Obama nel campo di Buchenwald per ricordare le vittime del nazismo

 La prima visita di un presidente americano al campo di sterminio di Buchenwald, in Germania. È questo uno dei momenti più simbolici e toccanti del viaggio di Barack Obama in Medio Oriente e in Europa. L’ inquilino della Casa Bianca ha visitato il lager in cui furono uccise oltre 56 mila persone, accompagnato dalla cancelliera Angela Merkel, dal premio Nobel Eli Wiesel, un superstite di Buchenwald e da Bertrand Hertz, un altro superstite. I quattro hanno deposto una rosa bianca sul monumento che ricorda “tutte le vittime” del campo di sterminio. Obama ha chinato lievemente la testa, in raccoglimento, prima di allontanarsi dal memoriale.

“Non dimenticherò mai cosa ho visto oggi qui a Buchenwald – ha detto il presidente americano nel discorso pronunciato dopo aver visitato il lager – Questo posto è una risposta a chi nega l’ Olocausto. Il passare del tempo non ha diminuito l’ orrore di questi luoghi”. aggiungendo che l’ indignazione per quanto è avvenuto non è diminuita.

“Mi inchino davanti a tutte le vittime” del nazismo, ha detto la Merkel, al termine della sua visita a Buchenwald. In una intervista alla Nbc andata in onda prima della sua visita al campo di concentramento, Obama ha affermato che anche il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad dovrebbe visitare Buchenwald. “Non ho pazienza con chi nega la storia. E la storia dell’ Olocausto non ha nulla di ipotetico”, ha detto Obama del leader di Teheran, che di nuovo questa settimana ha definito il genocidio di sei milioni di ebrei sotto il nazismo il grande inganno.

Nel corso di una conferenza stampa a Dresda con la Merkel, tenutasi prima della visita a Buchenwald, il presidente americano aveva comunque spiegato che gli Stati Uniti sono pronti ad avviare un dialogo serio con l’ Iran, che dovrà essere portato avanti in collegamento con il 5+1, il gruppo di mediatori formato dai membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ Onu più la Germania. “Dobbiamo evitare una corsa agli armamenti in Medio Oriente”, ha sottolineato Obama.

Dopo lo straordinario discorso de Il Cairo, Obama è tornato a parlare durante i colloqui con il cancelliere Angela Merkel, di Medio Oriente, spiegando che è adesso il momento di agire per arrivare a una soluzione definitiva basata sui due Stati, quello israeliano e quello palestinese, e si è detto fiducioso che già quest’ anno si potranno fare seri progressi.

Il presidente americano ha sottolineato che con il suo discorso al Cairo gli Usa hanno creato l’ atmosfera e lo spazio per far ripartire i negoziati. In particolare, ha osservato, i palestinesi devono risolvere le loro questioni interne, altrimenti Israele potrebbe avere problemi a negoziare. Obama si è detto molto favorevole alle pressioni politiche sul governo Netanyahu, perché fermi l’ espansione degli insediamenti ebraici in Cisgiordania, ma ha aggiunto che i Paesi arabi devono compiere scelte difficili per venire incontro a Israele e che le concessioni fatte dal presidente dell’ Anp, Abu Mazen, sono importanti ma non sono abbastanza.

“Sono fiducioso che, se ci applichiamo, essendo partiti presto possiamo ottenere qualche serio progresso quest’ anno”, ha spiegato il presidente americano.

Estero. Obama all’ Università de Il Cairo: “Stop a sospetti e odio. Superare anni di tensioni e combattere stereotipi”

 Il presidente Barack Obama ha proposto al Cairo un nuovo inizio nei rapporti tra Stati Uniti e musulmani nel mondo basato sul rispetto reciproco e sull’ interesse reciproco. In un discorso all’ Università del Cairo il presidente americano ha detto che il ciclo di sospetto e di discordia tra Stati Uniti e mondo musulmano deve terminare.

