I latini dicevano “excusatio non petita…”, ma in politica si sa che è così. Quindi non stupisce, anzi avrebbe stupito il contrario, che dopo la pubblicazione di alcune indiscrezioni di stampa su un suo possibile coinvolgimento nell’inchiesta della Procura di Salerno sul tentativo di delegittimare l’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, il vice presidente del Csm Nicola Mancino va all’attacco. “Non vorrei che su di me ci fosse l’ombra del sospetto – ha detto -. Se una campagna di stampa dovesse incidere sulla mia autonomia, non esiterei a togliere l’incomodo”.
Lo sfogo di Mancino è avvenuto durante la riunione del plenum del Csm. Il vice presidente ha espresso “stupore e amarezza” per la vicenda e ha incassato la solidarietà dei consiglieri di tutti i gruppi togati e laici. Al suo intervento è seguito un dibattito nel corso del quale non sono mancati toni molto preoccupati.
“C’è un attacco fortissimo al Csm come Istituzione costituzionale”, ha detto Giuseppe Maria Berruti di Unicost, che ha parlato di “un mix oggettivo di cattivi magistrati e cattiva politica che rifiutano i percorsi della democrazia”. “C’è un attacco al sistema delle regole e ci sono magistrati che guardano con sospetto ai controlli”, ha aggiunto con parole che sembrano riferirsi alla Procura di Salerno.