Bersani post referendum: dimissioni e nuove elezioni

di isayblog4 285 views0

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In realtà il Referendum ha cercato di non avere colori di partito, ma per Bersani l’esito ha un valore tutto politico. Di Pietro invece: ”Così si strumentalizza il referendum”.
L’esito del Referendum ha per il centrosinistra una sola conseguenza politica: dimissioni e nuove elezioni. Così Pd, Sel e Terzo Polo, ma di parere opposto Antonio Di Pietro “perché così si strumentalizza il referendum”. Che il quorum fosse a portata di mano già si ipotizzava, ma il Pd ne fa una vittoria di partito e commenta: ”Se alle amministrative gli elettori del centrodestra non erano andati a votare, stavolta sono andati e hanno bocciato le leggi approvate dal governo”.

Quindi, anche se il Referendum ha cercato di non avere colori di partito, per il centrosinistra l’esito ha un valore tutto politico. “Un segnale inequivocabile per il governo ancor più delle amministrative“, dice Pier Ferdinando Casini. Dello stesso parere Nichi Vendola, il leader di Sinistra, Ecologia e Libertà, presidente della Regione Puglia, commentando l’esito dei referendum: “Il Paese ha mandato un segnale chiaro: il governo liberi il campo e con il voto anticipato consenta al Paese di tornare a respirare. Oggi vince l’Italia dei beni comuni e perde l’Italia delle lobbies. Secondo me non è un referendum su Berlusconi ma lo è certamente sul berlusconismo, inteso come stagione complessiva di sradicamento della cultura dei beni comuni. Ora liberino il campo e consentano elezioni anticipate”.
Bersani si domanda se per la Lega valga ancora la pena sostenere Berlusconi e spera in una mozione di sfiducia “dai più responsabili del centrodestra”. Il Pd non ha ancora deciso se presentare una mozione di sfiducia il 22.
Il leader Idv Antonio Di Pietro prende le distanze: “Chiedere le dimissioni di Berlusconi in nome dei risultati del referendum è una strumentalizzazione perché sono andati a votare sì anche molti elettori del centrodestra. Questo non significa che io non la pensi allo stesso modo, che cioè il Parlamento non rispecchi più il Paese, ma io mi propongo come alternativa a Berlusconi non in relazione all’esito dei referendum ma per la sua malapolitica”.

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