Franceschini (PD): Film del governo diverso da trailer

 La Camera dei Deputati approva definitivamente la manovra economica con 314 sì, 230 no e un astenuto, dopo aver incassato la fiducia nel pomeriggio con 312 i voti a favore e 239 contrari. Il Partito Democratico ha negato la fiducia al governo e bocciato nettamente una manovra depressiva che non risponde alle esigenze di crescita e di sviluppo economico né contrasta la grave crisi che sta investendo il Paese, ma taglia alcuni capitoli di spesa fondamentali dal punto di vista sociale, non mettendo in campo nessuno strumento per l’equità e per l’innalzamento del potere d’acquisto di salari, stipendi e pensioni.

“Il trailer che gli avete mostrato in campagna elettorale, così attraente, così roboante nell’annuncio di cambiamenti miracolosi, è drammaticamente diverso dal film andato poi in onda, quello che ora gli state facendo vivere. Il film di un paese preoccupato e insicuro”. E’ l’attacco di Dario Franceschini, nel suo intervento in aula a nome del PD, sulla manovra economica del governo. “Per gli italiani soprattutto di quelli che vi hanno votato nella speranza di stare meglio e ora si accorgono che la realtà è molto diversa dal film che avevate promesso”.

Manovra: via libera del Parlamento al decreto legge

 E’ stato approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 5 agosto 2008 il decreto legge n.112 del 25 agosto 2008 recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”.

L’approvazione del provvedimento è avvenuta in due fasi: la Camera dei deputati ha approvato – con il voto di fiducia richiesto dal governo – il testo approvato dal Senato il primo agosto scorso, che consiste in un unico articolo interamente sostitutivo del decreto legge. A favore hanno votato 312 deputati su 551 presenti. I voti contrari sono stati 239. Nella seconda fase, la Camera dei deputati ha approvato con 314 voti a favore e 230 contrari – in via definitiva – il provvedimento che ora sarà promulgato dal Capo dello Stato e successivamente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

La Camera dei deputati si era pronunciata sul provvedimento già il 21 e il 24 luglio scorsi. Dapprima, era stato approvato con voto di fiducia il maxiemendamento interamente sostitutivo dell’articolato e, successivamente, il testo completo.

Manovra: via libera dal Senato

 Via libera da Palazzo Madama al decreto della manovra economica.
Il Senato ha votato la fiducia al Governo che era stata posta sul maxi-emendamento completamente sostitutivo del testo del provvedimento.
I voti favorevoli sono stati 170, i contrari 129 (più 3 astenuti). Ora la manovra passa alla Camera, dove i deputati sono chiamati ad un esame in seconda lettura.
Il provvedimento punto per punto:

– PRECARI: In Senato cambia la norma sugli indennizzi al posto dei reintegri: si applica soltanto alle cause in corso.
– ASSEGNO SOCIALE: Corretta in Senato la parte sui requisiti: si dovra’ essere residenti da almeno 10 anni in Italia ma non occorrera’ aver prodotto reddito pari all’assegno per almeno dieci anni.
– CARTA IDENTITA’: avrà durata decennale e, dal primo gennaio 2010, dovra’ essere riportare sia la fotografia che le impronte digitali.
– VIA LA TASSA SUGLI ASSEGNI: elevata da 5.000 a 12.500 euro la soglia massima per l’utilizzo del contante e dei titoli al portatore reintroducendo gli importi vigenti fino alla data del 29 aprile 2008. Viene inoltre eliminata l’imposta di bollo in misura pari a 1,50 euro per ciascun assegno non contenente la clausola ‘non trasferibile’.

Su emendamento PD, governo battuto alla Camera

 Ancora uno scivolone del governo Berlusconi. Ancora una vittoria del PD. Il governo è stato infatti battuto alla Camera su un emendamento firmato PD al decreto legge sul monitoraggio della spesa pubblica, riguardante le biomasse. La seduta dell’Aula è stata sospesa.
L’emendamento, riferito all’articolo 3 del testo, è stato approvato, contro il parere contrario di governo e commissione, con 250 sì, 246 no e tre astenuti. Il decreto legge era stato già approvato dal Senato, dove dovrà necessariamente tornare per essere convertito e la scadenza cade il prossimo 3 agosto. Al momento della votazione gli assenti nella maggioranza erano oltre sessanta, tre i gli astenuti della Lega, mentre un deputato di Forza Italia ha votato con l’opposizione.

Finocchiaro (PD): Faremo la nostra parte senza ambiguità

 “Noi le offriamo una opposizione laica e asciutta. Senza svolazzi, senza eccessi, ma, per usare una parola araba, anche senza ‘giulebbi’. Pur sempre un’opposizione, presidente. Abbiamo un dovere nei confronti di noi stessi, della nostra identità”. A prendere la parola nell’Aula del Senato, è Anna Finocchiaro. La capogruppo del PD a Palazzo Madama è chiara, usa parole che non lasciano spazio ad ambigue interpretazioni, e che, nella sostanza, ricalcano quelle pronunciate dal segretario Walter Veltroni alla Camera dei deputati.

“Noi siamo pronti a fare la nostra parte ma senza ambiguità, nell’ era dialogante del bipolarismo italiano – afferma la presidente dei 118 senatori del PD – se cadono le pregiudiziali e le barriere ideologiche, non cadono le differenze. Il Pd – spiega Anna Finocchiaro – ha un’idea dell’Italia che dovrebbe farsi, diversa dalla vostra. A mio giudizio più moderna, più utile”. La senatrice dà atto a Berlusconi di “aver arricchito il lessico politico che aveva adoperato dalla campagna elettorale con la parola cambiamento”, ma al tempo stesso sottolinea come “il Pdl non sia la forza di innovazione che fu, nel ’94, Forza Italia”. Ora, dice, è una forza “più conservatrice, tradizionale, e dunque rassicurante: più soldi in busta paga, via gli immigrati, più sicurezza ma nessuna domanda strutturale, nessuna risposta strutturale”.

Le reazioni del PD al discorso di Berlusconi alla Camera

 L’auspicio è che il confronto con l’opposizione “non generi risse ma un dialogo trasparente”. E’ l’augurio di Silvio Berlusconi durante il discorso per il voto di fiducia rilasciato oggi alla Camera dei Deputati. Un discorso che ha ricevuto ovviamente la “standing ovation” di tutto il Pdl, qualche applauso bipartisan e ha visto perfino la stretta di mano fra il Cavaliere e i senatori Pd Tonini e Latorre. Che le cose stiano realmente cambiando? Chi può saperlo. Per ora al Pd ci si va cauti. E’ vero che la telefonata fatta da Berlusconi a Veltroni è senz’altro un segno, il segno di una probabile al momento apertura, così come il riconoscimento da parte del nuovo premier del governo ombra varato dal PD, è anche vero però che il discorso fatto da Berlusconi, per quanto apprezzabile, non soddisfa pienamente deputati e senatori del PD.