Alemanno in visita ad Auschwitz: Condanno nazismo e fascismo

di isayblog4 18 views0

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Il fascismo va condannato tanto quanto il nazismo. Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno, al termine della giornata di visite al campo di sterminio di Auschwitz. “Quello che è chiaro per me – ha detto l’esponente di An – è che la condanna del fascismo e del nazismo deve essere ugualmente netta. Questo deriva dalla memoria di quello che è successo”.

Aiutato da due ragazzi rom, due musulmani e dal presidente della comunità ebraica romana, il sindaco Alemanno ha deposto ai piedi del Muro della morte, insieme a una corona di rose bianche, un sasso a dimostrazione della “stabilità” del ricordo che non deve mai abbandonarci.

Hanno accompagnato la visita del sindaco, 250 ragazzi della scuole romane. “Uno dei momenti più emozionanti e personalmente coinvolgenti – ha detto Alemanno – è stato il forte e sentito abbraccio con il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. Un abbraccio inatteso – ha rivelato il sindaco – ma che mi ha particolarmente emozionato”.

In un silenzio irreale, davanti alle camere a gas e ai forni crematori, Alemanno è ritornato dove sessant’anni fa, un milione di prigionieri morirono di stenti e torture. Sul solco tracciato da Gianfranco Fini che nel 2003, allora segretario di An in visita Israele, additò il fascismo quale male assoluto, Alemanno ha definito “forme di degenerazione” i totalitarismi come il fascismo e il nazismo. “Il cuore e l’identità di destra – ha detto Alemanno – è credere nelle radice e nelle appartenenze che vanno mantenute vive ma questo non deve portare all’odio del diverso”.

Per quanto riguarda la contestata proposta di intitolare a Roma una strada a Giorgio Almirante, ipotesi avversata dalla comunità ebraica, Alemanno ha annunciato di aver affidato la questione ad una ”commissione di saggi”: ”Sulla figura di Almirante – ha poi spiegato il sindaco – vi sono letture diverse. L’Almirante che ho conosciuto io, ha condannato l’antisemitismo. Quello che Almirante ha fatto prima, appartiene ad un giudizio storico”.

www.repubblica.it

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