Udc: con Consiglio nazionale, via alla costituente di Centro

di isayblog4 14 views0

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“Oggi diamo vita alla costituente di Centro che possa intercettare i tanti che abbiamo incontrato in campagna elettorale e nell’obiettivo di un rinnovamento della politica, dando vita a qualcosa di importante che si colleghi alla grande tradizione del popolarismo europeo”.
Pier Ferdinando Casini, arriva alla riunione del Consiglio nazionale del suo partito e spiega il significato della riunione, la prima del suo partito, dopo il risultato delle elezioni politiche.
Secondo il leader dell’Udc, sullo scenario politico non ci devono essere infatti “solo due contendenti. Non si possono scippare – spiega – i cittadini del diritto di esprimere la politica”.
Casini dice quindi ‘no’ all’idea di togliere le preferenze anche nelle prossime elezioni europee: “Se Berlusconi e Veltroni dovessero togliere le preferenze e quindi il libero voto – dice – sarebbe un fatto fortemente negativo”.
“L’attuale tendenza al bipartitismo – dice – è tutt’altro che scontata, mentre il Pdl non chiarisce il suo percorso e vediamo molti movimenti anche nel Pd. Intendiamo quindi intercettare le novità e le insoddisfazioni con la nostra presenza nel Parlamento e nel Paese”.

“Non possiamo lasciare a Berlusconi l’esclusiva del dialogo con il Pd – spiega quindi Casini ribadendo la scelta fatta dall’Udc all’avvio della campagna elettorale.- Se infatti Berlusconi indica come alleato preferito Veltroni, sarebbe singolare che noi non dialogassimo con lui”.
“Siamo alternativi alla sinistra radicale – prosegue- impregnata di ideologismo e ci collochiamo al centro. Non siamo alternativi ad alcuno, ma diversi ed è chiaro che per questa traversata né lunga né breve abbiamo bisogno di energie nuove, di personaggi significativi e dei giovani”.
“Abbiamo tutti metabolizzato ciò che è accaduto nella campagna elettorale – aggiunge- e quindi bisogna andare avanti con coerenza e vedremo. Molti amici hanno rapporti positivi con il centrodestra e li coltivano nelle amministrazioni locali, ma non ci sono motivi per una svolta di questo tipo. Saranno i fatti i comportamenti del governo a stabilire se le distanze aumentano o si avvicinano”.
Secondo il leader dell’Udc, infatti, “mai come in questo momento i fatti e non i gossip determinano gli orientamenti politici”.

“Ho dei sondaggi che ci danno in crescita, confezionati dal più importante sondaggista italiano”, aggiunge quindi commentando un sondaggio pubblicato oggi sul sito di Repubblica, secondo il quale è in crescita la fiducia nei confronti del governo, mentre è in calo il consenso nei confronti di alcuni partiti, compresi i centristi.
“Gli elettori apprezzano la nostra posizione di un’opposizione responsabile, senza pregiudiziali, basata sui programmi”, prosegue.
Per questo, “tutto ciò che di giusto fa il governo, come in tema di sicurezza e rifiuti, noi lo approviamo, mentre contrastiamo quello che riteniamo sbagliato”.
Casini cita come esempio il decreto sull’Alitalia, sorretta oggi da un prestito ponte “a fondo perduto e che di fatto getta i soldi dei cittadini. Questo decreto – ribadisce – lo contrasteremo”.

Quanto al provvedimento annunciato dal governo che limita le intercettazioni, Casini ribadisce che “non bisogna passare dalla padella alla brace, ci vuole equilibrio”. A suo avviso, infatti, è “giusto regolamentare, ma non giusto imbavagliare”.
Il leader dell’Udc intravede “il rischio di esagerazione, che c’è sempre e c’è sempre stato”. E ricorda il disegno di legge presentato in Parlamento nella scorsa legislatura ritenendo necessario ripartire da lì: “Credo che in Parlamento – dice- su questa base si può trovare la strada”.

