora essere scoperte perché nei prossimi giorni il segretario dovrà nominare i capi dei dipartimenti, economia, Welfare, enti locali e così via, che rimpiazzeranno il governo ombra ormai azzerato. “Mancano solo cento giorni alle europee e non c’è tempo da perdere”, così Franceschini ha spiegato i tempi record con cui ha voluto varare la sua squadra. “Adesso c’, è l’ urgenza di avere in campo il partito Democratico in una forma non provvisoria e questo mi ha spinto a fare in fretta. Ho azzerato i vecchi incarichi, ho già mandato lettere a tutti i componenti del governo ombra, del coordinamento e dei capi dipartimento. Ho scelto persone con funzioni istituzionali e legate al territorio”.

I capigruppo resteranno gli stessi: “Non spetta a me, sono stati eletti dai gruppi e hanno lavorato bene e quindi non vedo il motivo di inserire elementi di instabilità. Del resto nessuno mi ha posto il problema delle presidenze dei gruppi”, taglia corto Franceschini. Bisognerà vedere ora se qualcuno porrà invece il problema di cosa faranno i membri del coordinamento di Veltroni che non sono entrati in segreteria. Dai corridoi di Largo del Nazareno già emerge qualche perplessità sul fatto che l’ unico organo che deciderà la linea politica sui temi più spinosi sarà la segreteria e che giocoforza i dipartimenti avranno più una funzione “tecnica”. Ma Fioroni ostenta distacco: “Se fosse per me resterei fuori da ogni incarico, ma se Dario vuole posso occuparmi di uno dei dipartimenti”.

Bersani si congratula per la “bella squadretta” messa in campo dal segretario, nega di esser stato lui la causa delle dimissioni di Veltroni, conferma che si candiderà al congresso e fa sapere che accetterà anche uno degli incarichi sulle aree tematiche. Fassino sarà probabilmente capolista per il nord ovest alle europee, Bettini capolista al centro, mentre Giorgio Tonini, già braccio destro di Veltroni mostra di apprezzare la scelta di Franceschini: “Ha mantenuto l’ impegno, con una segreteria che ha due ingredienti: il rapporto col territorio e il rinnovamento generazionale. Ha fatto scelte istituzionali, il presidente della conferenza delle regioni, il presidente delle province e il vicepresidente dell’ Anci. Ed ha inserito diversi giovani, Martina, Mogherini, Lupo, Meloni. Non so se io assumerò incarichi di settore, vedremo cosa deciderà il segretario”.

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