“La libertà di religione è centrale per la possibilità dei popoli di vivere insieme. Dobbiamo sempre esaminare i modi in cui possiamo proteggerla”, ha detto Obama. E sulle relazioni tra Israele e Palestinesi: “Sei milioni di ebrei sono stati uccisi dal Terzo Reich. Negare questo fatto è assurdo e odioso. Minacciare Israele di distruzione è profondamente errato”.

“Il popolo palestinese sta vivendo una situazione intollerabile. L’ America non volterà le spalle alle legittime aspirazioni palestinesi alla dignità, opportunità ed uno Stato proprio”. Il presidente Barack Obama ha poi detto di considerare tra i doveri della sua carica quello di “combattere contro gli stereotipi negativi sull’ Islam, ovunque appaiano. Una partnership tra l’ America e l’ Islam deve essere basata su ciò che l’ Islam è, non su quello che non è”.

Barack Obama ha però detto che i palestinesi devono por fine alla violenza contro Israele e Israele deve mettere fine a nuovi insediamenti. E ha poi affermato che l’ Islam è parte dell’ America, ma anche che i legami degli Stati Uniti con Israele sono inattaccabili.

Il Papa in Israele: “Combattere l’ antisemitismo dovunque si trovi”

 “Sfortunatamente l’ antisemitismo continua a sollevare la sua ripugnante testa in molte parti del mondo e ciò è inaccettabile”, lo ha affermato il Pontefice appena arrivato in Israele, in un discorso all’ aeroporto Ben Gurion. Il Papa chiede di fare “ogni sforzo per combattere l’ antisemitismo dovunque si trovi, e per promuovere il rispetto e la stima verso gli appartenenti ad ogni popolo, razza, lingua e nazione in tutto il mondo”.

“Tragicamente – ha detto il Papa – il popolo ebraico ha sperimentato le terribili conseguenze di ideologie che negano la fondamentale dignità di ogni persona umana. È giusto e conveniente che durante la mia permanenza in Israele io abbia l’ opportunità di onorare la memoria dei 6 milioni di ebrei vittime della Shoah, e di pregare affinché l’ umanità non abbia mai più ad essere testimone di un crimine di simile enormità”.

Qui Papa Ratzinger ha inserito le sue parole di condanne dell’ antisemitismo. In un passaggio precedente del discorso all’ aeroporto il Papa ha rilevato che la Santa Sede e lo stato di Israele condividono molti valori, prima fra tutti l’ impegno di riservare alla religione il suo legittimo posto nella vita della società.

Giuste relazioni sociali, ha commentato, presuppongono ed esigono “il rispetto per la libertà e la dignità di ogni essere umano, che cristiani, musulmani ed ebrei credono ugualmente essere creato da Dio… Quando la dimensione religiosa della persona umana viene negata o posta ai margini, viene messo in pericolo il fondamento stesso di una corretta comprensione dei diritti umani inalienabili”.

Estero. Braccio di ferro Iran – Usa: gli ayatollah iraniani contro Obama

 Duro attacco del leader supremo iraniano, l’ ayatollah Ali Khamenei, all’ indirizzo di Barack Obama, accusato di non rispettare le promesse di cambiamento e comportarsi come i suoi predecessori nel conflitto tra israeliani e palestinesi. Con un bellicoso discorso d’ apertura alla Conferenza internazionale sulla Palestina voluta dal regime di Teheran, Khamenei ha detto che Obama è avviato sulla stessa strada sbagliata di George W. Bush nel suo appoggio a Israele e ha definito lo stato ebraico un “tumore canceroso”. “Anche il nuovo presidente dell’ America, arrivato al potere con slogan che promettevano il cambiamento delle politiche di Bush, sta difendendo il terrorismo di Stato parlando di impegno incondizionato per la difesa di Israele”, ha attaccato l’ ultra – conservatore Khamenei, l’ uomo più potente nel regime degli ayatollah.