Tengenti a Pescara: Il PD contro i giudici

Mentre infuriano le polemiche sull’inchiesta sulle presunte tangenti al comune di Pescara, la Cassazione interviene per affermare che l’indagine non è minata dalla scarerazione del sindaco Luciano D’Alfonso.

Le polemiche: Pd contro i giudici. «Si tratta di una vicenda grave, e Veltroni ha fatto bene a definirla così». Il ministro della Giustizia del governo ombra del Pd Lanfranco Tenaglia commenta così, in un’intervista a Sky Tg24, la vicenda del sindaco di Pescara finito agli arresti domiciliari per qualche giorno e poi liberato. Il gip di Pescara Luca De Ninis infatti due giorni fa, dopo l’interrogatorio di garanzia e le dimissioni del “primo cittadino”, ha deciso di scarcerare l’ex sindaco Luciano D’Alfonso per il quale aveva convalidato, nove giorni prima (il 15 dicembre), gli arresti domiciliari.

«Forse – sottolinea Tenaglia – sarebbe stata necessaria più prudenza nell’emettere i provvedimenti di custodia cautelare, anche perché ci sono state conseguenze gravi, come le dimissioni del sindaco di Pescara. Quando prendono questo tipo di decisioni, i magistrati devono agire con prudenza e rispetto delle procedure». «Ora – aggiunge l’esponente dei democratici – ai magistrati chiediamo di fare presto, perchè i cittadini hanno diritto di sapere presto quello che è accaduto a Pescara e quale sarà il destino della giunta».

Giustizia, il pacchetto slitta a gennaio. Alfano prova a riaprire dialogo col Pd

 Slitterà a gennaio 2009 il “pacchetto” giustizia contenente la riforma del processo penale e misure per affrontare l’emergenza sovraffollamento carceri, inizialmente preannunciato per il consiglio dei ministri della prossima settimana. La decisione – secondo quanto si è appreso in ambienti del governo – è stata presa dopo che il Guardasigilli Alfano, sentito il premier Berlusconi, ha concordato sul tentativo di riannodare il filo del dialogo con l’opposizione almeno sulle modifiche con legge ordinaria al processo penale, visto che sulle riforme costituzionali resta la netta contrarietà del Pd. La prossima settimana, dunque, Alfano incontrerà il ministro “ombra” della Giustizia Lanfranco Tenaglia e tornerà a vedersi anche con Michele Vietti (Udc), oltre che con i capigruppo di maggioranza.

La bozza del testo era fino a ieri in fase di limatura al ministero della Giustizia per approdare al consiglio dei ministri del prossimo 19 dicembre, ma ha ricevuto uno ’stop’ nelle ultime ore. Se ne riparlerà solo dopo che Alfano avrà ricevuto una serie di proposte dalla Lega Nord (intenzionata ad insistere sui giudici di pace eletti dal popolo) e soprattutto dopo aver incontrato, tra martedì e mercoledì, il ministro “ombra” del Pd, Tenaglia, e Vietti dell’Udc. La bozza di ddl in fase di limatura fino a ieri sera prevedeva, tra l’altro, modifiche al codice di procedura penale per dare maggiore autonomia investigativa alla polizia giudiziaria rispetto al pubblico ministero (che non avrebbe più potuto acquisire autonomamente la notizia di reato ma soltanto riceverla) e misure per risolvere l’emergenza sovraffollamento carceri puntando soprattutto su modifiche alle norme sulle gare di appalto per costruire nuovi penitenziari (così da evitare che in caso di contenzioso si blocchino i lavori).

Il PD presenta la sua proposta di legge sul 41-bis

 “Quando in campagna elettorale dicevamo che vogliamo annientare la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta e quando lo abbiamo ripetuto a Casal di Principe non dicevamo per scherzo e questa proposta di legge va proprio in quella direzione”. Con queste parole, il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni, affiancato dal ministro ombra della Giustizia Lanfranco Tenaglia e dal senatore Giuseppe Lumia, ha presentato alla stampa, dopo la riunione del governo ombra del PD, la proposta di legge sul rafforzamento della legge 41-bis.

“Da molto tempo ormai – sottolinea Veltroni – da parte dei magistrati c’è stato un richiamo su questo tema e negli ultimi mesi è accaduto qualcosa che non sarebbe dovuto accadere”. In effetti, sottolinea il senatore siciliano Lumia, da sempre impegnato nella lotta alla mafia, “la stabilizzazione del 41-bis attuata dal governo Berlusconi nel 2002 ha portato dei frutti amari”.

Giustizia: è ancora scontro tra toghe e Pdl e tra Berlusconi e Veltroni

 “La cloaca del Csm correntizzato, partitizzato e parcellizzato è uno scandalo che offende gli italiani”. Lo dichiara a Radio Radicale il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri e scoppia subito una nuova bagarre sul tema della giustizia.
“Come presidente dei senatori del Pdl – spiega Gasparri – reputo prioritaria una equilibrata riforma della giustizia. L’obbligatorietà dell’azione penale è un feticcio teorico perché poi sono i magistrati a decidere quali processi fare e quali non fare. La separazione delle carriere è un’esigenza prioritaria per restituire maggiore trasparenza alla giustizia, la depoliticizzazione della magistratura è un’emergenza democratica. La magistratura seria e laboriosa composta dalla maggioranza dei magistrati è la prima vittima di quattro guitti che usano le toghe per un’azione di militanza politica, che occupano militarmente il Csm e che non giovano ad un’immagine della magistratura fortemente incrinata come si vede dai sondaggi, una reputazione che la magistratura non merita. La riforma deve esaltare la funzione della giustizia e noi la faremo sicuramente”.

Berlusconi: Sulla giustizia non mi fermerò

 L’ennesima bufera in casa PDL. Questa volta il pomo della discordia è la riforma della giustizia e i due avversari sono il premier Silvio Berlsuconi e il super leghista Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione . Tra due è nata una dura polemica: Berlusconi proclama di voler procedere già da settembre alla riforma della giustizia. Calderoli frena, anche perché gli accordi presi con il Carroccio sono altri: “prima di tutto il federalismo fiscale”. Anzi il ministro è più preciso e parla di agenda politica: “Abbiamo fatto una tabella temporale delle riforme e in quella tabella la riforma della giustizia non c’è. Questo non vuol dire che non si farà, ma viene dopo”. E avverte il Cavaliere: “In autunno abbiamo il federalismo fiscale, il codice delle autonomie e poi la finanziaria. A seguire, la riforma costituzionale. Una riforma della giustizia ci può anche stare, ma il 2008 è piuttosto pieno…”. Insomma per la Lega la riforma della giustizia può aspettare, ma Berlusconi ripete: “Vado avanti. Mai stato determinato come adesso. Serve una riforma della giustizia dalle fondamenta”.