Nucleare. Opinioni a confronto. Scajola: “Le centrali sono gli impianti industriali più sicuri”. Legambiente: “Alto rischio senza vantaggi economici e ambientali”

di isayblog4 32 views0

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Questo è il commento del presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza alle dichiarazioni del Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola. Secondo Legambiente non ci sarà nessun vantaggio per la riduzione di emissioni in atmosfera: al 2020, infatti, se tutto va bene, ci sarà una centrale operativa che ridurrà le emissioni per poco più di 4 mln di ton, che, a fronte di una produzione odierna di 552,8 mln/T annue in Italia di CO2, corrisponde allo 0,7%.

Tutto ciò al netto della produzione di CO2 di tutta la filiera, perché alcuni studi recenti hanno calcolato che se si considera tutto il ciclo di lavorazione, per ogni kwh di produzione con il nucleare si emette la stessa quantità di CO2 di un kwh prodotto con il ciclo combinato. Il nucleare servirà poi solo alla produzione di elettricità settore responsabile delle emissioni di CO2 per il 18 – 20% del totale, che non tocca gli altri grandi responsabili, i trasporti e la residenzialità.

“Il Governo – prosegue Cogliati Dezza – continua a ripetere i soliti luoghi comuni sul nucleare, alimentando solo false speranze sull’ energia dell’ atomo, mentre in realtà il suo utilizzo non potrà risolvere la crisi economica ed energetica. Non è un caso, infatti, che l’ amministratore delegato dell’ Enel Fulvio Conti abbia chiesto al Governo una soglia minima garantita nelle tariffe di vendita. In sostanza dunque questa scelta energetica potrà solo esporre il Paese ad un grosso rischio, perché anche con il massimo controllo non sarà possibile eliminare in modo assoluto la possibilità di incidenti. Pertanto è assurdo mettere a repentaglio la sicurezza del Paese per un’ energia che non offrirà vantaggi economici e ambientali, mentre abbiamo a disposizione l’ energia del vento e del sole, risposta immediata e reale ai cambiamenti climatici e ai costi in bolletta degli italiani”.

L’ articolo odierno ci riporta ad un altro del maggio 2008 sullo stesso tema: la storia infinita, ancora oggi senza la parola fine. Riportiamo l’ articolo per dimostrare che i problemi di ieri sono ancora quelli di oggi. Speriamo non siano anche…l’ incubo di domani!!!

L’ articolo del 23 maggio 2008 (da greenreport.it )

Il ministro allo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, rilancia il nucleare ma, evidentemente, non ricorda quello che disse e fece il governo di cui faceva parte. Cerchiamo di rinfrescare la memoria a quanti dimenticano. Il nucleare fu già riproposto dal precedente governo Berlusconi (2001 – 2006), ma non se ne fece nulla. Lo stesso ministro Scajola annunciò (agosto 2005) che avrebbe costituito una commissione per lo studio dei prezzi della benzina, che non risulta abbia prodotto alcunché.

Ricordiamo la storia dell’ individuazione del sito di stoccaggio delle scorie nucleari a Scanzano Jonico (Basilicata): approvato all’ unanimità, il 13 marzo 2003, dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, come sito unico per le scorie radioattive. Il parere favorevole ci fu, anche, dai vari organismi tecnici, Apat (Agenzia per l’ ambiente), Enea, Sogin e dai sindacati Cgil – Cisl – Uil. È bastata la sollevazione delle popolazioni locali per far fare marcia indietro al governo Berlusconi, così i rifiuti radioattivi sono stati mandati in Francia al modico costo di 250 milioni di euro, pagati dal contribuente.

Ricordiamo, ancora, al ministro Scajola l’ obbligo dei Piani di emergenza (Articolo 115 del Decreto Legislativo n. 230 del 17 marzo 1995, modificato ed integrato dal D.Lgs 241 / 2000, in attuazione delle Direttive 89 / 618 / Euratom e 96 / 29 / Euratom in materia di radiazioni ionizzanti) che devono essere realizzati, oltre che per gli impianti esistenti sul territorio nazionale, anche per aree a rischio di incidenti nucleari (impianti al di fuori del territorio nazionale; navi a propulsione nucleare in aree portuali; trasporto di materie radioattive). Non ne abbiamo notizia.

Ci permettiamo un consiglio al ministro Scajola: faccia elaborare un Piano energetico nazionale. Ci vogliono 90 giorni. Così avremmo un quadro della situazione e delle scelte per il futuro. Noi lo proponemmo nel lontano 1973, con la prima crisi petrolifera. Sono passati 35 anni e si è saltati dal nucleare all’ antinucleare e di nuovo al nucleare, dal petrolio al gas e al carbone, dall’ eolico all’ antieolico e all’ energia solare che è rimasta una chimera. Si può programmare seriamente?

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