“L’Udc non chiuderà i battenti, non resterà fermo né si farà logorare”.
Il segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa apre i lavori del Consiglio nazionale del partito con una relazione che parte dal risultato elettorale, dalla “operazione schiacciamento” messa in atto da pdl e Pd contro il partito centrista che “non è riuscita” per poi lanciare la contromossa: la costruzione di una nuova “costituente popolare di centro”.
Cesa attacca i due partiti maggiori perché, dice, “i dirigenti dell’Udc hanno dovuto resistere, in periferia, ad una campagna acquisti condotta secondo le regole più spregiudicate e immorali, con il solo obbiettivo di cancellare la nostra presenza e la nostra storia” e denuncia una “aggressione scientifica, continua e aspra contro di noi”.
Tuttavia, spiega Cesa, “noi siamo la prova concreta che il Paese vuole la semplificazione ma non la fine del pluralismo, che è contro lo schiacciamento del sistema politico su due soli partiti”.

Ora, archiviata la battaglia elettorale “per l’Udc si apre una nuova stagione” che vede il partito impegnato “in una fase costituente per cercare di aggregare, nei tempi e nei modi opportuni un centro autonomo, moderato, rifomista e forte nell’interesse dell’Italia”.
Questo consiglio nazionale sancisce pertanto la nascita di “una costituente popolare nuova e diversa che parta dall’Udc e vada oltre l’Udc” e che guarderà alle alleanze “senza pregiudiziali, convergendo con chi, concretamente, sarà in sintonia”. Ma, insiste Cesa, “non ci alleeremo mai, a nessun livello, con la sinistra estrema”
Il nuovo soggetto, chiarisce, non farà mai parte, “né a livello locale, né a livello nazionale, di governi dove ci sia la presenza contemporanea di quel che resta dell’area comunista, neo comunista e post comunista o di quell’ambientalismo ideologico e fanatico che è stato in freno più potente allo sviluppo del Paese”.
Riguardo invece ai rapporti con il Pdl e il Pd, Cesa sottolinea che “la nostra principale bandiera sarà la difesa della democrazia parlamentare e la ricerca dei giusti contrappesi rispetto a chi interpreta le riforme istituzionali come un grimaldello per trasferire tutto il potere ad un solo uomo: il presidente del Consiglio. Un presidenzialismo senza argini – aggiunge – non ci troverà mai concordi e su questa linea metteremo alla prova chi, come Veltroni, prima sostiene di condividere le nostre preoccupazioni e poi sembra pronto a siglare con Berlusconi accordi che restringono sempre di più gli spazi democratici del nostro Paese”.

“A settembre, annuncia quindi Cesa- nel corso della festa nazionale del nostro partito, lanceremo un referendum di iniziativa popolare per eliminare le liste bloccate, reintrodurre il voto di preferenza e restituire così ai cittadini la piena possibilità di decidere da chi farsi rappresentare in Parlamento”.

Insomma, spiega, la costituente popolare, sarà “un processo delicato, probabilmente non breve” e il segretario centrista ne disegna il percorso: “La prima condizione per il successo è la necessità di partire dal basso, di coinvolgere fino in fondo la base del partito, perché l’Udc rappresenta oggettivamente l’architrave del progetto costituente”. La seconda condizione è che la Costituente non sia “una semplice somma di nomi e di volti: fare una Costituente solo per guardarsi allo specchio non avrebbe senso, né possiamo commettere gli errori che imputiamo a Berlusconi e Veltroni”.
Ovvero “non dobbiamo dar vita ad un cartello elettorale centrista in alternativa agli altri due cartelli elettorali. Non dobbiamo lavorare ad un’operazione di facciata, né rimescolare sempre le stesse carte. La scommessa per noi è un’altra: disegnare un futuro diverso per il Paese, indicare una via d’uscita alle difficoltà degli italiani”. Per Cesa, infatti, “solo così potremo dar voce a chi non crede nella prospettiva del bipartitismo,a chi ritiene che l’Italia di Berlusconi e Veltroni sia una finzione pericolosa e improduttiva”.

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