Economia. Le previsioni Bce sul pil

 Economia. Le previsioni Bce sul Pil. Come anticipato il 4 marzo scorso dal presidente della Bce, Jean – Claude Trichet, gli esperti dell’ Istituto di Francoforte prevedono che il pil nell’ area dell’ euro cresca tra lo 0,4 e l’ 1,2% nel 2010 e tra lo 0,5 e il 2,5% l’ anno seguente. Rispetto alle stime dello scorso dicembre, l’ intervallo per il 2010, appare lievemente più ristretto, mentre quello per il 2011 è stato leggermente rivisto al rialzo, per tenere conto del notevole rafforzamento dell’ attività su scala mondiale. Il Consiglio direttivo della Bce, tuttavia, ”continua a ritenere che tali prospettive siano soggette a rischi sostanzialmente bilanciati, in un contesto caratterizzato da perdurante incertezza”.

Mal’ aria industriale 2010

 Mal’ aria industriale 2010 malaria industriale 2010. Dal 2006 al 2007 inquinamento atmosferico in forte aumento: +15% di Idrocarburi policiclici aromatici, +6% di diossine, +5% di cadmio. Nonostante la procedura d’ infrazione europea avviata nel 2008, il 75% dei grandi impianti industriali è ancora senza Autorizzazione Integrata Ambientale. Legambiente: ”Il ministero dell’ Ambiente istituisca una task force per recuperare i ritardi della Commissione AIA e rafforzi la struttura dell’ Ispra”. In Italia è boom di inquinamento atmosferico prodotto da fonti industriali. Tra il 2006 e il 2007, infatti, sono saliti a +15% gli Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), a +6% le diossine e i furani, a +5% cadmio e +3% cromo. Con questi dati l’ industria italiana si conferma come la principale fonte di microinquinanti scaricati in atmosfera, producendo il 60% del cadmio totale, il 70% delle diossine, il 74% del mercurio, l’ 83% del piombo, l’86% dei Policlorobifenili (PCB), l’ 89% del cromo, fino al 98% dell’ arsenico. Tutti inquinanti che sembrano finiti nell’ oblio ma che, invece, contribuiscono in modo molto pesante a rendere insalubre l’ aria respirata nei luoghi di lavoro e nei centri urbani limitrofi alle aree industriali.

Petrolchimico Augusta-Priolo-Melilli. Corte Ue, chi inquina paghi

 Petrolchimico Augusta Priolo Melilli. Corte Ue, chi inquina paghi. Soddisfatta Legambiente: ”Sentenza utile a sbloccare il risanamento ambientale in Italia”. Soddisfazione di Legambiente per la sentenza emessa dalla Corte europea di Giustizia sulla vicenda dell’ inquinamento prodotto dal polo industriale di Augusta – Priolo – Melilli. Una sentenza interpretativa che chiarisce che gli operatori del polo petrolchimico possono essere considerati responsabili dell’ inquinamento dei suoli e della rada di Augusta anche se non hanno commesso illeciti. E che l’ associazione ambientalista ritiene ”molto utile a sbloccare il risanamento ambientale delle 57 aree più inquinate d’ Italia, gestite dal 1998 in modo del tutto inefficiente dal ministero dell’ Ambiente con il Programma nazionale di bonifica, oltre alle migliaia di siti locali inquinati la cui bonifica compete a Regioni e Comun”.

Ambiente. Ancora sul pianeta tutta la plastica usata dall’ uomo in cento anni

 Ambiente. Ancora sul pianeta tutta la plastica usata dall’ uomo in cento anni. La denuncia sulla Cnn da esperti e ambientalisti. Ogni pezzettino o particella di plastica usati dall’ umanità negli ultimi cento anni è ancora sul pianeta – in acqua, aria o sulla terra – intero o in forma di aggregati che si insinuano anche nella catena alimentare. Lo riporta la Cnn che propone il pensiero di David de Rothschild esperto ambientale. De Rothschild ha deciso di compiere una lunga crociera di cento giorni, da San Francisco a Sidney, sulla sua barca costruita interamente con plastica riciclata. L’ avventura ha lo scopo di sensibilizzare l’ opinione pubblica sull’ enorme quantità di materie plastiche che sta inquinando il nostro pianeta e sulla necessità di ”ridurre, riutilizzare, riciclare e ripensare”.

Lavoro. La scuola dell’ obbligo diventa apprendistato

 Lavoro. La scuola dell’ obbligo diventa apprendistato. Con il disegno di legge approvato di recente dal Senato l’ obbligo dell’ istruzione può essere assolto sostituendo con il lavoro una parte di frequenza della scuola. Il dl prevede infatti la possibilità del contratto di lavoro a 15 anni anziché a 16. La riduzione dell’ età per l’ avviamento al lavoro mediante il contratto di apprendistato consentirebbe ai ragazzi che abbandonano la scuola prima dei 16 anni di inserirsi in un regolare contesto lavorativo.