Sardegna, fallisce il referendum sulla salvacoste

di isayblog4 56 views0

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Un vero fallimento in Sardegna i referendum abrogativi sull’acqua e sulla legge 8 del 2004, la cosiddetta “salvacoste”. Pochissime persone si sono recate alle urne nonostante gli appelli ostinati dei promotori del centrodestra, ostinati a tal punto da inviarli anche via sms e nonostante gli appelli lanciati perfino dal premier Berlusconi. La consultazione poteva essere valida solo se il quorum raggiungeva il 35,5%, in base alla legge statutaria entrata in vigore a luglio, che richiedeva il 50% più uno degli elettori che avevano votato alle ultime regionali del 2004. Alle 19 di domenica 5 ottobre l’affluenza era pari al 14,2% per salire al 20% alle 22, in pratica a voltare si sono recati poco più di 300mila sardi.

Per Francesca Barracciu, segretario regionale del PD, è una vittoria dell’autonomia dei sardi che hanno “respinto al mittente” le ingerenze esterne e gli appelli dell’ultima ora dello stesso premier, che giovedì scorso durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi sulla scuola aveva invitato quelli che aveva definito i suoi «concittadini» a votare “sì” per abolire le norme urbanistiche della Giunta Soru definite “blocca sviluppo”. Insomma la cosiddetta spallata a Soru, presidente della regione Sardegna, e alla sua giunta da parte del centrodestra non è andata a buon fine, anzi per dirla tutta è stata “un buco nell’acqua per i promotori del referendum”. La Barracciu sottolinea come “i sardi confermino, a dispetto del centrodestra, grande maturità politica e un’autonomia di pensiero impenetrabile dalle sirene di Arcore”. E “come previsto l’esito di questo referendum-truffa sancisce una sonora sconfitta politica per il centrodestra sardo e per il suo tutore Silvio Berlusconi. Per contro, rappresenta invece una conferma della politica riformatrice di Soru e del centrosinistra, una conferma di quanto il centrodestra non sia in grado di rappresentare i bisogni dei sardi e di come «il popolo sardo non dimentica l’esperienza disastrosa del centrodestra al governo della Regione”. Anzi la Barracci è convinta che “questo appuntamento referendario ha dimostrato che i sardi «nutrono fiducia nell’azione di governo di Soru”.

Antonello Soro, presidente dei deputati PD, osserva che il “clamoroso fallimento del referendum abrogativo della legge salvacoste in Sardegna suggerisce più di una considerazione: nove milioni di euro dei contribuenti sardi sono stati “bruciati” per soddisfare una mediocre esigenza propagandistica del Pdl o più probabilmente di due esponenti di quel partito vogliosi di promozione”. Soro fa riferimento esplicito “alla presenza militante del presidente del Consiglio in questa occasione, fortemente assistita da media amici e tifoserie esultanti, che ha portato pochi consensi in favore di una missione non apprezzata dai cittadini sardi”. Per l’esponente PD è evidente che, “se la posta del referendum – spallata a Soru – esplicitamente messa in campo dal capo del Governo aveva un senso, si può concludere che i sardi hanno dato un calcio a Berlusconi. Per il PD, osserva Soro, “il voto di domenica ha un inequivocabile significato: consenso alla politica di tutela del territorio e del patrimonio ambientale dell’Isola e, insieme, esplicita riconferma di fiducia nei confronti del governo regionale.”

Anche il senatore PD Francesco Sanna, ritiene che le votazioni di domenica “ non sono altro che la testimonianza della “sonorissima sconfitta del fronte dei referendum sponsorizzati dalla Pdl e, con grave scorrettezza istituzionale, da Silvio Berlusconi in diretta da Palazzo Chigi. Una sconfitta determinata anche perché la “Sardegna stremata e desertificata che hanno descritto semplicemente non esiste”. Al contrario “vince, invece, un nuovo modello di sviluppo basato sul rispetto dell’ambiente e dell’identità paesaggistica di quest’Isola. Rimane il monito severo sull’uso spregiudicato e a spese del contribuente del referendum e la perdita di credibilità per quel pezzo di Consiglio Regionale che ha invitato ad abrogare una legge che prima aveva contribuito ad approvare”.

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