Centrosinistra e sindacati reagiscono alle “classi ponte”

di isayblog4 15 views0

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Cambia il nome ma non la sostanza. Le classi “ponte” per bambini extracomunitari promosse dalla mozione della Lega Nord diventano classi “d’inserimento”. La Camera ha approvato ieri la mozione del Carroccio in materia di accesso degli studenti stranieri alla scuola dell’obbligo con 256 sì, 246 no e un astenuto.
Il cambio terminologico, che per il vice capogruppo del Pdl alla Camera Italo Bocchino servirebbe a “rendere più evidente l’obiettivo della proposta, ossia l’integrazione degli studenti”, non risolve in realtà la grave discriminazione che con tale approvazione la maggioranza si appresta a rendere effettiva.

E a YouDem Walter Veltroni ha dichiarato: “Da italiano è intollerabile la mozione che è passata ieri in parlamento sull’istituzioni delle classi differenziali: avremmo tollerato quando eravamo noi gli emigranti che i nostri figli finissero in classi differenziali? Noi siamo stati integrati e vivaddio siamo una società che integra le persone che vengono da noi a lavorare. Gli argomenti sentiti ieri in aula sono assolutamente assurdi perchè dalle classi differenziali ad affermare che una persona è superiore ad un’altra, passa davvero pochissimo. Dio ci scampi dall’idea di classi separate – ha ammonito il segretario del PD – Penso alla posizione coraggiosa assunta ieri dal presidente FIni ma il suo gruppo ha usato argomenti assurdi”.
Veltroni si è rivolto direttamente ai telespettatori invitandoli a immaginare cosa sarebbe accaduto se ”nella Torino degli Anni Sessanta, fossero state fatte delle classi differenziate per i figli di immigrati che non parlavano bene l’italiano. Che Italia avremmo costruito?
L’opposizione sarà dura: “Se il Pdl tenterà di trasformare la mozione in una legge il Pd farà in aula tutto quello che è possibile fare per bloccarla”.
Il testo impegna, infatti, il governo a «rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, favorendo il loro ingresso, previo superamento di test e specifiche prove di valutazione». A chi non supera i test vengono messe a disposizione le «classi d’inserimento che consentano agli studenti stranieri di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana, propedeutiche all’ingresso degli studenti stranieri nelle classi permanenti».

Piero Fassino è in netto disaccordo con la mozione perché, spiega, “un bambino che e’ discriminato già nella tenera età si porterà dietro la ferita della discriminazione per tutta la vita”. “Mi auguro si fermino” e che “la mozione votata ieri non venga trasformata in legge”. “Introdurre un principio secondo cui si fanno classi differenziate per appartenenza etnico culturale – spiega poi l’esponente del Pd parlando a Montecitorio con i cronisti – significa introdurre una discriminazione tra bambini che non può che produrre effetti dannosi”. E poi aggiunge: “Abbiamo bisogno di costruire un’integrazione in cui i diversi si riconoscano e crescano insieme. Fin dalla più tenera età bisogna costruire le condizioni di un’integrazione. Al contrario discriminare, addirittura tra i bambini, significa produrre una ferita che può avere drammatiche conseguenze, sia nella vita sociale sia nella vita delle persone”.

Anche per Mariapia Garavaglia, ministro ombra dell’Istruzione, il provvedimento danneggia la scuola italiana nel suo complesso e “vanifica gli sforzi d’integrazione dei figli degli immigrati attraverso la scolarizzazione”. Inoltre, continua l’esponente PD, “l’istituzione delle classi separate non è tecnicamente praticabile, poiché comporterebbe un aggravio di costi per la scuola, mentre è noto che il governo sta attuando tagli profondi al settore. Tutto ciò è noto anche a chi ha stilato la mozione”. “Il sospetto dunque – precisa il ministro ombra – è che il Carroccio persegua solo l’obiettivo di allontanare i figli degli immigrati dalle scuole. Se il governo accogliesse questo messaggio non troppo celato fra le pieghe dalla mozione, saremmo di fronte a un atto veramente poco saggio”. E poi la cosa che più stupisce è che all’ottenimento di tale deprecabile obbiettivo si sia prestata anche Alleanza Nazionale che, nonostante le spiegazioni confuse dell’on. Bocchino, ha accettato la mozione, “contraddicendo platealmente – ricorda Garavaglia – le affermazioni del Presidente Fini che più volte in passato ha dichiarato che l’integrazione degli immigrati passa anche attraverso la scuola”.

