Contratti: Sì a piattaforma anche da associazioni quadri Cgil, Cisl e Uil

di isayblog4 13 views0

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Piena soddisfazione per il documento unitario prodotto da Cgil, Cisl e Uil sulle linee di riforma della struttura della contrattazione: è quanto emerge da una nota congiunta diffusa dalle associazioni dei quadri di Cgil (Agenquadri), Cisl (Apq) e Uil (Ciq).
“Il documento – continua la nota – elaborato dopo anni di difficili trattative, rappresenta oggi un importante strumento di innovazione per il mercato del lavoro”. Tra gli obiettivi condivisi dai quadri sindacali vengono messi in evidenza in particolare “la distribuzione del reddito più equa, l’individuazione di strumenti capaci di garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro, la responsabilità ed il ruolo del sindacato nel network di imprese, l’impegno per il rispetto dei tempi nel rinnovo dei contratti e la valorizzazione della formazione continua”.
“Tra i contenuti innovativi evidenziati nel documento – riporta il comunicato stampa – appare di estrema importanza la possibilità di ridurre il numero dei Contratti collettivi nazionali di lavoro (ad oggi oltre 400) soprattutto per la figura del quadro che, spesso più degli altri, è soggetto a fenomeni di mobilità e incontra nello sbarramento dei contratti un forte ostacolo alla sua crescita. Fondamentale risulta anche il sostegno alla diffusione ed il potenziamento della contrattazione di secondo livello incentrata su obiettivi di produttività e di organizzazione del lavoro e la necessità di prevedere al suo interno un ruolo attivo e partecipativo dei quadri. Soddisfacenti sono inoltre i meccanismi per la riforma sulla rappresentanza e la democrazia sindacale”
“Sosteniamo a pieno – conclude la nota dei quadri di Cgil, Cisl e Uil – l’idea di un sindacato che preveda al suo interno un coinvolgimento forte ed attivo degli associati nella definizione delle piattaforme sindacali, nonché la consultazione certificata fra tutti i lavoratori e le lavoratrici”.

Tra le contenute nella riforma del sistema contrattuale la già citata riduzione del numero dei contratti, ipotizzando una loro riduzione attraverso accorpamenti per aree omogenee e per settori; l’introduzione dei contratti triennali che attualmente vengono rinnovati ogni quattro anni per la parte normativa e ogni due per quella economica; il potenziamento del doppio livello di contrattazione e nuovi meccanismi per la definizione della rappresentanza; il recupero dell’inflazione ancorando il sostegno del salario a criteri credibili definiti e condivisi in ambito di vera politica dei redditi (adeguamento degli attuali indicatori di inflazione utilizzando altri indicatori certi quali il deflatore dei consumi interno o l’indice armonizzato europeo corretto con il peso dei mutui); l’introduzione di penalizzazioni in caso di mancato rispetto delle scadenze per i rinnovi contrattuali; la valorizzazione dell’esperienza della formazione continua e dei Fondi Interprofessionali; favorire l’assunzione delle donne; la contrattazione accrescitiva di secondo livello sarà incentrata sul salario per obiettivi rispetto a parametri di produttività, qualità, redditività, efficienza, efficacia.

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