Immigrazione e nomadi: il Consiglio d’Europa bacchetta l’Italia. Reazione di Maroni

di isayblog4 14 views0

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“Le misure attuate in Italia non tengono conto dei diritti umani e dei principi umanitari e potrebbero fomentare altri episodi xenofobi”.
E’ questo il giudizio espresso da Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, in occasione della diffusione del suo rapporto sulla visita compiuta in Italia il 19 e 20 giugno scorsi per discutere della nuova politica italiana in materia di immigrazione e della situazione dei nomadi.
Hammarberg guarda anche con “forte preoccupazione” ai provvedimenti che nel pacchetto sicurezza sembrano essere mirati in particolar modo ai Rom e per la volontà espressa dal governo di estendere a tutto il territorio italiano lo stato di emergenza già in vigore in tre regioni.
Nel rapporto reso noto oggi e composto da una ventina di pagine, Hammamberg osserva che “il ripetuto ricorso a misure legislative d’emergenza” per affrontare i problemi legati all’immigrazione sembra indicare “una incapacità di affrontare un fenomeno non nuovo” che dovrebbe quindi essere gestito attraverso leggi ordinarie e altre misure.
Hammarberg sottolinea quindi come “la decisione di rendere la presenza illegale in Italia una aggravante nel caso in cui la persona commetta un reato, potrebbe sollevare serie questioni di proporzionalità e di discriminazione”.
Anche le espulsioni di cittadini Ue condotte sulla base di motivazioni di pubblica sicurezza potrebbero sollevare, secondo il commissario, “seri dubbi di compatibilità con la Convenzione dei diritti umani”, su cui si basano le sentenze della Corte di Strasburgo.
Il commissario si è detto anche “estremamente preoccupato” per tutti gli atti di violenza avvenuti in Italia ai danni di campi nomadi “senza che vi fosse una effettiva protezione da parte delle forze dell’ordine che a loro volta – accusa Hammarberg – hanno condotto raid violenti contro gli insediamenti” di questi gruppi.
Nonostante gli sforzi delle autorità, secondo il commissario, “sono stati fatti pochi progressi nell’effettiva protezione dei diritti umani dei Rom e dei Sinti”.
Hammarberg ricorda che le autorità hanno il dovere di investigare efficacemente su questi fatti e che lo Stato deve garantire la sicurezza di Rom e Sinti.
“L’approvazione, diretta o indiretta, di questi atti da parte di certe forze politiche, singoli politici e da parte di alcuni organi di informazione è particolarmente preoccupante” afferma dunque il commissario nel suo rapporto.

“Respingo con indignazione le accuse del commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa secondo cui le violenze nei campi nomadi in Italia sono avvenute senza che vi fosse protezione da parte della polizia, che a loro volta avrebbero condotto raid violenti contro insediamenti nomadi”.
Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, durante la comunicazione alla Camera replicando al commisario Hammarberg.
“Si tratta di falsità clamorose, la polizia non ha mai compiuto atti violenti di questo genere. Si dica quali sono quali sono i fatti a cui ci si riferisce”, ha aggiunto.
Alle contestazioni mosse dal Consiglio d’Europa, ha spiegato ancora Maroni, “abbiamo risposto replicando punto per punto”.
Quindi ha ricordato che sull’ estensione dello stato di emergenza nazionale a tutto il territorio nazionale per gli sbarchi degli immigrati extracomunitari, adottata dal Governo, si sono avute nei giorni scorsi “affermazioni gravi e infondate se non, addirittura, singolari se si pensa che a farle sono stati politici che nel governo Prodi hanno votato le stesse ordinanze”.
L’ordinanza, ha spiegato, è servita solo a dare maggiori disponibilità e mezzi di Protezione civile per affrontare “un’emergenza” che vede ormai raddoppiare il numero degli sbarchi sulle nostre coste.
Maroni ha ripetuto dunque i dati di quella che ha definito una “situazione di eccezionale pressione migratoria” sul nostro Paese che assume il numero di 10.611 arrivi nel primo semestre di quest’anno a fronte di 5.380 nello stesso periodo dello scorso anno, con previsioni che portano gli arrivi a 30 mila alla fine dell’anno. Eppure, lo stato di emergenza nazionale per problemi come quello degli sbarchi di immigrati risale, ha ricordato Maroni, al 1999 e “non è, quindi, una novità”. Così come l’estensione del provvedimento a tutto il territorio nazionale e non ristretta a solo tre regioni (Sicilia, Calabria e Puglia).

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