Iniziativa maggioranza: primarie per legge, ma non per presidenza del Consiglio

di isayblog4 252 views0

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Il Pdl vuole le primarie obbligatorie per i candidati sindaci e le presidenze di regioni e provincie ma non per la presidenza del Consiglio.
Infatti la proposta di legge presentata alla Camera e al Senato da Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello prevede primarie obbligatorie e regolamentate esclusivamente per i vertici degli enti locali. Immediata la reazione delle opposizioni.

La proposta, inviata anche a Montecitorio e a Palazzo Madama, prevede che le primarie abbiano luogo entro 60 giorni prima delle elezioni. Possono votare e candidarsi alle primarie gli iscritti al partito e i cittadini sostenitori residenti nel territorio dove si svolge l’elezione e che abbiano aderito a un apposito registro dei sostenitori almeno sessanta giorni prima del loro svolgimento. Questo allo scopo di evitare risultati falsi o inquinati.
La cancelleria del tribunale competente territorialmente, dopo aver verificato la regolarità degli elenchi degli aventi diritto al voto, si accerta che nessun cittadino sia iscritto a più di un elenco per la stessa scadenza elettorale. Ogni partito o coalizione che promuove elezioni primarie deve dotarsi di un regolamento e di una commissione elettorale relativa all’ambito territoriale interessato.
Contrastanti le reazioni nel Pdl, mentre l’opposizione commenta: ”Apprezziamo lo sforzo di esponenti del Pdl di proporre metodi democratici anche all’interno del loro partito. Peccato però che ciò venga fatto con le solite eccezioni “ad personam” per cui le primarie valgono per tutti gli incarichi tranne che per quello principale: il presidente del Consiglio. Il Pdl è incapace di guardare al di là del proprio naso. Con la crisi della leadership di Berlusconi (per utilizzare un eufemismo), anche nel centrodestra si parla ora di primarie ma, per evitare che a qualcuno possa venire in mente di sfidare (e battere) Berlusconi, queste si limitano ai candidati sindaci e presidenti di province e regioni. Siamo davvero al ridicolo”.

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