Funerali di Stato per i soldati morti a Kabul. Commozione del mondo politico

 Presenti alle esequie non soltanto le massime autorità del Paese, ma anche tantissima gente comune, che si è stretta con affetto e partecipazione attorno ai familiari delle vittime. Il corteo funebre è partito dall’ ospedale militare del Celio, diretto alla Basilica di S. Paolo, dove hanno avuto inizio le esequie. Numerose le bandiere tricolore esposte alle finestre e ai balconi dei palazzi lungo il percorso.

Per primi ad arrivare alla Basilica sono stati i familiari delle vittime, accolti da un lungo applauso della folla. Alcuni di loro hanno risposto salutando con la mano, altri sorridendo, ma il sentimento prevalente è stato quello di muto dolore. L’ ultima carezza del piccolo Martin Fortunato alla bara del suo papà è una delle immagini simbolo della giornata dei solenni funerali di Stato per i sei parà morti giovedì scorso nell’ attentato di Kabul.

Poi sono giunte le autorità: il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, quelli delle Camere, Renato Schifani e Gianfranco Fini, il premier Silvio Berlusconi, i ministri La Russa, Bossi, Calderoli, Frattini, Brunetta, Alfano, Meloni, Tremonti e Letta. Quindi il sindaco Alemanno. Folta anche la rappresentanza dell’opposizione: Franceschini, Bersani, Marino, D’ Alema, Scalfaro e Bassolino per il Pd quindi Casini e Vendola. Applausi e sventolio delle bandiere tricolore hanno accompagnato le salme dei sei militari all’ interno della Basilica.

Il Capo dello Stato preoccupato per l’ estensione delle fasce di disagio nel Sud

 Il Presidente della Repubblica sostiene la necessità di politiche di assistenza, sostegno al reddito e inserimento nel mercato del lavoro, per contrastare gli effetti della crisi. In un messaggio inviato al convegno “Povertà e nuovi bisogni”, promosso a Napoli dalle Fondazioni Italianieuropei e Mezzogiorno Europa, il Capo dello Stato parla di una estensione preoccupante delle fasce di disagio nel Paese e in particolare nel Mezzogiorno.

“Il recente rapporto Istat dedicato proprio a tale tema – si legge nel messaggio di Giorgio Napolitano – ha evidenziato come, anche per effetto della crisi economica, si stiano estendendo in maniera preoccupante le fasce di disagio e le aree di bisogno anche rispetto a beni considerati primari o di sussistenza”.

“Nel Mezzogiorno, e nelle sue grandi aree urbane in particolare, tali fenomeni risultano essere maggiormente diffusi e acuti, e occorrono quindi, a tutti i livelli consistenti e incisive scelte politiche di assistenza, sostegno al reddito e inserimento nel mercato del lavoro”.

L’ appello del Presidente della Repubblica: “Omofobia e xenofobia sono contro la Costituzione italiana”

 “La lotta contro ogni sopruso ai danni delle donne, contro la xenofobia, contro l’ omofobia fa tutt’ uno con la causa del rifiuto dell’ intolleranza e della violenza, in larga misura oggi alimentata dall’ ignoranza, dalla perdita dei valori ideali e morali, da un allontanamento spesso inconsapevole dei principi su cui la nostra Costituzione ha fondato la convivenza della nazione democratica”, ha dichiarato Giorgio Napolitano inaugurando la conferenza internazionale sulla violenza contro le donne, organizzata alla Farnesina nell’ ambito degli incontri del G8 a Presidenza italiana.

“Anche in paesi evoluti e ricchi come l’ Italia, dotati di Costituzione e di sistemi giuridici altamente sensibili ai diritti fondamentali delle donne, continuano a verificarsi fatti raccapriccianti, in particolare, negli ultimi tempi, di violenza di gruppo contro donne di ogni etnia, giovanissime e meno giovani – ha continuato Napolitano – Se nel mondo esistono fattispecie terribili di sopruso nei confronti del mondo femminile, associate a situazioni di conflitto e di emergenza o a costumi barbarici come quello delle mutilazioni genitali femminili, nondimeno troppe altre si riscontrano anche in paesi moderni avanzati” ricordando l’ elevata diffusione di aggressioni e stupri nelle nostre comunità, senza dimenticare le violenze domestiche e altre di varia natura nel mondo del lavoro.

Nel suo discorso, Giorgio Napolitano ha poi sottolineando come oggi viviamo nell’ età dei diritti, intendendo la complessità di questa espressione: diritti proclamati, diritti affermati o in via di affermazione, diritti da conquistare, diritti da rendere universali e ancora ha menzionato l’ importanza del riconoscimento dei diritti umani come condizione essenziale di convivenza civile, libera e democratica. In qualsiasi contesto il pieno riconoscimento la concreta affermazione dei diritti umani costituisce una innegabile pietra di paragone della condizione effettiva delle popolazioni e delle persone del grado di avanzamento materiale e spirituale di un Paese.