Napolitano intervistato in Russia nel corso della Visita di Stato

di isayblog4 11 views0

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Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, su invito del Presidente della Federazione Russa, Dmitry Medvedev, sta effettuando una visita di stato a Mosca e San Pietroburgo dal 15 al 18 luglio, accompagnato dal Ministro degli Esteri Franco Frattini. Nel corso della visita il Presidente Napolitano avrà incontri con le più alte cariche dello Stato e del Governo russi nei quali verranno discusse le principali questioni dell’agenda bilaterale ed internazionale e verrà ribadita la forte amicizia fra i due Paesi.

Intervista al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dell’agenzia russa Itar-Tass in occasione della Visita di Stato nella Federazione Russa.

L’Italia si prepara a festeggiare i 150 anni dell’unità nazionale come stato unitario. Che posto occupa oggi l’Italia nello scacchiere internazionale?

Presidente
In questi 150 anni o quasi di vita dello Stato nazionale unitario italiano abbiamo vissuto periodi luminosi ed anche periodi bui. Ci siamo ripresi dopo la seconda guerra mondiale, dopo il periodo della dittatura fascista: abbiamo avuto anche un grande sviluppo, siamo diventati un Paese industrialmente avanzato. Oggi abbiamo seri problemi dinnanzi a noi: il mondo è cambiato e molte cose debbono cambiare anche in Italia, ma noi siamo profondamente fiduciosi nel ruolo e nell’avvenire del nostro Paese. Crediamo che l’Italia abbia da dare ancora un contributo di civiltà, di talento, di creatività a tutto il mondo; crediamo che il ruolo dell’Italia sulla scena internazionale sia inseparabile dalla sua appartenenza all’Unione europea. L’Italia è stato uno dei paesi fondatori dell’Europa comunitaria fin dai primi anni 50, e siamo ancora profondamente attaccati a questo grande progetto che speriamo possa realizzarsi e andare sempre più avanti anche con il nostro contributo.

Domanda
L’Italia ha festeggiato quest’anno i 60 anni della Costituzione Repubblicana, che importanza hanno i principi della Costituzione per il clima democratico e la difesa dei diritti civili nel Paese?

Presidente
Noi stiamo ancora celebrando questo importante sessantesimo dell’entrata in vigore della Costituzione repubblicana, e io credo di poter dire che per noi questo è un momento molto importante anche perché stiamo verificando come ci sia una larga condivisione dei principi e degli indirizzi essenziali della nostra Costituzione. E cerchiamo soprattutto di conquistare le giovani generazioni ad una migliore conoscenza di questa fondamentale legge della nostra Repubblica.
Nei primi 12 articoli della Costituzione sono sanciti i principi fondamentali, principi che riguardano diritti di libertà, che riguardano esigenze di solidarietà, che riguardano la libertà e il pluralismo religioso, la libertà e il pluralismo culturale: credo che effettivamente quella è una tavola di principi che può rappresentare ancora per lungo tempo la base del nostro sviluppo democratico.

Domanda
Lei è l’undicesimo Presidente della Repubblica Italiana, la Sua residenza ufficiale, dove ci troviamo adesso, è la famosa residenza papale, poi reale del Palazzo del Quirinale. Quale è il ruolo del presidente della Repubblica nel sistema politico dell’Italia del dopoguerra?

Presidente
Questo Palazzo è veramente un palazzo storico: io cerco di non farmi intimidire troppo dal fatto che vengo dopo tanti Papi, vengo dopo qualche Re e anche dopo 10 miei illustri predecessori come presidenti della Repubblica. Faccio la mia parte, faccio il mio dovere.
Nella nostra Costituzione il presidente della Repubblica non è il capo dell’esecutivo, non ha poteri esecutivi: ha una serie di poteri che sono indicati nella Carta costituzionale stessa. È, soprattutto, un arbitro imparziale,un moderatore, un garante del rispetto dei principi della Costituzione repubblicana.
Io credo che questa scelta fatta dai padri della nostra Costituzione più di 60 anni fa sia stata una scelta saggia: avere, cioè, come Capo dello Stato, non il rappresentante di una parte politica, ma chi possa rappresentare l’unità nazionale e le aspirazioni comuni a tutti gli italiani.

Domanda
Lei ha ricoperto la carica di Ministro dell’Interno, quali secondo Lei sono le strategie più efficaci per contrastare la criminalità nei giorni nostri?

