Navi dei veleni, seconda audizione di Legambiente in Commissione Rifiuti

di isayblog4 65 views0

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“Tanti gli elementi di concretezza sulle navi dei veleni, necessario approfondire le indagini”

Legambiente è stata udita, per la seconda volta, dalla Commissione parlamentare d’ inchiesta sulle attività illecite nel ciclo dei rifiuti, sul tema delle navi dei veleni. Nel ribadire la sua richiesta – già avanzata in occasione della prima convocazione del 20 ottobre scorso – di effettuare un’ indagine conoscitiva sul numero e sulle modalità operative dei centri di stoccaggio di rifiuti speciali di tutta Italia, l’ associazione ha sottolineato la necessità di predisporre un monitoraggio in alcune aree del territorio calabrese, al centro di denunce per tombamento e smaltimento illecito di rifiuti tossici o radioattivi. A tale proposito, ha indicato alcune località precise dell’ Aspromonte e del Vibonese, come terreni limitrofi ai torrenti Tuccio e Menta (RC), la discarica di Pettotondo nel Comune di Mammola (RC), la discarica di Drapia e le località Rombiolo e Acquaro (VV).

Legambiente ha fornito anche alcune segnalazioni di pescatori relative a possibili presenze di relitti sospetti in alcuni tratti dell’ alto Tirreno cosentino e consegnato alla Commissione copia dell’ esposto presentato alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria relativo alla motonave Rigel nel quadro della recente riapertura delle indagini.

Legambiente ha inoltre ricordato all’ attenzione dei parlamentari il caso della nave Eden V, spiaggiatasi a dicembre del 1988 a Marina di Lesina e mai rimossa. Sulla vicenda, l’ associazione consegnerà un esposto alla Procura della Repubblica di Foggia per chiedere un approfondimento delle indagini, alla luce delle novità contenute in un recente servizio di Rai News24.

“Le informazioni portate in Commissione – commenta Sebastiano Venneri, vice presidente di Legambiente – confermano gli elementi di concretezza attorno alla vicenda delle navi dei veleni e, di conseguenza, la necessità di approfondire ulteriormente le indagini, non solo sul fronte calabrese ma nelle diverse aree sospette del Paese”.

L’ ufficio stampa
06 86268399 – 76 – 60 – 53

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