Quagliarello (PdL): La lettera di Napolitano è una provvida iniziativa contro l’arroganza dei pm

di isayblog4 15 views0

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“Pur non condividendo il fatto che la prassi possa prevalere sui principi costituzionali e consentire così al Csm il diritto di esprimere parere non richiesti, considero la lettera di Giorgio Napolitano una provvida iniziativa nei confronti di un comportamento arrogante che avrebbe violato le prerogative del Parlamento, della Corte Costituzionale e dello stesso Presidente della Repubblica”.

Lo ha dichiarato in una nota Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori PdL.
“Come Napolitano non manca di far notare, infatti il Csm deve indirizzare i suoi pareri al ministro della Giustizia, e in nessun caso può pretendere di dettare tempi, modi e limiti dell’esercizio delle prerogative parlamentari. Cosa che, giova ricordarlo, il parere nella versione che va in discussione fa in almeno tre punti. Infatti la VI commissione – che il parere lo ha già approvato – si è spinta fino ad individuare esplicitamente nel Parlamento il destinatario delle proprie osservazioni; si è permessa di esprimere giudizi sulla scelta dello strumento del decreto, rivendicando di fatto il diritto di interloquire nel corso del procedimento legislativo; e, cosa ancora più grave, ha formulato la pretesa di limitare l’attività emendativa del Parlamento, che secondo il parere dovrebbe essere sottoposta al vaglio preventivo non solo del Capo dello Stato e della Commissione Affari Costituzionali, ma persino della comunità dei giuristi. E’ dunque assai opportuno il richiamo del Capo dello Stato al fatto che in presenza di decreti legge il parere possa arrivare anche dopo la conclusione dell’iter legislativo; è evidente che non vi era alcuna necessità di convocare in gran fretta un plenum straordinario. Ancor più significativo, infine, è il richiamo al Csm affinché si attenga al proprio ruolo e non si arroghi in alcun modo il diritto di esprimere giudizi di costituzionalità, che il nostro ordinamento attribuisce senza equivoci ad altri. Oggi – conclude Quagliariello – comprendiamo più compiutamente le ragioni dalla opportuna iniziativa istituzionale dei presidenti Fini e Schifani, dei quali non possiamo non apprezzare la volontà di concordia istituzionale confermata da una encomiabile riservatezza”.

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