“La mozione della Lega sulle classi separate per bambini di altri paesi va respinta al mittente con ignominia”. Aggiunge Vincenzo Vita, senatore del Partito Democratico. “Si tratta di un atto della peggiore xenofobia, che apre una finestra impressionante sulla fisionomia ‘culturale’ della maggioranza”. “Non basta -conclude Vita- qualche imbarazzo nei volti della maggioranza. Si ritiri questa pagina nera. Al più presto”. Sulla necessità di un repentino passo indietro da parte della maggioranza è la Rete degli Studenti che, ricordando come l’Italia si sia sempre distinta per “un approccio innovativo verso l’educazione degli studenti migranti”, non vuole accettare che con la decisione di ieri si arrivi ad “una stroncatura” dell’ispirazione interculturale propria della storia della scuola italiana.

Un’ispirazione che – ricorda Letizia De Torre, deputata del Pd in commissione Cultura – “ha motivato anche le proposte del PD contenute nella mozione che la maggioranza ha bocciato, preferendo approvare quella targata Lega Nord”. “La scuola – prosegue De Torre – rappresenta un’occasione unica per favorire l’inclusione nel tessuto sociale italiano dei giovani stranieri. Per questo abbiamo proposto un piano nazionale di insegnamento della lingua italiana rivolto in particolare agli studenti di recente immigrazione e l’utilizzo integrale dei fondi già stanziati dal governo Prodi per questo scopo. Ma la maggioranza si è dimostrata sorda alle nostre proposte”.

Inoltre è lecito evidenziare che sottoporre l’accesso a scuola al superamento di un test e a quote per stranieri nelle classi è una contraddizione in termini: “se un ragazzo arriva a scuola per imparare,- si domanda Pina Picierno, ministro ombra per le Politiche Giovanili – cosa deve dimostrare per avere il diritto di farlo? E se un ragazzo arriva in Italia il primo Gennaio, cosa farà tutte le mattine, se non potrà andare a scuola? Questo Governo prima brandisce il tema della sicurezza e poi consegna tanti minori all’abbandono sociale, alla strada, alla criminalità”.

Infatti, se l’intento è quello di favorire l’integrazione tra i ragazzi provenienti da paesi e culture diverse non e’ con “una norma discriminatoria – ha sottolineato il Vice Presidente del Senato, Vannino Chiti – che si realizza questo obiettivo”. “Il principio basilare dell’integrazione e’ proprio l’incontro e l’impegno comune tra chi entra in una comunità e chi di quella comunità fa già parte. Pensare di creare classi riservate a una categoria specifica, anche se temporanee – conclude Chiti – significa voler di fatto, al di là delle stesse dichiarazioni, perseguire il fine dell’isolamento, non certo dell’inserimento”.

Il no dei sindacati. Per il segretario della Cgil Guglielmo Epifani sono un «atto di inciviltà verso tutti i bambini, siano essi figli di immigrati o di italiani». «Una divisione così netta tra bambini che parlano l’italiano e coloro che non lo parlano ancora correttamente richiama gli aspetti bui dell’apartheid», afferma il leader della Cgil, giudicando «questo atto non solo l’ennesima dimostrazione dell’intolleranza razziale che caratterizza la destra al governo, ma anche la conseguenza della devastazione contenuta nei provvedimenti sulla scuola: i tagli previsti dalla riforma Gelmini determinano, infatti, l’impossibilità di seguire adeguatamente tutti i bambini nelle loro specificità». «L’educazione interculturale – conclude Epifani – rappresenta il profilo qualitativo della scuola moderna e ha bisogno di luoghi unitari di conoscenza e confronto e non di separazione».
Bonanni della Cisl definisce la mozione «ridicola». «La scuola non può diventare una “macchietta”. Di questo passo – ha aggiunto – arriveremo ad una scuola per i maschi e per le femmine, per il Nord e per il Sud, per i biondi e per i mori».

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