Incontri e scontri fra politici: è ora di tregua

di isayblog4 19 views0

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Ma serve soprattutto un riequilibrio alla Consulta. I Grandi non se ne rendono conto. Neppure il gioviale Cavaliere. E insistono nelle loro scaramucce da soldatini di plastica. E così, all’ indomani della grande battaglia su Eluana, Silvio Berlusconi telefona a Maurizio Gasparri per rincuorarlo dopo l’ attacco di Gianfranco Fini che lo aveva bacchettato severamente per aver attaccato Napolitano. Il Presidente della Camera, invece, forse in cerca di qualche seguace nel centro – destra, convoca il ministro Matteoli che, ligio ai doveri dell’ amicizia, subito dopo dichiara: “Ha fatto bene, Fini, a difendere Napolitano”.
Non sono, comunque, queste le cose che contano. I quartieri generali dei due eserciti stanno valutando se l’ armistizio siglato per scongiurare lo scontro finale tiene o se, invece, qua e là serpeggia ancora qualche scaramuccia che potrebbe poi offrire il pretesto per tornare a combattere.

Certamente il Cavaliere non intende continuare lo scontro con il Quirinale. A lui basta quello che è successo. Ha dimostrato che non ha nessuna intenzione di essere messo sotto tutela da quella che qualcuno dei suoi definisce la cappa istituzionale. Se lo lasceranno governare, se accetteranno quel tanto di decisionismo necessario a fronteggiare la crisi, se non lo intralceranno sull’ uso dei decreti, lui ha tutta la volontà di collaborare con il Quirinale. Non aspetta altro. Dal suo punto di vista quello che è successo è servito a fare chiarezza.

Il premier è sicuro di aver interpretato il pensiero della maggioranza degli italiani e che, d’ ora in avanti, le cose non saranno più come prima. “D’ ora in poi – ha spiegato ai suoi – giocheremo a carte scoperte. Io non ho nulla contro Napolitano. Lo stimo. La storia dei complotti è un’ invenzione della sinistra per coprire i suoi errori. Penso che il governo debba essere messo nelle condizioni di governare e le istituzioni dovrebbero favorire questo indirizzo e non intralciarlo”.
Appunto, lui è pronto a rispettare l’ armistizio. Purché il Quirinale mantenga un ruolo superpartes.

A.C.

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