Presidente
Credo che la premessa di tutto sia l’educazione alla legalità, la diffusione tra i cittadini della cultura della legalità, del senso della legge e del rispetto della legge, perché anche le forze di polizia e la Magistratura – che sono chiamate a combattere la mafia ed altre forme di criminalità organizzata – possono fare molto meglio e molto di più se c’è questo clima, se sono sostenute da un generale consenso e dalla comprensione del ruolo che devono avere.
Credo naturalmente che sia anche importante – se pensiamo a certe regioni del Mezzogiorno d’Italia dove sono cresciute le principali organizzazioni criminali, a cominciare dalla mafia – creare maggiori opportunità di lavoro per i giovani, evitare che i giovani cadano nella tentazione della illegalità, cadano nella rete delle organizzazioni criminali perché hanno bisogno e sentono di non avere avvenire.
Poi, ovviamente ci sono tutti i mezzi a disposizione delle forze di polizia e della Magistratura. Noi, per esempio, nella lotta contro la mafia abbiamo anche puntato molto sulla figura dei collaboratori di giustizia, cioè di coloro che hanno fatto parte di queste organizzazioni criminali e si pentono – così si dice – o meglio accettano di collaborare con la giustizia e possono dare indicazioni preziose per colpire quelle organizzazioni.

Domanda
In un suo recente intervento ha dichiarato che l’Italia non può disporre della stabilità politica senza le riforme adeguate. In quale direzione devono essere intraprese queste riforme?

Presidente
Penso che vadano fatte sia riforme del sistema elettorale, sia alcune riforme costituzionali. E anche che si debbano modificare parecchie altre cose: per esempio, i regolamenti parlamentari.
Una nuova legge elettorale dovrebbe garantire, innanzitutto, un rapporto diretto tra elettori ed eletti: gli elettori debbono effettivamente poter scegliere tra i candidati chi diano loro più fiducia. E credo che bisogna ridurre la frammentazione politica che in Italia ha raggiunto negli anni scorsi delle punte abnormi. Non possiamo avere né 20 né 10 partiti: ci debbono essere delle aggregazioni tra partiti affini che possono condividere lo stesso programma, lo stesso orientamento politico. Credo anche che sia importante garantire un procedimento legislativo più spedito e una maggiore capacità decisionale delle nostre istituzioni. Quindi, avere per esempio, come fu immaginato dai nostri padri costituenti, due Camere – la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica con le stesse identiche funzioni – tra le quali ogni legge debba andare avanti e indietro fino a quando non si raggiunge un accordo, sia un appesantimento che va assolutamente superato. Ritengo anche si debba avere nel futuro una delle due Camere, possibilmente il Senato della Repubblica, che sia una Camera rappresentativa delle autonomie regionali e locali.

Domanda
La sua città natale Napoli è leggendaria, ma negli ultimi tempi è stata teatro del cosiddetto scandalo dell’immondizia. Cosa si sta facendo e come pensa che questi problemi potranno essere finalmente risolti?

Presidente
Innanzitutto dico con convinzione che nulla potrà mai distruggere la “leggenda” di Napoli come lei l’ha chiamata; nulla potrà mai oscurare la bellezza naturale, storica ed artistica di Napoli. Certo, quando si determina una situazione di emergenza come quella relativa allo smaltimento dei rifiuti, questa rischia di oscurare tante altre cose positive che ci sono; non solo nella storia ma nella Napoli di oggi, perché sono tanti gli esempi validi di nuove iniziative, di nuove forme di creatività.
Come è nata la questione sarebbe troppo lungo dirlo. Essenzialmente, noi abbiamo avuto anche in quel campo una penetrazione della criminalità organizzata per la quale lo smaltimento illegale dei rifiuti è diventato un ottimo affare. Non si è riusciti a sventare tutto quello che ha fatto, per parecchi anni, la criminalità organizzata, aprendo – per esempio – abusivamente dei siti in cui mettere dei rifiuti, e rifiuti anche tossici, e anche provenienti dall’industria del Nord Italia. Si sta cercando adesso una via d’uscita. Però, per trovare questa via d’uscita, occorre la collaborazione di tutti i cittadini, bisogna superare delle assurde paure: avere paura, per esempio, dei termovalorizzatori, degli inceneritori, degli impianti di smaltimento dei rifiuti. Oppure dire: “si può fare ma non nel mio giardino”, “non nel mio paese, un poco più in là”. Sono posizioni assolutamente sterili e negative.

Domanda
La Repubblica italiana è sorta sulla base della lotta popolare contro il fascismo e per la democrazia. Che posto occupano i valori della Resistenza nella società italiana odierna?

