Violazione della privacy e tentata truffa. Indagato il reporter che a Capodanno fece centinaia di foto a Villa Certosa

 Sono queste le ipotesi di reato contestate dalla Procura di Roma al fotografo Antonello Zappadu, l’ autore degli scatti “rubati” a Villa Certosa, all’ aeroporto Costa Smeralda e al residence Country di Porto Rotondo, che immortalano Silvio Berlusconi e i suoi ospiti. Il procuratore Giovanni Ferrara e il pm Simona Maisto hanno delegato ai carabinieri il sequestro preventivo delle foto oggetto delle indagini. Nel pomeriggio, a Cagliari, Antonello Zappadu ha consegnato ai carabinieri un dvd con circa duecento foto. Ora la Procura di Roma dovrà valutare se trasferire, per competenza, il fascicolo alla Procura di Tempio Pausania.

Secondo la tesi del legale di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini, quelle foto sono una violazione della privacy perché – come si legge nell’ ulteriore documentazione inviata al Garante per la privacy, invitato a intervenire per palese interferenza illecita nella vita privatai luoghi fotografati, nella quasi totalità, non sono affatto esterni ma abitazioni o loro immediate pertinenze quali terrazze o balconi. In alcuni casi, addirittura, i soggetti sono fotografati all’ interno di abitazioni e al di là dei vetri chiusi. E ciò è davvero inaccettabile. L’ ipotesi di reato di tentata truffa nasce, invece, dalla vicenda della trattativa per la vendita delle foto.

Il sindaco di Pescara arrestato per concussione

Il sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, che è anche segretario regionale del Pd, è stato arrestato questa sera dalla polizia giudiziaria su ordine della procura della repubblica di Pescara con l’accusa di concussione. D’Alfonso è agli arresti domiciliari.

Assieme all’esponente del Pd sono state arrestate altre due persone: l’imprenditore dei servizi cimiteriali di Pescara, l’imprenditore Massimo De Cesaris, e l’ex braccio destro del sindaco Guido Dezio, dirigente dell’ufficio appalti e patrimonio del Comune, già arrestato a maggio per concussione e tentata concussione. Anche loro sono ai domiciliari.

L’inchiesta riguarda la gestione dei cimiteri, affidata da qualche tempo dall’amministrazione ad alcuni privati. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla concussione, truffa, falso e peculato.