Pdl, ipotesi unico prelievo 5% redditi oltre 200 mila

di isayblog4 16 views0

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È l’ipotesi di modifica del contributo di solidarietà proposta dal Pdl.
Il decreto varato dal governo prevede una tassa del 5% per il reddito che supera i 90mila euro e del 10% per quelli sopra i 150mila euro. Diversi esponenti del Pdl si sono pronunciati a favore. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano: “Dò atto a Tremonti di essersi mosso in mezzo a paletti molto stretti, ma questo non significa che la manovra sia il Vangelo. Le misure sono emendabili”. Così Alfano durante il suo intervento al Senato davanti ai direttivi dei gruppi parlamentari e i frondisti del partito, secondo quanto riferito da alcuni presenti.

Il segretario del Pdl Angelino Alfano, arrivando al Meeting di Cl, spiega: “Chi ha già una pensione non la vedrà toccata. Noi siamo a difesa dei pensionati che hanno già la pensione. Non vogliamo creare un conflitto generazionale tra i padri ed i figli. Vogliamo però pensare al futuro dei giovani italiani che hanno difficoltà a trovare lavoro e si trovano ad essere precari. A questi giovani vogliamo assicurare loro una pensione. E proprio per questo siamo convinti che i padri debbano stare accanto ai figli e non contro. Per fare questo occorre costruire un grande patto per il futuro dei giovani italiani”.
Bersani, al termine dell’incontro con le parti sociali per presentare le dieci proposte per correggere la manovra, spiega l’istituzione di un tavolo con sindacati e associazioni di categoria: “Sarà un autunno difficile non solo per i temi della Borsa ma per il lavoro, i redditi e i territori. Per questo stabiliremo un rapporto permanente con le forze sociali e ci auguriamo che anche il governo faccia altrettanto. È stato un incontro importante e positivo e una parte dei nostri emendamenti sono stati compresi anche dalle forze sociali”.
Susanna Camusso: “Penso che Cisl e Uil sbaglino, che stiano subendo il fascino di questo Governo e pensano poco a come cambiare questa manovra. Mi chiedo se di fronte ad una manovra che rompe la coesione sociale non sarebbe invece interesse di tutti provare ad interloquire con il disagio”.
“Nella manovra del governo – continua Camusso – vi sono delle vere e proprie vendette verso il lavoro, la sua dignità, i suoi diritti, la sua memoria. Sono misure estranee ad una manovra di finanza pubblica, non hanno ricadute economiche, né i caratteri di urgenza e indifferibilità che giustifichino un decreto. Norme come quelle che eliminano i licenziamenti senza giusta causa non portano nessun beneficio al Paese e creano molti problemi ai lavoratori e al sistema delle relazioni sindacali. Il governo vuole vendicarsi e cambiare la natura del Paese, non risolvere i problemi.
Le norme che rilanciano la contrattazione a livello aziendale e territoriale sono per la Cgil “solo una violazione dell’autonomia contrattuale delle parti ed una pesante e inaccettabile violazione dello statuto dei lavoratori, un attacco alla funzione del contratto nazionale, per giunta con la retroattività del salvataggio di quanto avvenuto alla Fiat anche con problemi di incostituzionalità”.

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