Presidente
Penso che sempre di più bisogna considerare la Resistenza non come un fatto di parte, ma come una grande prova che il popolo italiano seppe dare della sua volontà di libertà, di dignità e di indipendenza. Certamente, durante la Resistenza ci fu anche guerra civile, tra italiani, tra due parti in lotta, una delle quali, però, fatalmente legata alla forza e alla presenza armata della Germania nazista in Italia. Quindi, credo che non si debba mai dimenticare qual è stata la causa giusta per cui hanno combattuto non solo le formazioni partigiane ma anche tanti militari italiani, tanti cittadini, tanti contadini, tanti patrioti italiani.
Però, noi dobbiamo superare le divisioni del passato, e io credo che sia necessario e possibile ritrovarsi – tutti gli italiani, indipendentemente da quello che hanno fatto i loro padri (perché oramai le generazioni sono passate) -, nei grandi valori che si sono manifestati e che hanno vinto grazie alla Resistenza. Tra questi valori, non dimentichiamolo, c’è precisamente il senso della dignità nazionale, il senso della indipendenza, il senso della libertà. Poi, molti di quei principi si sono tradotti nella Costituzione repubblicana, e quindi difendere, affermare, valorizzare i principi della Costituzione repubblicana, significa anche valorizzare la parte migliore dell’eredità della Resistenza.

Domanda
C’è un’antica amicizia tra il popolo italiano e il popolo russo. Come rinsaldarla?

Presidente
Penso che non bisogna mai dimenticare, bisogna sempre fortemente valorizzare questa antica e profonda corrente di simpatia e di amicizia stabilitasi nei secoli tra i nostri popoli. In tanti periodi ci sono state ricche relazioni culturali, ci sono stati apporti significativi di artisti italiani e di architetti italiani, ci sono state anche importanti influenze dei nostri pensatori. Potrei dire quale fu, all’epoca di Caterina, l’influenza di Cesare Beccaria, grande illuminista italiano.
Abbiamo tutti provato una profonda ammirazione per la grande cultura russa, per la grande letteratura russa. Mi permetto di aggiungere anche, per esempio, per l’arte russa del primo 900 che ha dato un grandissimo contributo allo sviluppo delle moderni arti figurative nel mondo.
Ebbene, su questa base bisogna costruire relazioni che possano fondarsi su alcuni criteri fondamentali. Primo: rispetto reciproco in campo politico; riconoscimento dei rispettivi ruoli, del ruolo dell’Italia in Europa, della ruolo della Russia in Europa e nel mondo; e poi, naturalmente, la ricerca di accordi vantaggiosi per entrambi i paesi in campo economico, commerciale e tecnologico. Credo che questi siano i criteri fondamentali per lo sviluppo ulteriore delle nostre relazioni.

Domanda
La Russia fa parte integrante dell’Europa. Come, secondo lei, dovrebbero svilupparsi i rapporti tra l’Unione Europea e la Federazione Russa?

Presidente
La Russia è sicuramente parte molto importante della storia europea ed è nello stesso tempo una grande potenza europea e asiatica. Ha, diciamo, una missione nel mondo che va anche al di là dei confini dell’Europa. Credo che sia veramente essenziale lo sviluppo delle relazioni tra Unione Europea e Federazione Russa, perché sono due entità distinte; destinate credo a restare due entità distinte; ma che debbano cooperare sempre più strettamente. Ancora molto di recente c’è stato un nuovo incontro al vertice tra rappresentanti dell’Unione Europea e Federazione Russa: penso che questi incontri siano fruttuosi, ma bisogna lavorare molto bene su alcuni terreni. Per esempio, una politica integrata della energia e dell’ambiente. Più in generale, bisogna molto seriamente lavorare di fronte alle sfide globali del nostro tempo, anche di fronte ai rischi che sono dinanzi a noi. Ad esempio, di fronte al rischio della proliferazione di armi nucleari, Unione Europea e Russia debbono trovare la strada giusta.

Domanda
Cosa si attende da questa visita e cosa pensa di discutere con la dirigenza russa in questi giorni?

Presidente
Sono, innanzitutto, molto contento di questo viaggio. Ho avuto occasione di incontrare qui nel Palazzo del Quirinale sia il Presidente Putin, sia il presidente Medvedev prima della sua elezione a Presidente della Federazione Russa: sono stati incontri molto cordiali e molto significativi. Sono convinto di poter riprendere un discorso che già si è avviato.
Che cosa mi aspetto? Mi aspetto soprattutto una migliore conoscenza e comprensione dei rispettivi punti di vista sullo stato delle relazioni internazionali, sulle sfide globali del nostro tempo, come ho appena detto, e anche su questioni che interessano più da vicino i nostri paesi. Per esempio, le situazioni esistenti nell’area dei Balcani occidentali che, per alcuni aspetti, sono molto delicate e anche controverse. O, ancora, le questioni relative ad una prospettiva, che appare ancora così difficile, per un accordo di pace in Medio Oriente.

