Tsunami sull’Europa: 6.000 licenziamenti, crollano le Borse

di isayblog4 23 views0

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Nella finanza ormai globalizzata l’onda d’urto del fallimento di Lehman Brothers non poteva non abbattersi in tempo reale anche nel nostro continente. I primi ad essere colpiti sono stati i dipendenti europei, seguiti dai listini delle principali piazze finanziarie il cui inabissarsi è stato accompagnato dalle preoccupate dichiarazioni delle autorità economiche e politiche della Ue.

I posti di Lehman Brothers a rischio di rapida scomparsa in Europa sono ben 6mila (4500 nella sola City di Londra), di cui 140 in Italia (120 nella sede di Milano e circa 20 in quella di Roma). «Siamo tutti a rischio – ha spiegato un portavoce della banca d’affari da Londra – Di fatto la compagnia non esiste più, per cui temo proprio che finiremo per essere licenziati».

In particolare, nel nostro paese Lehman Brothers vantava una posizione più che buona tra le banche d’affari. I vertici della filiale italiana vedono Riccardo Banchetti come amministratore delegato (carica istituita nel gennaio 2007), l’ex numero uno del Sanpaolo e ministro del bilancio Rainer Masera come presidente delle financial istitution (banche e assicurazioni), l’ex amministratore di Alitalia Francesco Mengozzi capo per il settore infrastrutture mentre un altro italiano, Francesco Caio, è il vicepresidente Lehman Brothers International.

Giornata nera, come detto, per le Borse europee che hanno bruciato 125 miliardi di euro con l’indicatore principale, il Dj Stoxx 600 in calo del 3,47%. La maglia nera è andata a Madrid, unica a chiudere in calo sopra il 4%. Seguono Londra a -3,9%, Zurigo a -3,8%, Parigi a -3,7% , Amsterdam a -3,6%. La meglio tenuta è staqta invece Francoforte a -2,7%. Piazza Affari non ha potuto fare altro che adeguarsi, con il Mibtel che alla fine della seduta ha lasciato sul terreno il 3,49% mentre lo Sp&Mib ha perso leggermente di più, il 3,66%.

E, come detto, il crollo di Lehman Brothers ha messo l’Unione europea in un autentico stato di allarme finanziario. Il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, nel corso di un intervento a Francoforte ha spiegato che «attualmente non c’è nessuno spazio per il compiacimento, bensì bisogna essere in continua allerta».
In Germania il ministero delle Finanze, la Bundesbank e la BaFin, l’autorità di vigilanza sui mercati, hanno annunciato in un comunicato congiunto di essere «in contatto stretto» con i partners internazionali e con le banche tedesche dopo che l’ex fiore all’occhiello di Wall Street ha annunciato il suo fallimento.

I tre istituti tedeschi hanno tentato di rassicurare i mercati dichiarando che l’esposizione degli istituti di credito tedeschi verso Lehman Brothers sono «sostenibili», senza però dare maggiori dettagli. La situazione è grave, ma «è innanzi tutto una crisi americana», ha dichiarato una portavoce del ministero delle Finanze di Berlino, aggiungendo: «Per il momento gli effetti sull’economia tedesca sono stati straordinariamente limitati».
Da Bruxelles è invece arrivato un messaggio di «fiducia» per quanto riguarda «un buon coordinamento tra istituzioni bancarie per gestire la crisi finanziaria, secondo quanto riferito dal portavoce della Commissione europea», Johannes Laitenberger. Il ministro francese delle Finanze, Christine Lagarde, ha anch’essa scelto parole rassicuranti.

«Abbiamo messo in atto dei meccanismi che consentono ai mercati di non essere sconvolti in modo grave», ha sottolineato nel corso di un intervento alla radio Europe 1, ricordando che i governatori delle banche centrali, il presidente della Bce, le autorità dei mercati finanziari e i responsabili del Tesoro nazionali si sono incontrati nel weekend nel corso di una riunione dell’Ecofin a Nizza.
Tornando al governatore centrale, Jean-Claude Trichet, non ha voluto esprimersi direttamente sul ritorno delle tensioni sui mercati. L’Eurotower ha comunque iniettato 30 miliardi di euro di liquidità attraverso un’operazione di rifinanziamento rapido. Si tratta di una ventata d’ossigeno per gli istituti di credito, che però potrebbe non essere sufficiente, secondo gli esperti.
Anche la Bank of England ha deciso di operare nello stesso modo, offrendo 5 miliardi di sterline, ossia 6,3 miliardi di euro con un tasso del 5% ai mercati finanziari, che hanno subito assorbito la somma.

fonte: l’Unità

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