Domanda
Da giovane Lei si dedicava all’arte teatrale. Quanto amore ha conservato e ha mantenuto per il teatro?

Presidente
Mi interessava da giovane il teatro, ma anche quando sono cresciuto e mi sono occupato di politica, ho continuato ad avere passione per il teatro, per il cinema, per la musica e anche per il teatro russo, per il cinema russo, la musica russa (sono molto legato a tanti nomi che adesso non starò qui a ricordare). Poi ho fatto un’altra scelta, ho preso un’altra strada, ma ritengo che sia veramente importante per arricchire la vita di ciascuno dei nostri popoli e per arricchire le relazioni tra i nostri due paesi, dare grande attenzione a tutti i fenomeni della creatività culturale ed artistica.

Domanda
Ha una meravigliosa famiglia: sua moglie Clio e i suoi figli Giulio e Giovanni. Quanto tempo riesce a dedicargli?

Presidente
Veramente ho una bellissima famiglia, ne sono molto contento e molto fiero. Anche in periodi precedenti, quando non avevo un incarico paragonabile a quello che ho ora, spesso non ho potuto dare tutto il tempo che volevo ai figli, sono stato, per la verità, molto validamente aiutato da mia moglie. Adesso vivo sempre con mia moglie, siamo qui insieme nella stessa casa tutti i giorni, anche se poi molto spesso sono preso dai miei pensieri e dalle mie preoccupazioni. Ho un rapporto molto diretto anche con tutti e due i miei figli, uno dei quale ha avuto poi il grande merito di darmi due nipotini che seguo e cerco di conoscere meglio e ai quali voglio molto bene.

Domanda
In Italia esiste una differenza tra il Nord e il Sud del Paese…

Presidente
Le differenze esistono ma non sono differenze antropologiche: sono differenze storiche, sono differenze economico-sociali e, naturalmente, la storia ha influito molto anche sulla crescita di alcune caratteristiche positive al Nord, nel Centro-Nord. Per esempio, ha influito molto sulla crescita del senso civico, del senso di appartenenza e di partecipazione più di quanto non sia cresciuto al Sud. Tuttavia, la gente del Sud ha grandi risorse di umanità, fantasia e anche di laboriosità. Se abbiamo tanti problemi aperti nel Mezzogiorno, non è tanto per responsabilità della popolazione quanto per responsabilità di chi ha governato il Paese. E non faccio distinzione tra le varie parti politiche, perché in effetti sono cambiati tanti governi, si sono avvicendate forze politiche al governo del paese ma non si è mai riusciti a dare una soluzione al problema degli squilibri, dei divari, anche in termini di condizioni di vita, tra Nord e Sud. E questo deve rimanere un impegno fondamentale della Repubblica.

Domanda
Quali sono le differenze nelle cucine tra le diverse regioni d’Italia? Lei è cresciuto a Napoli: le manca la pizza napoletana?

Presidente
La pizza è certamente una invenzione napoletana e credo che ancora oggi a Napoli si fa la pizza più buona di Italia (adesso dobbiamo dire più buona del mondo perché la pizza è diventata un cibo internazionale). Detto tutto questo, la grandezza – se possiamo usare questa parola un po’ eccessiva – della cucina italiana è la sua varietà: io che amo molto la cucina napoletana le posso assicurare che la cucina veneta, per fare giusto questo caso, e la cucina toscana sono veramente magnifiche. Poi, rimanendo sempre nel Sud d’Italia, la cucina siciliana è magnifica. Quindi, noi siamo un paese molto vario: questa è una forza del nostro paese, anche per quello che riguarda la cucina.

Domanda
Alla fine una domanda tradizionale, che gusto ha il potere?

Presidente
Intanto, potrei dire che sempre, nella mia vita, più che il gusto del potere ho avuto il senso delle responsabilità, che è qualcosa di abbastanza pesante. E lo è anche oggi. Ho già detto, poi, come il potere del presidente della Repubblica in Italia non sia il potere del capo del governo. Però, in generale, penso che il gusto del potere sia amaro quando si devono prendere delle decisioni difficili, che possono anche non essere comprese; il gusto diventa gratificante quando si sente di rappresentare il proprio paese, la propria nazione e di fare l’interesse generale.

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